• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Cittadinanza italiana: ius solis e ius sanguinis

Cittadinanza italiana: ius solis e ius sanguinis

Se non esistesse l"italianità" o meglio la "categoria" dell’essere italiano tutto il discorso non avrebbe nemmeno senso, non esisterebbe il concetto di cittadinanza e saremmo tutti apolidi. Essere italiano significa individuare all’interno dell’insieme della popolazione della terra, quel sotto insieme che definisce gli italiani. La Costituzione non è chiara al proposito ma definisce comunque il principio di cittadinanza a partire dll’art.3.

Per capire cosa si intende per cittadinanza, senza dover ricorrere a testi di diritto pubblico, possiamo limitarci al vocabolario: “Vincolo di appartenenza ad uno Stato, che comporta un insieme di diritti e doveri”.

Questo "vincolo di appartenenza" è, secondo me, "l'italianità" vincolo che non può essere proprio, a mio avviso, di coloro che casualmente nascono sul suolo italiano.

La Costituzione italiana nell’articolo 3 afferma: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, ecc… ”. Introduce il concetto di “cittadino” ma non definisce chi appartenga a tale categoria. In numerosi altri articoli la Costituzione annette, all’essere cittadino, specifici diritti.

È una caratteristica della specie umana la tendenza a riunirsi in gruppi per la tendenza a garantire la propria sicurezza, distinguendosi e tracciando confini, con l’evolversi del gruppo in società civile, fra “cittadini” e “stranieri”.

Per essere “cittadino”, dunque, occorre avere uno “status” (condizione) che viene riconosciuto a coloro che sono membri di una comunità (piccola o grande in principio fu quella delle città, da ciò deriva l’appellativo “cittadino”). Ne consegue che, storicamente, i “cittadini” abbiano voluto trasmettere la qualifica alla loro prole magari negarla a chi, non appartenente in senso stretto alla comunità, per caso o per volontà dei genitori, si ritrovasse da straniero a nascere casualmente sul suolo dominato dal gruppo dei cittadini.

Attualmente è cittadino italiano chi nasce da padre o madre italiani, ovunque la nascita avvenga. La nascita deve essere dichiarata all’anagrafe (il bambino eredita la cittadinanza dei genitori).

La cittadinanza italiana si può acquisire:

  • per adozione
  • per matrimonio
  • per beneficio di legge (a 18 anni)
  • per naturalizzazione
  • dopo un periodo di residenza stabilito dalla legge (oggi 10 anni)
  • per eminenti servizi resi all’Italia

Tutti coloro che posseggono questo “status” sono “uguali”, appartengono alla comunità allo stesso titolo (uomini e donne allo stesso modo). Con la cittadinanza si acquisiscono automaticamente uguali diritti e uguali doveri e si confermano i diritti umani (cioè, quei diritti che coinvolgono la sopravvivenza, la libertà personale, la dignità umana di ogni individuo che appartengono a tutti, senza distinzione di razza, religione, ecc... ed a prescindere dal possedere o meno la cittadinanza).

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares