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Carta Oro

La distanza fra la politica ed i cittadini continua a farsi sempre più siderale, probabilmente dipende dal fatto che gli uomini politici una volta assurti agli sfarzi delle logge del potere hanno in tutta fretta dimenticato come vivono le persone normali o più semplicemente è da imputare al fatto che la politica ha ormai raggiunto un tale livello di autoreferenzialità da avere perso ogni residuo contatto con il mondo reale.
Sul finire di questo freddo novembre, mentre già le festività natalizie s’intravedono all’orizzonte ed i governi occidentali continuano a regalare miliardi alle banche (da sempre le aziende con più alta redditività al mondo) mentre si propongono di fare altrettanto con la disastrata industria automobilistica, seguendo le orme di quel vero simbolo del mercato liberista che sono gli Stati Uniti, anche in Italia il governo è in piena attività. Si è appena provveduto a donare Alitalia alla cordata d’imprenditori di rapina capeggiata da Colaninno, ma il vero obiettivo è costituito dal fronteggiare la crisi finanziaria e rinfocolare i consumi di Natale che sembrano in procinto di essere fagocitati dalla recessione.

Dopo il disastro della scuola di Rivoli, il cui soffitto è crollato in testa agli studenti, uccidendo un ragazzo di 17 anni e ferendone altri 20, Guido Bertolaso ha reso noto il drammatico stato in cui versano gli edifici scolastici italiani, affermando che occorrerebbe un investimento di 13 miliardi di euro per metterli in sicurezza. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che della tragedia di Rivoli non si è curato minimamente, ha annunciato con il sorriso sulle labbra di avere stanziato 16 miliardi di euro, non per evitare che le scuole crollino ammazzando gli studenti, bensì per costruire grandi opere, nella fattispecie (come da lui affermato) trafori alpini attraverso i quali convogliare il traffico merci che nei prossimi anni a causa della recessione aumenterà sicuramente a dismisura.



Il ministro Tremonti ha invece occhi solo per le famiglie e proprio ieri ha presentato alla stampa la “Social Card”, una sorta di carta di credito prepagata destinata a 1.300.000 italiani e contenente 120 euro da spendere negli esercizi commerciali convenzionati. La carta verrà ricaricata mensilmente di 40 euro dalla generosità dello Stato e potranno fruirne i cittadini ultra sessantacinquenni e le famiglie con figli piccoli (fino a 3 anni) che abbiamo un reddito fino a 6000 euro, non più di una casa e non più di un’auto. Senza entrare nel merito dell’entità dell’aiuto di Stato che sembra piuttosto misera per rivelarsi propedeutica all’incremento dei consumi e al mezzo con cui si è ritenuto di veicolarlo, non si può evitare di mettere in evidenza come il metro usato per aiutare i “poveri” non risulti assolutamente equilibrato, dal momento che tutti i disoccupati a reddito zero, senza figli o con figli grandi non usufruiranno neppure di questa elemosina.
Peggio di Tremonti sarebbero comunque riusciti a fare il PD e la CGIL che preferirebbero aiutare le famiglie più povere detassando le tredicesime, dimenticando che in Italia i più poveri, disoccupati e precari, la tredicesima non sanno neppure cosa sia.

Affrontare il profondo malessere economico che attanaglia le famiglie italiane, con carte di credito, una tantum e offerte promozionali è un po’ come prendere il mare in una giornata tempestosa a bordo di un materassino, con la speranza che la prima onda ci ributti a riva sul bagnasciuga anziché affogarci. Gli italiani che sono in sofferenza economica (tutti gli italiani che sono in sofferenza economica) non hanno bisogno di qualche elemosina formato “mastercard”, bensì di un reddito continuativo che consenta loro di vivere con dignità, di progettare un futuro, di non sentirsi al margine della società.
In un’Italia dove l’emorragia occupazionale sta crescendo a dismisura non servono a nulla le carte di credito modello Tremonti e meno ancora l’elemosina mirata a coloro che percepiscono la tredicesima, come gradirebbero la sinistra ed i sindacati.Occorre creare nuove opportunità di lavoro, magari indirizzando i 16 miliardi stanziati a favore delle grandi opere della mafia del cemento e del tondino (il settore che in assoluto genera il minore ritorno in termini di occupazione) per ristrutturare gli edifici scolastici e liberarli dall’amianto, magari procedendo a ristrutturare, nell’ottica di accrescere la loro efficienza energetica, il patrimonio immobiliare, magari riconvertendo quell’anacronistico dinosauro che è l’industria automobilistica alla costruzione di microcogeneratori per l’autoproduzione energetica, magari procedendo alla bonifica delle aree inquinate dai rifiuti tossici di provenienza industriale. Le occasioni certo non mancherebbero, quello che manca è purtroppo una classe politica che possieda una minima consapevolezza della realtà che la circonda e sappia affrancarsi, almeno un poco, dal suo ruolo di “cameriere” dei grandi poteri che ne gestiscono l’operato.

