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Caso Genchi: fuga di notizie e strategie di flusso mediatico

Ricostruzione di un pomeriggio di normale prigrizia informativa e presunti scoop.

La notizia arriva ieri sugli schermi delle redazioni. Fonte AdnKronos, la seconda agenzia di stampa italiana.

INTERCETTAZIONI: CASO GENCHI, TUTTI I NUMERI DELL’ARCHIVIO

AL VAGLIO DELLA PROCURA DI ROMA L’IMPRESSIONANTE MOLE DI DATI ACCUMULATI DAL SUPERCONSULENTE Roma, 25 mar.- (Adnkronos) - Prosegue, presso la Procura della Repubblica di Roma, la valutazione degli esiti delle perquisizioni ordinate il 13 marzo scorso a Palermo ai carabinieri del Ros nei confronti del superconsulente Gioacchino Genchi, sospeso dalla Polizia lunedi’ scorso. Nell’abitazione e presso l’ufficio palermitano di Genchi, gia’ consulente dell’ex pm Luigi De Magistris, e’ stata acquisita una vera e propria banca dati con numeri impressionanti.
Segue immediato il take de Il Velino. Due righe ma quanto basta.
Genchi, sequestrati i tabulati di 13 milioni di utenze telefoniche
Roma, 25 mar (Velino) - Sarebbero 13 milioni gli intestatari di utenze telefoniche finiti nell’archivio di Gioacchino Genchi e consegnati dal Raggruppamento operativo speciale dei carabineri ai magistrati della procura de... (su internet c’è solo questo. Per leggere il resto bisogna abbonarsi)
Ma di che cosa si parla ce lo spiega La Voce d’Italia
Roma - Emergono nuovi nuomeri dalle investigazioni sull’archivio di Gioacchino Genchi, il consulente dell’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, ora votato alla politica, prima solo televisiva, ora anche reale, candidandosi alle europee con L’Italia (giustizialista) dei Valori di Antonio di Pietro. I carabinieri del Ros avrebbero individuato 13 milioni di intestatari di utenze telefoniche, le cosiddette "anagrafiche". Questo lo si apprende in ambienti investigativi. Sequestrati anche dati relativi a un milione e 160 mila persone ricavati dalle anagrafi di Palermo, Mazzara del Vallo e di alcuni comuni Calabresi. Il totale dei tabulati acquisiti da Genchi ammonterebbe, infine, a 350 milioni di righe di traffico telefonico, ognuna delle quali contiene un chiamante, un chiamato, data, ora, durata e ubicazione della cella telefonica.
Numeri da far girare la testa e non solo, ma è da tener presente che il lavoro di Genchi era proprio quello di scoprire a chi appartenevano i numeri telefonici trovati dalla magistratura o dalle forze dell’ordine. Quindi è ovvio che i dati esaminati rimarrebbero in memoria, finchè il processo non viene chiuso con una sentenza definitiva. Visto che Genchi era consulente, legalmente, della procura di Mazzaro del vallo nell’indagine sulla scomprsa di Denis Pipitone, scomparsa il 1 settembre 2004, è normale che conducesse le sue indagini nelle zone di Mazzara e Palermo. Nello steso modo è stato consulente di De Magistris per le inchieste Poseidone e Why Not, che giustifica le acquisizioni sul territorio calabrese.
Genchi non rilascia commenti sul caso, ma visto che i dati sono al vaglio della procura di Roma, da dove escono questi numeri? Queste fughe di notizie la stampa da dove le prende? E poi questi dati, come ha precisato lo stesso Genchi in una puntata di Anno Zero, sono sempre spiegati mali così da creare consusione e "terrore" nella mente della gente.
Angelo Laino
A quanto pare quelli della Voce D’Italia l’abbonamento a Il Velino l’hanno pagato. E qualche domanda se la fanno. Da dove escono questi dati? Chi li ha fatti arrivare sul tavolo di un paio di redazioni? Il segreto istruttorio dove sta?

E allora qualche "però" bisogna iniziare a metterlo. Perché c’è sempre un però. Ritorniamo ai terminali delle agenzie e andiamo a cercare nel flusso temporale delle notizie di giornata se ci fosse qualcosa che potrebbe aver provocato una così tempestiva fuga di notizie. Perché si rischia molto a far uscire dati coperti dalle indagini, e quindi deve valerne, per forza, la pena. Ed eccolo lì, un solitario take dell’Ansa di un paio d’ore prima. Che se non fosse stato per lo scoop presunto dei numeri dei tracciamenti di Genchi avrebbe creato il caso della giornata.
Ciancimino teste a processo Mori
Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo, Vito, sarà sentito tra il 21 e il 23 maggio a Roma nel processo in cui è imputato di favoreggiamento aggravato alla mafia il generale dei carabinieri Mario Mori. Lo ha deciso, rinviando al 3 aprile l’indicazione della data precisa, la IV sezione del tribunale di Palermo, che ha fissato una trasferta di 3 giorni per motivi di sicurezza per ascoltare il dichiarante Ciancimino e i collaboratori di giustizia del procedimento in cui Mori è imputato assieme al colonnello Mauro Obinu. Secondo la Procura, i due ufficiali dell’Arma non avrebbero organizzato il blitz che avrebbe potuto portare alla cattura di Bernardo Provenzano a Mezzojuso, il 31 ottobre 1995, e non avrebbero sviluppato le successive indagini. Deponendo di fronte ai pm Antonio Ingroia e Antonino Di Matteo, Ciancimino ha parlato della trattativa tra Stato e mafia nel periodo delle stragi del ’92. Questo, secondo l’accusa, potrebbe spiegare il mancato blitz. A dare ai militari l’input sull’operazione era stato il confidente Luigi Ilardo, che aveva anticipato al colonnello dei carabinieri Michele Riccio la presenza, nella zona, di Provenzano che doveva partecipare a un summit con altri capimafia. (ANSA).
La guerra si combatte sulle agenzie di stampa, nel flusso delle informazioni. Come dire: a chi la spara più grossa. Esce una notizia? Allarme! Si corre al riparo cercando una notizia che ne copra la visibilità. Si chiama effetto riverbero. Tecnica, solo tecnica. I contenuti, sia quelli delle dichiarazioni di Ciancimino che quelli dei presunti numeri di Genchi, non interessano a nessuno. E i giornali non hanno neppure più il bisogno di "prendere ordini". Per pigrizia e mancanza di fantasia si adeguano. Oggi chi la sparerà più grossa?

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