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Capiamolo così ci capiamo tutti: si naviga a vista!

Capiamolo così ci capiamo tutti: si naviga a vista!
Aver sottovalutato l’importanza della crisi, senza avere adottato i provvedimenti più opportuni per fronteggiarla in tempo, porta adesso il governo a recuperare almeno 60 miliardi di euro in tre anni.
 
28 miliardi per cominciare quest’anno, se tra sei mesi i mercati diranno che non sono sufficienti bisognerà raddoppiare e quindi abbassare il tenore di vita degli italiani che, appunto, dovrà essere simile a quello della Grecia, se vogliamo evitare di fare la stessa fine.
 
Le misure adottate sono però quelle standard, tasse sui deboli (“senza mettere le mani intasca agli italiani” dove per gli italiani si intendono i benestanti, i proprietari di case di lusso cui si toglie l’ICI), unica novità: per lo "Stato di Emergenza" serve il placet del Tesoro.
 
Stiamo come la Grecia: ben lo sapeva Berlusconi mentre asseriva che l’Italia aveva superato la crisi meglio di altri paesi. Fingeva, come sempre, ora è evidente a tutti che l’ottimismo non basta più.
 
Con le televisioni è riuscito a convincere gli italiani di aver fatto miracoli con il terremoto a L’Aquila mentre non ha voluto (o potuto?) neppure iniziare i lavori per la ricostruzione per mancanza di soldi.
 
Non è riuscito peraltro a frenare la voracità della Protezione Civile che ha sperperato soldi splafonando allegramente e senza controllo: aggravando sempre più i disagi di 33.000 sfollati assistiti in vario modo ancora dopo 13 mesi.
 
Ora che i buoi sono scappati chiudere la stalla servirà per altre emergenze, speriamo mai. Ma ci son sempre i grandi eventi: sono spese fisse quelle della cricca.
 
Interessante è cercare di capire perché il Presidente abbia riservato al terremoto aquilano tanto affetto e tanta scena televisiva mentre stabiliva, da subito, per i terremotati aquilani un trattamento inferiore a quello riservati ad altri terremoti, nella massima precarietà: ogni anno si sarebbe dovuto far ricorso a nuovi finanziamenti.
Ritardi inspiegabili nel finanziamento della ricostruzione: ordinanze su ordinanze con il solo scopo di ritardare i rimborsi.
 
Nel frattempo aumentavano le spese per mantenere gli sfollati negli alberghi, una spesa apparentemente minore che poteva essere dilazionata: come chi preferisce pagare una rata alta di affitto anziché comprare la casa: e continua a dire che lo fa per sentirsi più libero.
 
E ancor oggi siamo in questa situazione: belle chiacchiere, ma si naviga a vista.
I fondi disponibili per i rimborsi sono un quinto di quelli necessari: c’è ancora bisogno di chiedersi la ragione dei ritardi? I ritardi nell’intervento di ricostruzione significano danneggiamento ulteriore, condannare a morte una città d’arte ed i suoi abitanti.
 
Il danno ormai e fatto: almeno la smettessero, Berlusconi e Commissari vari, di raccontare frottole sulle magnifiche sorti e progressive!
 
A L’Aquila tutto ok! Tutta scena, si naviga a vista, capiamolo così ci capiamo tutti.
Certo, gli Italiani in un modo, gli aquilani in un altro: viva la televisione!

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