Commenti all'articolo

  • Di orso (---.---.---.166) 27 novembre 2008 19:33

    condivido quello che hai scrito, ma questa è una valutazione di parte.
    invece è un dato oggettivo come hai ben formulato e svolto il pensiero, in sostanza l’articolo mi piace.
    nel merito vorrei dire che purtroppo la situazione è anche peggiore di come la hai descritta.
    infatti mi pare di tutta evidenza che, in aggiunta all’inconsistenza della classe politica, siamo alle prese con scelte precise e populismo allo stato puro. gli italiani capiranno quando i danni saranno enormi e, forse, irreversibili per la maggior parte della gente.
    il discorso sarebbe troppo lungo.
    p.s.
    sono le 19.20 e sto ascoltando i telegiornali.
    raccapricciante!!!!!

  • Di Nino Federico (---.---.---.58) 28 novembre 2008 10:22

    Analisi rispettabile, nello stesso tempo sembra non ci sia via d’uscita nè con il governo nè con l’opposizione e tantomeno coi sindacati. La soluzione qual’è ? Da qualche parte bisognerà pure cominciare.
    Concordo con lei sul tema dell’elemosina, questa misura servirà solo a dare speranza a qualcuno, ma con le speranze non si pagano le bollette, il latte per i bambini, la scuola.
    Misure straordinarie, quelle si che ci vorrebbero, smantellare tutto ciò che è inutile, vendere e rottamare ciò che non serve, utilizzare massicciamente i beni confiscati alla criminalità di qualsiasi tipo.
    Industriarsi, parlare con la gente, trasmettere un senso di appartenenza ma al paese e non ad un partito per poter vincere le prossime elezioni.
    Saluti da Roma NFederico

  • Di Cittadino disilluso (---.---.---.222) 29 novembre 2008 21:11

    Ma l’anziano per prendere quei soldi dovrà digitare il pin? Dovrà pagare il pane alla bottega col bancomat?

  • Di paolo praolini (---.---.---.64) 29 novembre 2008 22:51

    Questa politica e’ generosa di tante parole, ma non sento fare accenno all’eliminazione degli sprechi e degli eccessi. I posti dove recuperare risorse per la comunita’ sono noti ma nessuno si azzarda a toccarli. Riduzione delle auto blu e scorte; riduzione dei mega stipendi degli europarlamentari Italiani che guadagnano 1/3 in piu’ che nelle altre nazioni; razionalizzazione delle risorse della sanita’ eliminando ad esempio i primari ed i reparti creati per volonta’ politica; eliminazione delle comunita’ montane enti inutili alla societa’ e di esclusiva ingerenza politica; riduzione dell’organico parlamentare tra camera e senato; razionalizzazione delle risorse all’interno delle strutture ministeriali eliminando i privilegi di alcuni che ricadono sulle spalle della comunita’; mettere sotto controllo l’esecuzione dei lavori pubblici al fine di evitare sprechi e la costruzione di strutture inutilizzabili come accaduto fino ad oggi; e .....poi..... possiamo scrivere per un altro giorno quanti sono gli sprechi che erodono le residue risorse di questa disillusa nazione.... La politica e’ miope per gli interessi del paese ma vede bene per i propri ed oscuri .

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