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Case di riposo lager e parenti assenti: ma un giorno, tutti saremo anziani...

L’ennesima casa di riposo lager, stavolta a Velletri, in provincia di Roma. Le modalità, sono quelle solite: casa di riposo abusiva, norme igieniche dimenticate, anziani maltrattati, tenuti stesi su divani fatiscenti e letti di fortuna, in totale promiscuità. Le camere, sono sprovviste persino dei servizi igienici.

A far "compagnia" ai sei "ospiti", due grossi cani, in malandate condizioni igieniche.

I proprietari, due italiani, non hanno alcuna abilitazione a operare nel settore. Una situazione frequente.

Stavolta però, c’è una nota che rende tutto ancora più amaro. Questa fossa dei serpenti, non è stata scoperta grazie alla denuncia dei familiari dei poveri ospiti. E’ stata la Guardia di Finanza a sospettare che qualcosa, o meglio, molto più di qualcosa non andasse per il verso giusto, in quel ricovero per anziani.

I familiari? Non pervenuti. D’altronde, solo chi se ne fotte totalmente dei propri cari anziani, può non conoscere le condizioni disumane cui li hanno costretti. O forse no, è ancora peggio: conoscevano perfettamente le condizioni disumane del luogo in cui li hanno parcheggiati per sempre, fino a che la morte – a volte più clemente della vita – li avrebbe portati via da un fine vita ingiusto, paradossale, satanico.

Anche perchè, questa "casa di riposo" operava in nero. Di conseguenza, i soldi versati dai parenti, erano consegnati senza l'emissione di alcuna fattura. Ergo...

Non è un dubbio, ma una certezza, ritenere che questi parenti-serpenti, abbiano deciso scentemente di abbandonare questi sei anziani, dal momento che, quando gli uomini della Guardia di Finanza hanno fatto irruzione in questo posto immondo, trovando sei anziani in pessime condizioni igieniche e, praticamente in stato di abbandono, si sono subito premurati di avvertire i familiari degli anziani, per chiedere che venissero a prenderli.

La risposta, corale: nossignore. Non li vogliamo. Al pari di scarti di produzione, di spazzatura umana, di inutili pezzi di carne, di cui forse si attende la morte, per appropriarsi magari di qualche bene immobile da ereditare.

Ecco, il vero scandalo sono queste persone. Esseri che probabilmente, sono convinti che vivranno in eterno nel periodo dell’età adulta. Esseri che ritengono pezzi di carne inutile, madri, padri, nonni e altri parenti anziani, non aventi più diritto di alcun diritto. La colpa? Aver passato una certa età. Non esser più adulti, bensì vecchi, e quindi – per mentalità malate come solo certi umani sanno palesare – inutili.

Nessun accenno ai sentimenti. Nessun dolore. Nessuna pietà. Poi, ci mancherebbe: Luglio semmai, è il mese delle vacanze appena arrivate, o che stanno per giungere. Vi pare questo il momento, signori della Guardia di Finanza, di disturbare il meritato riposo degli adulti? Suvvia…

Questa gente mi fa ribrezzo. E’ l’unico aggettivo che mi viene in mente. No, mi fa più che ribrezzo. Ma ho pazienza, e attendo. Attendo il giorno in cui, su questi inutili adulti – inutili, non essendo dotati di sentimenti – calerà l’oscurità dell’esser vecchi. Il momento in cui nessuna plastica potrà tentare di riprodurre una brutta copia di sembianze giovanili. E attendo il giorno in cui, come è ovvio e giusto che sia, a loro volta verranno abbandonati, e dimenticati, senza troppe storie, dai loro figli e nipoti.

I sei anziani dell’ennesima casa del terrore, sono stati trasferiti presso un’altra struttura. Vedranno altri volti, conosceranno un’altra realtà, mi auguro migliore.

Questa storia, come tutte le storie simili a questa, deve far riflettere su una cosa: l’umanità è satanica. Non tutta, ci mancherebbe, ma parte di essa lo è.

Non esistono, per certi esseri, ricordi, emozioni, legami di sangue, affetto. Provano solo un disgustoso sentimento di egocentrismo, esasperato dalla convinzione che loro no, mai e poi mai, faranno la fine che hanno deciso per quelli che, malgrado tutto, siamo costretti a chiamare “loro cari”.

Ma ribadisco: ho pazienza. Sempre il corpo del nemico, passa lungo il fiume. Basta aspettare…

Questo articolo è stato pubblicato qui

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