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Charlie Hebdo: in fiamme la redazione. La satira religiosa non s’ha da fare

La tradizione della stampa satirica è ancora forte in Francia e nonostante qualche battuta d’arresto (vedi la chiusura di Bakchich, dopo il rilancio a 1€) spesso detta anche l’agenda ai giornali generalisti. Non è raro trovare, ad esempio, uno dei pilastri della satira d’oltralpe, ovvero Le Canard Enchainé, citato per qualche scoop messo a segno.

Tra i più noti e letti c’è Charlie Hebdo, nato nel '60 col nome Hara Kiri Hebdo per poi mutare il nome nel 1970, in seguito alla chiusura forzata per un articolo ironico sulla morte di Charles De Gaulle.

Questa notte la redazione di CH è stata distrutta da due bombe molotov probabilmente di origine dolosa, lanciate per protesta contro la decisione del settimanale di nominare Maometto caporedattore del numero uscito di oggi - che ha per sottotitolo il gioco di parole Charia Hebdo - in cui, spiega il direttore Charb a le Monde, “volevamo reagire all’annuncio dell’istaurazione della sharia in Libia e alla vittoria del partito islamista Ennahda in Tunisia”. L’attentato è avvenuto all’una della scorsa notte e oltre a distruggere la redazione ((moquette, sistema elettrico etc...) di boulevard Davout nel XX arrondissement fortunatamente non ha fatto feriti. Sotto attacco anche il sito del giornale che è stato rimandato a una pagina raffigurante la Mecca e la scritta “Not god but Allah” (“Nessun Dio al di fuori di Allah”)
 
Di origine dolosa ha parlato il Ministro degli Interni Claude Guéant il quale non ha escluso la pista integralista: “Tutte le piste sono in esame ed è vero che un certo numero di messaggi di minacce sono state ricevute dal CH porta a non escludere questa pista (dell’integralismo musulmano ndr)”.
 
E in effetti le minacce in questi ultimi giorni sono state numerose e continue. Minacce sulla pagina facebook, su twitter e per posta; minacce che avevano come pretesto sempre quello, quella copertina, a loro detta, infamante. Lo stupore della redazione per le conseguenze sono anche dovute al fatto che nessuno era a conoscenza del contenuto del numero, ma solo della copertina e di qualche disegno inviato ai giornali come comunicato stampa. La copertina incriminata, in cui si vede un Maometto che esclama: “100 colpi di frusta se non siete già morti dalle risate” era stata twittata dai giornalisti che l’avevano ricevuta e da quel momento sono partite le minacce.
 
Il direttore responsabile aggiunto Sylvie Coma ha detto a le Monde che sono tutti sotto choc e ha cercato di ripercorrere questi giorni, a partire da domenica, quando a causa di Ognissanti hanno dovuto chiudere prima il numero, passando per lunedì quando hanno inviato il comunicato ed è cominciato il tam tam sul web, fino al disastro della notte scorsa. “Credo sia la prima volta che un giornale è colpito da un attacco del genere in Francia” dice la Coma.
 
Non è la prima volta, però, che il giornale è stato preso di mira. Già nel 2006, quando scoppiò la polemica per le vignette pubblicate dal giornale danese Jyllands-Posten su Maometto, proprio CH le riprese e le pubblicò attirandosi una coda non indifferente di minacce. Quel numero costò prima la condanna poi l'assoluzione dalle accuse di razzismo all'allora direttore Philippe Val; quelle però "erano ben più ‘hard’ rispetto a quelle del numero attuale” ribadisce la Coma.
 
Quello che è certo è che la linea editoriale del giornale, ovvero quella di liberi pensatori, ribadiscono dalla redazione, non cambierà, e giurano che nel momento in cui la religione diviene uno strumento politico, sarà criticata.
 
Ovviamente gli attestati di solidarietà sono tantissimi. La redazione di Libération ha invitato quella di Charlie a istallarsi momentaneamente da loro, “ci stringeremo” hanno detto, e ha offerto per domani “asilo giornalistico” sulle proprie colonne. Offerta accettata, e probabilmente il giornale domani sarà interamente illustrato dai disegnatori del settimanale satirico.
 
Update: è il gruppo di hacker turco Akincilar ad aver rivendicato l'attentato telematico al sito del giornale, con un messaggio inviato al Nouvel Observateur. "Il sito www.charliehebdo.fr è diventato un nostro obiettivo [dopo] l'affronto ai nostri valori religiosi. A causa del fatto che disprezza il nostro Profeta - si legge nel testo, che spiega anche chi sono e quali sono i loro obiettivi -, abbiamo inserito il nostro testo sulla home page [del sito] per protesta".
 
Gli hacker sottolineano come loro non siano per nulla intolleranti verso le altre religioni: "C'è tolleranza e rispetto verso le altre religioni nella nostra religione principale".
 
Nella nota finale hanno sottolineato, poi, come non c'entrino nulla, però con le molotov che hanno distrutto la redazione: "Non appoggiamo alcun tipo di attacco che sia effettuato con tale violenza".
 
Intanto anche la pagina facebook del settimanale è stata piratata. Una enorme quantità di messaggi in arabo inneggianti all'odio ha invaso la sua pagina fb, che è stata (momentaneamente?) bloccata.

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.189) 6 novembre 2011 16:39
    Renzo Riva

    PROVATEVI VOI A SCHIODARLI
    .
    Il filosofo dell’islam al Ghazali (1058-1111) scrisse:
    "Un tale Dio non può essere legato da alcuna legge".
    .
    I teologi musulmani sostennero, durante la lunga controversia con la setta dei Mu‘taziliti, che esaltava la ragione umana oltre il livello che chi alla fine vinse, era disposto a tollerare,
    .
    che Allah era libero di agire a suo piacimento. Pertanto non era obbligato a governare l’universo secondo leggi coerenti ed osservabili.
    .
    “Non può essere interrogato in merito a ciò che fa” (Corano 21:23).
    .
    Pertanto, non c’era motivo di osservare il funzionamento del mondo fisico;
    non c’era motivo di aspettarsi che alcun modello del suo funzionamento
    fosse coerente o addirittura riconoscibile.

    Se non ci si può aspettare che Allah sia coerente, perché perdere tempo per osservare l’ordine delle cose? Potrebbe cambiare domani!
    .

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