• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Home page > Attualità > Centri per rimpatri (CPR): 40 milioni di stanziamenti per nuove strutture (...)

Centri per rimpatri (CPR): 40 milioni di stanziamenti per nuove strutture di detenzione in Italia

Nella finanziaria è previsto uno stanziamento di 40 milioni di euro per nuovi centri di permanenza per il ripatrio (CPR)

di Fabrizio Maffioletti

 

L'ingresso del CPR Brunelleschi di Torino (Foto di repertorio di Fabrizio Maffioletti)

Moltissimo abbiamo scritto su queste strutture, nel rapporto pubblicato dal CILD si evidenzia che la spesa annuale per i CPR è di circa 42 milioni. Lo stanziamento previsto nella prossima finanziaria rappresenta quindi un aumento del 100% circa della destinazione di risorse economiche verso questo sistema, che rappresenta l’apice della repressione dell’immigrazione.

Una pessima legge la Turco Napolitano (legge 40/1998 ), una legge sostanzialmente “vuota”, che istituisce semplicemente dei luoghi di detenzione definita “amministrativa” perché chi vi è detenuto non lo è per aver commesso reati, ma lo è per essere privo di un permesso di soggiorno valido, ma non solo: apre la porta alla gestione della detenzione da parte dei privati. Una detenzione per indesiderati, quindi per ciò che si è e non per ciò che si ha commesso. Questo punto rappresenta, peraltro, inquietanti analogie con i lager.

Una legge vuota e l’assenza della politica hanno fatto sì che le uniche norme che disciplinano questa detenzione siano dei decreti del Viminale, in sostanza “circolari” che non hanno visto un passaggio parlamentare, che, come abbiamo più volte scritto, sono per lo più disattese, in particolare per quanto riguarda le pochissime garanzie contenute.

I CPR hanno la funzione di detenere ai fini dell’identificazione e dell’espulsione dei migranti privi di permesso di soggiorno valido, tuttavia la percentuale di rimpatri rispetto alle detenzioni nei CPR si attesta intorno al 50%, quindi un eventuale raddoppiamento delle strutture porterebbe verosimilmente questa percentuale al 25%.

Occorre affrontare la questione anche da un punto di vista politico.

Le politiche neoliberiste, di cui il PD è stato efficace catena di trasmissione, creano forbice sociale, ovvero povertà: l’aumento delle rilevazioni ufficiali sullo stato economico delle famiglie indica un continuo aumento dei cittadini e delle famiglie in stato di sofferenza socio-economica. Va detto che anche il M5S ha sempre avuto – al di là del trasformismo di Conte – ed ha tutt’ora una posizione non certo garantista sull’immigrazione, al punto che Conte stesso, nella stagione giallo-verde, firmò i Decreti Salvini.

Appare di tutta evidenza che la visione neoliberista si trovi poi di fronte al problema della visibilità e gestione delle povertà, la soluzione che viene regolarmente adottata è l’esclusione sociale e, di conseguenza, la repressione di chi dà voce a chi voce non deve avere: il povero rappresenta il fallimento intrinseco, visibile, delle politiche neoliberiste.

Nella questione migranti la repressione si trasferisce quindi anche a coloro che praticano la solidarietà, in particolare verso coloro che ottengono consenso politico, per fare degli esempi: Mimmo Lucano, Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir, le ONG.

Non sono solo le rilevazioni socio-economiche che certificano l’aumento di povertà, ma sono molto espliciti anche i sondaggi. A tal proposito è indicativo il sondaggio di Tecnè-Dire:

Il 71% degli italiani manifesta una preoccupazione economica legata al costo della vita. Significativo anche il dato sull’immigrazione clandestina, solo l’11% degl’italiani ormai lo considera un problema.

Il disegno neoliberista è chiaro, continuare ad investire sulla repressione dell’immigrazione: i bilanci di Frontex in aumento esponenziale, i 40 milioni aggiuntivi in finanziaria per i CPR. Ciò che non viene detto è che la cifra che lo Stato spende giornalmente per ogni immigrato detenuto in un CPR è superiore a quella che destina per il circuito dell’accoglienza e integrazione per le persone provenienti da altri Paesi. Circuito, tra l’altro, largamente insufficiente anche e soprattutto dal punto di vista strutturale.

Inoltre l’assenza di volontà di regolarizzazione, eclatanti sono le interminabili code davanti agli uffici stranieri, come certificato dal Tribunale di Roma, crea illegalità. Perfetto terreno di coltura per il dumping salariale, che colpisce tutti tranne coloro che hanno tutto l’interesse affinché ciò avvenga. Ma non solo: il continuare a determinare un clima di illegalità senza creare regolarizzazione e integrazione crea sempre maggiori problemi di ordine pubblico. Un serpente che si morde la coda: la repressione obbliga a creare sempre maggior repressione che, come certificato da diverse sentenze, utilizza prassi che eludono l’Ordinamento italiano ed internazionale.

La polemica artificialmente montata nei giorni scorsi sulle ONG, si è rivelata, numeri alla mano, un flop per l’attuale Governo, che sembra voler distrarre a tutti i costi gli italiani dal problema vero: ovvero osservare e valutare le misure economiche adottate dall’Esecutivo per sostenere la vita dei cittadini.

Certo sbalordisce, stante la situazione economica degli italiani, la destinazione di risorse economiche permanenti ad un sistema (i CPR) chiaramente irriformabile e fallimentare nei risultati, mentre si utilizzano palliativi come i bonus, che certificano l’assenza di misure strutturali per sanare una situazione economica che anno dopo anno vede impoverire sempre più famiglie italiane.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità