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Chico Buarque de Hollanda, “Caravanas” (Incipit Records/Egea)

Chico Buarque è il cantautore intellettuale per eccellenza della MPB (Musica popular brasileira), il quale fissa nelle canzoni lo stato attuale del Paese. E’ paragonabile ad un maestro di elzeviri, oltre ad essere uno stimato scrittore. Per questo i brasiliani lo ammirano, lo rispettano e attendono con trepidazione e curiosità ogni suo nuovo disco.

A sette anni dal precedente, è uscito “Caravanas”, promosso attraverso una serie di date in Brasile e Portogallo. Stupisce l’esigua durata, 28 minuti, accostabile a quella dei vinili antichi.

Le nove canzoni selezionate sono composte da lui, cinque in solitudine, quattro assieme ad un partner diverso.
Si respira un’atmosfera rarefatta, anche se, oltre al quartetto di base – chitarra, basso, pianoforte, batteria – ci sono a volte fiati, a volte archi, o solamente un arco e una chitarra a valorizzare il particolare modo di cantare del leader. E’ il caso di “A Moça do sonho”, scritta assieme ad Edu Lobo, dall’andamento sognante e malinconico, tipico del suo canzoniere. Due soli strumenti a dare colore alla voce, un violoncello e una chitarra classica.

Il primo brano dell’album, “Tua cantiga”, è scritto in collaborazione con il pianista Cristovao Bastos, il quale partecipa all’incisione. La linea melodica ricorda classicità bachiane, a dimostrazione dell’amore che i brasiliani nutrono per Bach : penso a “Bachianas Brasileiras” di Heitor Villa Lobos (1887-1959) . Procede alla maniera di una filastrocca, fatta di strofe che si rincorrono entro una medesima struttura armonica. Ciò che cambia è la tonalità del cantabile.

A seguire, “Blues pra Bia”, dimostra l’amore che Chico prova per questo genere musicale. Il testo parla di un rapporto d’amore che per realizzarsi necessita di una decisione forte. “Jogo da Bola”, attraverso l’amore per il calcio, riflette sulla realtà attuale. E’ l’unico samba trascinante in scaletta, anche se gli strumenti mantengono un volume sottovoce, quale caratteristica del disco.

“Massarandupio” e “Dueto” vedono Chico collaborare con due giovani nipoti. Nel primo, Chico ha collocato un testo ad una musica di Chico Brown, figlio di Carlinhos e di Helena Buarque. E’ il ricordo di giornate felici, trascorse a prendere il sole su una spiaggia di Bahia. “Dueto”, originariamente inciso con Nara Leao nel 1980 in “Com açucar, coma afeto”, è riproposto con la nipote Clara, attualizzato nella parte finale del testo, allorchè i due interpreti elencano i nuovi strumenti digitali per parlare d’amore.

 “Casualmente”, composta assieme al bassista Jorge Helder, è un Bolero cantato in spagnolo, ambientato nella capitale cubana. Il brano finale, “As caravanas”, si avvale della presenza di Rafael Mike, membro del gruppo “Dream Team Passinho”, che va molto forte nelle favelas: accenni arabeggianti, in un testo come sempre riflessivo sulla situazione del trasporto in autobus nella capitale carioca.

Il quartetto base è composto da Joao Rebouças al pianoforte. Rappresenta una sicurezza, ha uno stile elegante e, soprattutto negli assolo non è mai prolisso; Jorge Helder, contrabbasso e basso elettrico a sei corde, è da tempo colui che mantiene una solida base ritmica al procedere melodico ed armonico del leader; Jurim Moreira ha preso il posto dello storico batterista e sambista Wilson das Neves, scomparso nell’estate del 2017; Luis Claudio Ramos, chitarrista, è responsabile delle parti solistiche e degli arrangiamenti, un “maestro”, come lo presenta Chico dal vivo. E infine c’è Chico alla chitarra acustica, con il caratteristico, scarno ma efficace, accompagnamento.

E’ un Cd da ascoltare più volte, come un buon vino, di cui si scoprono, sorso dopo sorso, sentori nascosti, sorprendenti. 

Foto: Luiza Fonseca/Flickr               

 

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