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Caro Di Pietro, il futuro fa fuoco con la legna che c’è

Caro Di Pietro, il futuro fa fuoco con la legna che c'è

Caro Antonio Di Pietro,

oggi ho scelto questo bellissimo aforisma di Alessandro Baricco per provare a scriverle due parole. Prima di tutto le voglio fare i complimenti. Già, mi voglio congratulare con lei.

Le scelte di Emiliano Morrone per la Calabria, e di Giulio Cavalli per la Lombardia, parafrasando Baricco, sono la miglior legna che in questo momento è a disposizione del nostro Paese.

In un’Italia in preda ad una vera e propria crisi etica e culturale, che ha come sua principale azienda la Mafia S.P.A, e che incarna la sua principale scuola nella Tv trash e commerciale, in un’Italia che ha bisogno di uomini e non solo di chiacchiere sparse al vento, le scelte di Morrone e Cavalli sono a dir poco soddisfacenti.

Lei forse non lo sa, ma ci sono tanti che come me pensano che il vero processo a Silvio Berlusconi sia l’unico per il quale non potrebbe mai essere processato: un processo per corruzione morale del nostro paese e del popolo italiano. Un processo senza giudici, senza magistrati e senza avvocati, un processo del quale ne paghiamo e ne pagheremo ancora per molto le conseguenze, vista la deriva socio-culturale alla quale ci ha portati.

Con Emiliano Morrone e Giulio Cavalli, queste due nuove talentuose giovani figure, finalmente l’Italia in campagna elettorale ha potuto inalare un’aria respirabile.

Ora le potrà sembrare strano, ma con i suoi candidati in Calabria ed in Lombardia lei è riuscito a restituirmi parzialmente l’orgoglio di essere italiano; mentre mi ha offeso e mi ha disonorato per quella terra che più mi brucia e che più mi fa male.

Perchè è la mia: la Campania.

Le vorrei porre alcune domande, prima di entrare nel merito del discorso.

Cosa c’entrano i bossoli intimidatori di Cavalli con De Luca?
Cosa c’entra l’attività antimafia di Sonia Alfano con De Luca?
Cosa c’entra un magistrato vessato come De Magistris con De Luca?
Cosa c’entra l’intensa attività antimafia di Morrone con De Luca?

Noi qui, soprattutto in questa mia povera terra stuprata e dilaniata dal malavita, che nasce nei quartieri malfamati ma muore sotto alle scrivanie dei vari Palazzi del Potere, proprio qui avremmo avuto bisogno di una scelta forte, di un uomo coraggioso, di un programma sostanzioso.

Non entro nel merito delle vicende giudiziarie di Vincenzo De Luca, innocente fino all’ultimo grado di giudizio, ma voglio entrare nel merito delle sue scelte e delle sue dichiarazioni.

Anzi io penso che se De Luca fosse quella persona così coerente e così determinata quale si propone e si presenta, dovrebbe essere il primo a girarle le spalle.

Anche se i più maligni hanno detto che l’appoggio a De Luca è stato lo scotto da pagare, il veto che le è stato imposto da Bersani per l’ alleanza con il PD, lei dichiara e continua a dichiarare che ha dovuto appoggiare De Luca per questioni di opportunità politica, perchè non sapeva più cosa fare e non voleva lasciare la Campania ai Casalesi.

Ecco, Caro Antonio Di Pietro, io credo che nello stesso momento in cui lo afferma, lei non solo perde elettori in Campania, ma paradossalmente anche in Lombardia ed in Calabria. E perde credibilità l’intero progetto politico, l’intera ambizione alla base delle sue idee e delle sue scelte.

L’Italia dei valori in quel momento diventa l’Italia dei favori.

E diventa l’enesima bagattella, l’ennesima incoerenza sulla questione morale, quella grande piaga che ha il nostro Paese, di cui tutti politici parlano e straparlano ma poi nessuno muove un dito.

Avrebbe potuto appoggiare Roberto Fico, un candidato "neutro" che proviene dalla società civile, il candidato del Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo.

Ma nemmeno l’ha fatto.

Allora con l’acqua alla gola, è stato meglio appoggiare l’ultimo candidato che poteva appoggiare? Un quesito che mi lascia ancora oggi, ad un paio di settimane dalle elezioni, senza risposte.

E se il destino fa fuoco con la legna che c’è,
Caro Antonio Di Pietro, venga a farsi un giro dalle mie parti.

Venga nella mia Campania.
Si respira già la cenere.

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