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Celentano, una proposta: non pagarlo

L’apparizione in prime time TV del comandante Schettino o Cesare Battisti o, chessò, qualcuno che sostiene che la Shoah non esiste e insomma gli ebrei se la sono cercata, toccherebbe vertici di audience bulgari; la giustificazione della RAI di inseguire gli ascolti sembra pertanto un po’ debole, come miserabili sono ora i suoi propositi di “commissariare” il Festival di Sanremo per evitare il ripetersi di esibizioni come quella di Celentano dell’altra sera.

Sapevano benessimo a cosa andavano incontro sottoscrivendo un contratto che la stampa definisce “blindatissimo”. Nonostante questa blindatura propongo di non pagarlo, impugnare il contratto con qualche cavillo giuridico e andare in causa. 

Causa persa, naturalmente, figurarsi se non trova qualche giudice democratico pronto a dargli ragione, ma almeno ci sarebbe un soprassalto di dignità. Non preoccupatevi, cari dirigenti RAI da 250.000 € di stipendio, le spese legali le paghiamo noi, con un SMS da 2 euro sono certo che raccoglieremmo importi da potersi permettere i migliori principi del foro. 

Quanto a lui, il Molleggiato, i suoi estimatori (agghiaccianti le ovazioni di una parte del pubblico mentre quello si beveva un bicchier d’acqua) invocano i suoi successi artistici. Ma davvero blaterare in un finto inglese maccheronico sulla base musicale di una cadenza da juke box anni 50, sempre quella da 30/40 anni, fa pensare al Frank Sinatra de noantri? O forse pensano ancora a Azzurro e 24.000 baci?

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.217) 17 febbraio 2012 02:21

    pagherei volentieri 2 euro per non dover leggere tutti i giorni 13894 column e opinioni strampalate su quel che succede a sanremo piuttosto

  • Di Geri Steve (---.---.---.154) 17 febbraio 2012 11:56

    IO INVECE LOTTO CONTRO LA SCEMENZA!

    Non guardo TV, quindi non ho opinioni in merito, ma la proposta mi sembra un ottimo esempio di "politica scema": a fronte di un problema (vero o presunto) non si analizza per risalire alle cause e ai responsabili, ma si attiva una rissa del tutto scema, perche’ e’ ovvio che un contratto va rispettato e che la battaglia per farlo rispettare annebbiera’ completamente la problematica iniziale.

  • Di (---.---.---.91) 20 febbraio 2012 04:44



    Questo festival di Sanremo passato sara’ ricordato in particolar modo per le innumerevoli polemiche su Celentano scaturenti dai suoi monologhi.Quando s’invita un "personaggio"come Celentano in una trasmissione ad alto audience Nazionale come quella del festival lo si fa’ anche per quell’ audience leit motiv di tutte le trasmissione televisive.L’audience come sappiamo e’ quella condizione indispensabile al buon successo di una trasmissione,ed il successo di una trasmissione e’ anche quella base di partenza per vendere quegli spot pubblicitari dal prezzo altissimo .Fermo restando che la liberta’ di opinione e di pensiero esternata con lo scritto o con le parole in ogni paese democratico come il nostro deve essere rispettata vi sono pero’ pure dei limiti che ognuno deve rispettare.Celentano il cui estro e creativita’ artistica non va messo in discussione e’ stato fischiato e poi applaudito in quella serata finale del festival per le sue reiterazioni di attacchi a quei giornali Cattolici come Avvenire e Famiglia Cristiana gia’ esternati durante il suo primo intervento .Tali giornali secondo Celentano dovrebbero parlare piu’ di Dio e della nostra condizione di vita nella quale ci poniamo nei suoi confronti in questa vita terrena,toccando anche quella condizione del sociale tanto cara alla Chiesa.L’attacco a tali giornali e’ stato "feroce"invocandone addirittura la chiusura e poi smentendo tale cosa.
     
