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Ciad, i familiari di un leader dell’opposizione ucciso sono ancora in carcere

Il 27 febbraio, circa due mesi prima delle elezioni presidenziali, le forze di sicurezza ciadiane assaltarono il quartier generale del Partito socialista senza frontiere (Psf). Il suo presidente, Yaya Dillo Djerou (nella foto), rimase ucciso. Secondo i suoi sostenitori, fu un vero e proprio assassinio. 

Da allora, 26 familiari di Djerou sono detenuti nella prigione di massima sicurezza di Koro-Koro, a 600 chilometri di distanza dalla capitale N’Djamena. Tra loro ci sono tre bambini e alcuni malati cronici, che non stanno ricevendo alcuna assistenza medica.

Le 26 persone non hanno mai incontrato un avvocato né tantomeno sono state portate di fronte a un giudice. Secondo un comunicato stampa diffuso dalla Procura il 29 febbraio, avrebbero cercato di fare irruzione nel quartier generale dell’Agenzia per la sicurezza nazionale per ottenere la scarcerazione di un dirigente del Psf, Abakar Torabi, agli arresti perché sospettato di aver preso parte a un attacco agli uffici della Corte suprema.

Il 5 marzo il primo ministro Success Marsa dichiarò che sarebbe stata condotta un’indagine “internazionale” sull’attacco alla sede del Psf. Non se ne è più saputo niente. L’unica cosa certa è che i 26 familiari di Djerou stanno marcendo in carcere.

(La foto è tratta da Wikipedia)

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