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 Home page > Tribuna Libera > Ce l’ho io la soluzione del debito (almeno è un’idea)

Ce l’ho io la soluzione del debito (almeno è un’idea)

E’ una sarabanda. Che uno abbia acceso la televisione, ascolti la radio, legga i giornali o navighi nel vasto mare del web non potrà evitare di incorrere nei pareri, giudizi o recriminazioni sull’attuale fase politico-economica. Del resto, c’è poco da scherzare.

Il governo dei nani e delle ballerine di craxiana memoria si è fatto da parte (vorrei dire “se ne è andato”, ma temo che questa non sia la verità) e ora, mascherato da dignitoso parlamentare, nascoste sotto il banco le fette di mortadella sbandierate con voluttà anni fa, applaude compunto con la serietà che si deve ai ministri-professori. Le esplosioni mimico-verbali dei dipietristi sono scese di numerosi decibel e dacché erano grida ora sono solo timidi sussurri.

Nemmeno le fantasiose narrazioni vendoliane si sentono più, messe in ombra dalla soave accondiscendenza che le gerarchie d’oltretevere mostrano verso un governo che, ohibò!, si dice composto in larga parte da massoni (lo dice il giornale di Ferrara che di massoneria se ne intende avendo frequentato per anni tutte le alte sfere della P2 che gestivano il governo precedente, senza che lui, peraltro, se ne scandalizzasse).

Il centro-sinistra cattoriformista, infine, è entusiasta. Solo l’estrema rifondazione pare scatenata all’opposizione in nome della politica dei soviet e la Lega ha già imbracciato le armi della secessione (o quasi).

E tutti scrivono sull’uomo di Goldman Sachs, della Trilateral e così via, ri-trovando oggi (ma non si era detto che era una scemenza ?) la conferma delle attività losche del complotto demo-pluto-giudaico-massonico di mussoliniana memoria.

Va bene, sarà pure così, ma mica ci hanno costretto loro a indebitarci per duemila miliardi di euro che tradotti in lire non saprei nemmeno dirlo.

Allora, siccome voglio dire la mia, ma di economia ammetto di non capire un bel niente, scrivo quello che mi venne in mente a febbraio quando i giornali titolarono scandalizzati “Durnwalder non parteciperà”.

Questo tizio è il presidente della provincia autonoma di Bolzano, insomma dell’Alto Adige o Südtirol per dirla in lingua indigena. In fondo - dice lui - "Siamo stati annessi a Roma contro la nostra volontà". Mica sono italiani, il 75% è di etnia tirolese non italiana.

Andiamo, hanno ragione, che ci stanno a fare con noi che siamo un po' cialtroni, loro sono similtedeschi, precisi, puntuali, conti in ordine, marciapiedi puliti, fiori alle finestre e grembiulini inamidati. Stanno con noi perché un secolo fa l’impero austroungarico ha perso una guerra, mica per volontà popolare. Se solo potessero se ne andrebbero, lo sappiamo noi come lo sanno loro.

Allora, se non vogliono stare con noi, lasciamo che vadano per la loro strada. Con un tot di dispiacere; sono un po’ freddini, ma in fondo anche carini (beh almeno le ragazze lo sono); perché costringerli, perché negare la loro non-italianità, il loro diritto all'autodeterminazione ? Suvvia, ritiriamoci, abbandoniamo l’Alto Adige.

Anzi, vendiamocelo. Varrà pure duemila miliardi; o almeno milleecinque. Ha un gran bel PIL, perbacco.

Ok, mille, e non se ne parli più.

 

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