    Non a conoscenza se tali giornali deputati ad un certo ceto di persone le quali si aspettano leggendoli di aver comprato un giornale della chiesa siano soddisfatte, ma non possiamo esimerci dal criticare un tale attacco feroce per un qualcosa che se pur esiste andava sottolineato con quella ironia che tanto puo’ fare per sollevare critiche.
    Non si poteva pretendere che Celentano in Tv stesse zitto e cantasse solo le sue canzoni per le quali e’ diventato un icona artistica della nostra Nazione,Celentano e’ polemico e la polemica come abbiamo detto piace forse anche a quei vertici Rai.

    Quelle perle di saggezza che Celentano vuole dispensare attraverso i suoi monologhi spesso hanno qualcosa di vero il loro fine e’ quello di uno sprono ad una condizione di vita migliore piu’ equa piu’ giusta partendo dalla politica per finire alla situazione di vivibilita’ che non eccelle in particolar modo in questo periodo nella nostra Nazione,ma Celentano non e’ un politico e anche se incanta con i suoi sermoni spesso interrotti da quei sorsi d’acqua non puo’ vantarsi di eccellere anche come sociologo come eccelle come cantante.

    Quei discorsi dell’ esistenza di Dio,sulla realta’ di un paradiso intesa come condizione di una fine vita e di un inizio di quella nuova eterna non piu’ tormentata da quelle ingiustizie e quei dolori terreni,quei discorsi sulla motivazione sine qua per cui siamo venuti al mondo sono troppo particolari e delicati per essere sostenuti da un eccellente artista vanto della nostra Nazione quale >Celentano.
    Tutto e’ follia in questo mondo fuorche’ il folleggiare diceva qualcuno.



    [email protected]   Antonello Laiso
                     Napoli


  • Di (---.---.---.59) 20 febbraio 2012 14:37

    A me la cosa che ha lasciato più interdetto è stato l’appello alla democrazia attuato da Celentano per giustificare il suo desiderio di veder chiusi Famiglia Cristiana e l’Avvenire.


    "Siamo in democrazia e ho espresso un mio desiderio", più o meno queste le sue parole. Una furba strizzatina d’occhio al pubblico plaudente, come dire: "sono uno di voi e se affermo certe cose è perché siamo democrazia".

    Beh, visto che siamo in democrazia, mi piacerebbe che una volta il microfono lo dessero a me. Che mi lasciassero 50 minuti di spazio davanti ad una telecamera durante uno spettacolo di massima audience, con carta bianca riguardo ai contenuti. Ah, se me lo dessero, questo spazietto, avrei tanti di quei desideri da esprimere e lo farei anche gratis. Siamo in democrazia, no? E’ questa la giustificazione che si dà l’Adriano nazionale. 

    Perché Celentano può e il pinco pallino no? Perché non siamo in democrazia, ma in una VIPcrazia.

    E che allora Celentano parli, strapagato, e si lamenti di ciò che desidera, anche dei vicini, del giornalaio che gli sta sulle scatole, del fruttaiolo di fiducia che gli ha rifilato della verdura non di prima scelta, di quello che gli ha tagliato la strada con l’auto... tanto se capita a lui è sempre notizia, è un fatto di interesse nazionale. E che lo si paghi anche centinaia di migliaia di euro per queste esternazioni.

    Ma una cosa almeno, non la chiamasse democrazia questa. Perché gli Italiani non sono tutti uguali: c’è chi può e chi no. Lui può e per giustificarsi tira in ballo noi come foglia di fico, "parla così perché è in democrazia". Grazie tante. Perché invece di preparare sermoni ad effetto per fare audience non fa qualcosa di davvero rivoluzionario? Alla prossima ospitata a Sanremo, Adriano, perché non porti un cassintegrato sul palco e lasci parlare lui, mentre ingolli tanti bicchieri d’acqua in silenzio? 

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