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Che soddisfazione vedere Elio alla Scala

Seguo Elio e le storie tese sin dagli esordi underground milanesi dei primi anni ottanta. Conservo ancora gelosamente una vecchia basf c60 con un bootleg artigianale ed ogni tanto mi ritrovo ancora a fischiettare il tema di "alfieri" o de la "ditta"....


Oggi gli Elio e le storie tese non hanno bisogno di presentazioni, già nel 96 Sanremo ne aveva consacrato la nazionalpopolarità, ma trovare Elio sul sito del Teatro alla Scala mi ha regalato quel senso di rivincita, di vera soddisfazione. Tornano alla mente i commenti tromboni e snob di chi non ha mai saputo cogliere la scintilla geniale che da sempre anima il gruppo milanese ed il suo leader, di chi, scandalizzato alla prima parolaccia, catalogava tra la spazzatura la produzione musicale di una delle italiche band più tecniche e poliedriche degli ultimi 20 anni.

Elio che non più tardi di un mese fa poteva permettersi di rifiutare un ambrogino onorando la memoria di Biagi torna dunque nella sua Milano, sul palcoscenico più importante. Così recita il sito del Teatro alla Scala: Appuntamento eccentrico e stimolante quello proposto il 12 gennaio come avvio del ciclo pomeridiano “Invito alla Scala”, riservato al pubblico di Giovani e Anziani.

A tre eccellenti prime parti del Teatro – il clarinetto Fabrizio Meloni, il violino Klaidi Sahatci, il violoncello Alfredo Persichilli – si uniscono il pianoforte di Roberto Prosseda e la voce recitante di Elio (delle Storie Tese) nell’esecuzione di un pezzo di Luca Lombardi articolato in un Prologo, Quattro Melologhi e Tre Intermezzi, un Epilogo. I testi sono di Luciano Violante.

Il brano è in prima esecuzione integrale e fa da preludio a un capolavoro assoluto di tutta la letteratura cameristica di ogni tempo: il Quartetto per la fine del tempo di Messiaen, composto nel 1940 in un campo di prigionia tedesco.
Il "Quatuor pour la Fin du Temps" è senza dubbio uno dei brani più ispirati ed originali del grande compositore francese. Fu ultimato nel 1939 durante la sua prigionia nel lager nazista "Stalag VIII A" di Goerlitz, dove fu eseguito per la prima volta insieme agli altri strumentisti prigionieri. Proprio dal tema della Shoah prende spunto il testo di Luciano Violante, una profonda meditazione sul male e sul rapporto dell’uomo con Dio e con il tempo, su cui si basano i Quattro Melologhi di Luca Lombardi. Essi saranno alternati con tre Intermezzi strumentali, qui presentati in prima esecuzione assoluta. Per questa particolare occasione, Luciano Violante ha realizzato un testo che integra i versi dell’Apocalisse di Giovanni a cui si è ispirato Messiaen con quelli dei Quattro Melologhi, dando vita ad un percorso narrativo e drammatico di particolare pregnanza, affidato all’inconfondibile voce di Elio.

 
Riccardo Benvegnù

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