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Cile: salvataggio dei minatori e polemiche

Un fatto è certo: il salvataggio è stato un esempio di capacità tecniche, solidarietà nazionale, momento d’incontro fra tutte le forze politiche. Tutto il mondo si è rallegrato per il fatto e complimentato per il modo. 

La notizia è il lieto fine, una pagina d'oro in un mondo dominato dalle notizie di eventi catastrofici e delitti raccapriccianti. Per carità, non è tutt'oro quel che luccica, può essere occasione per riflettere sulla sicurezza del lavoro in miniera, sulle condizioni di lavoro e sul salario dei minatori, sul risalto mediatico e perfino sul possibile sfruttamento del fatto a fini politici. Ma calcare la mano su questi aspetti, sottolineare il fatto che il Cile non sia comunque un fulgido esempio di democrazia e di rispetto dei lavoratori, mi più che altro una perversa ed intempestiva ricerca della mela marcia di fronte agli occhi di chi ti ha appena offerto una splendida composizione di frutta fresca.

Sostanzialmente un’offesa al Cile ed ai cileni, che sono stati capaci di un gesto splendido e dopo che la storia recente del Cile sembra comunque possa essere valutata come un forse lungo, forse incompiuto, forse perfino recentemente interrotto cammino verso la democrazia. Gli immediati complimenti della signora Michelle Bachelet del Partito socialista cileno al presidente di centrodestra Sebastián Piñera per come ha gestito l’emergenza sono un esemplare esempio di confronto democratico e rispetto reciproco. Eppure Bachelet è stata avversaria, sconfitta, di Piñera  nelle ultime elezioni presidenziali. Dopo la dittatura di Pinochet, uno dei più stretti collaboratori di Salvador Allende, Ricardo Lagos, fu presidente dall’11 marzo 2000 all’11 marzo 2006.

Durante il mandato di Lagos si sono intensificate le riforme istituzionali, la crescita economica, le relazioni estere ed è stata conclusa la lunga transizione alla democrazia. Dopo Lagos è stata la volta di Michelle Bachelet, appartenente al Partito socialista cileno, primo presidente donna del suo Paese, in carica dall’11 marzo 2006, all’ 11 marzo 2010. Il padre della Bachelet era stato imprigionato da Pinochet, con l’accusa di tradimento e lasciato morire a seguito delle torture subite.  Anche l’allora fidanzato della Bachelet, Jaime López, fu detenuto e torturato ed entrò nel novero dei desaparecidos, la stessa Bachelet aveva subito detenzione e torture a Villa Grimaldi, noto centro di detenzione di Santiago. Da ministro della sanità la Bachelet ebbe come obiettivo di permettere anche alle fasce di popolazione meno abbienti di accedere alla sanità pubblica in maniera gratuita senza il pagamento di eventuali ticket. Tuttavia la Presidente ricevette molte critiche a seguito di alcuni provvedimenti non approvati dal Congresso, tra cui la controversa riforma dell’Istruzione che suscitato grandi proteste da parte degli studenti. Il primo effetto di queste difficoltà per la Presidente fu il calo notevole della popolarità,  una delle cause della sconfitta alle successive elezioni. Obama considera la Bachelet come una delle migliori leader dell’America Latina ed ha elogiato la sua conduzione economica durante la fase della crisi economica. Attualmente il presidente del Cile è Sebastián Piñera - politico e imprenditore cileno - entrato in carica l’11 marzo del 2010. Liberale, di centrodestra, molto potente e uno degli uomini più ricchi del Cile, può anche darsi, è perfino probabile,  che non riesca ad eguagliare i suoi recenti predecessori nell’accompagnare il Cile verso la crescita democratica ed economica, ma è in carca solo da sette mesi, troppo presto per essere giudicato e comunque non può aver fatto un danno enorme. Se anche se ciò si verificasse resterebbe ingiustificato ed inopportuno tentare di accendere i riflettori, contro il Cile e i suoi governanti, nel momento in cui - per fortuna, capacità o calcolo - questo è il momento di rallegrarci per il salvataggio portato a termine nel migliore dei modi. Non mancherà il tempo, l'occasione e l'opportunità per muovere critiche agli errori, se e quando si verificheranno.

 

Credits Foto: marketwatch.com

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