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Ci può essere benessere senza il rispetto per il pianeta in cui viviamo?

La catastrofe ambientale che ha colpito il Giappone ci impone una profonda riflessione sul rispetto del territorio in cui viviamo. Le responsabilità del disastro nucleare conseguente al terremoto non possono essere né giustificate con la spiegazione dell’evento eccezionale, né tantomeno sono riconducibili solo ed esclusivamente allo Stato nipponico. L’evento eccezionale, inoltre, non esclude in assoluto che esso possa verificarsi. Se poi si tiene conto degli eventi eccezionali in questi ultimi 10 anni (l’uragano Katrina, il terremoto ad Haiti …) ci si accorge che essi sono molto più frequenti di quanto si creda.

Se è vero, infatti, che un terremoto di questa intensità non poteva essere previsto, è ancor più vero che i rischi della fissione nucleare sono conosciuti sin dalla sua scoperta. Ma, pur di soddisfare la fame di energia, quasi tutti i Paesi industrializzati non c’hanno pensato due volte a costruire le centrali. Ciò vuol dire che nel rapporto costi/benefici i governi e gli stessi popoli hanno attribuito ai secondi un peso maggiore della tutela dell’ambiente e della sicurezza.

È proprio questo il punto su cui le immagini di morte e distruzione che ogni giorno vediamo sui giornali e in televisione devono farci riflettere. Ci può essere benessere senza il rispetto per il pianeta in cui viviamo?

Per secoli il territorio è stato devastato, disboscato; la terra, l’acqua e l’aria inquinate. Tutto questo in nome del progresso. Oggi il mondo è pieno di una miriade di bombe ambientali pronte ad esplodergli contro.

Ecco perché è arrivato il momento di chiederci se non sia folle ostinarsi a perseguire questa strada. Le nazioni e l’opinione pubblica mondiale dovrebbero prendere atto dei pericoli che questo tipo di sviluppo incontrollato e insostenibile sta facendo correre al pianeta e all’umanità intera. Bisogna archiviare la falsa idea per cui il benessere coincida col profitto e inaugurare una nuova era dove i diritti e le libertà delle persone siano in armonia con l’ambiente circostante.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.23) 23 marzo 2011 14:06

    Disastro nucleare mi sembra un’affermazione che , al momento , non trova riscontri , a meno che non si definisca meglio il significato della parola "disastro" . I 22.000 morti di cui si parla non sono stati prodotti dal nucleare e le immagini di "morte e distruzione " che passano quotidianamente sui media , non mi sembrano imputabili ai reattori di Fukushima . Che poi il nucleare abbia dei rischi insiti per l’ambiente è fuori discussione . Domani credo che la commissione internazionale che sta monitorando la radioattività ambientale (anche in mare) ,fornirà quei dati che finora sono stati molto poco chiari .

    Vedremo allora la portata del "disastro" . Che il profitto guidi le scelte è fuori discussione , ma il cinismo è un’altra cosa . Se risulta vero ,come sembra da intercettazioni , che la TEPCO ha ritardato l’intervento per raffreddare i reattori con acqua di mare per non dover poi buttare via gli impianti ,sarebbe un’atto di criminale incoscienza con colpevoli ben precisi da perseguire ,ma non mi sembra che porti a generalizzare tutto il comparto . Anche a Chernobyl tutto successe perchè degli sciagurati fecero,volontariamente, una catena di errori incredibili . 
    Comunque suggerisco di aspettare le risultanze (credibili) dei rilievi e poi si potrà fare un bilancio . 

    ciao

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