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Campionati del mondo di Atletica:Italia senza confini

ATLETICA LEGGERA – CAMPIONATI del MONDO – BUDAPEST (UNG) 2023 L'Italia conclude la kermesse ungherese con 1 Oro, 2 Argenti ed 1 Bronzo L'altista Gianmarco Tamberi si conferma in auge; risultati d'eccellenza arrivano anche dalla velocità e dal Getto del peso...

 L'immagine nitida e radiosa di Gianmarco Tamberi che valica l'asticella del Salto in alto posta a 2,36 metri, ipotecando la medaglia d'Oro, raffigura fedelmente l'Italia che nello Sport, Atletica compresa, riesce a farsi strada ovunque vada, percorrendo più o meno agevolmente anche i sentieri più impervi. Non a caso nell'arco della sua lunga storia l'azzurro dell'Atletica ha saputo districarsi in ogni ambito, ritagliandosi angoli di cielo stellato in ogni area dell'universo agonistico, spaziando dalla Marcia (di gran lunga la nostra prediletta) al mezzofondo, dalle gare di velocità a quelle di resistenza, dalle corse piane a quelle ad ostacoli, dai concorsi ai salti, evidenziando una poliedricità con rarissimi riscontri fra le altre potenze, che in genere si specializzano in alcuni settori ben distinti (come ad esempio la Giamaica nello sprint o il Kenya nelle gare di resistenza). GIMBO TAMBERI ATLETA D'ALTO... GRADIMENTO Il successo di Tamberi si inserisce proprio in questa nostra versatilità, in queste nostre caratteristiche di Nazione “poliglotta”, in grado di riscuotere fama e gloria in ogni branca. Il nostro campione è riuscito a prevalere in una specialità molto complicata, unica nel suo genere, in cui confermarsi al top per più di un anno è molto più difficile di quanto possa sembrare, molto più complesso di quanto avviene in altre specialità. Il Salto in alto è fra le tutte le discipline quella in cui il ricambio ai vertici è di una velocità estrema, toccando quasi l'esasperazione. Basti pensare che nella storia dei Giochi Olimpici, fra gli uomini sinora nessuno è mai riuscito a bissare il proprio Titolo, e in pochissimi hanno centrato l'accoppiata Titolo olimpico-Titolo iridato. Il fuoriclasse di Civitanova Marche, già Oro Olimpico a Tokyo e 2 volte Campione d'Europa (e non conteggio gli Ori indoor) vi è riuscito, mostrando una costanza di rendimento poco frequente nella sua specialità, realizzando un'impresa che onora e valorizza se stesso e l'intero sport italiano, che dimostra una volta di più di non avere confini, sapendosi destreggiare con successo anche nei settori meno congeniali. Quella di Tamberi è stata una vittoria da incorniciare anche per le modalità in cui è maturata. “Gimbo”, infatti, aveva addirittura rischiato di non arrivare nemmeno in Finale, che tutti noi davamo per scontata, e che invece è stata agguantata per i capelli, quando già ci si preparava a stendere un velo pietoso sul suo Mondiale e...sulla nostra spedizione, che si affidava quasi unicamente a lui, il nostro uomo di punta, per salire sul gradino più alto del podio. Ma le inquietudini non sarebbero finite lì. La stessa Finale, infatti, non era iniziata nel migliore dei modi, con il nostro atleta che sbagliava il primo salto ad un modesto 2,25 metri, gettando ombre fosche e sinistre sulle sue possibilità di ben figurare. Fortunatamente dopo quell'errore l'esponente delle Fiamme Oro ritroverà subito la concentrazione che si richiede ad eventi di tale spessore, e non fallirà più un'azione. Tutto sarà perfetto, sino a 2,36 metri, sino alla vittoria, sino all'apoteosi. A rendere il ricordo di questi nostri Campionati del Mondo particolarmente soggetto ad essere preservato dal trascorrere del tempo hanno contribuito anche le nostre frecce tricolori della Staffetta 4x100 (R. Rigali, M. Jacobs, L. Patta, F. Tortu), capaci di riscattare l'ultimo penoso Mondiale di Eugene con una prestazione sontuosa che è valsa una splendida nonché storica medaglia d'Argento, eguagliando il risultato che Pietro Mennea e compagni fecero registrare ad Helsinki 1983, esattamente 40 anni fa. I nostri eroi si sono arresi soltanto ai marziani degli USA di Noah Lyles, ottenendo il massimo che si potesse pretendere da una gara generalmente appannaggio delle squadre nordamericane,africane o caraibiche, non certo delle rappresentative europee, che notoriamente faticano persino a salire sul podio. Certo, con un Jacobs in perfette condizioni fisiche avremmo potuto impensierire persino gli americani, ma le supposizioni purtroppo non entrano nell'albo d'oro. Ad entrarvi, invece, è stato sicuramente Leonardo Fabbri, che nel Getto del peso si è inchinato solamente al pluridecorato R. Crouser (USA), il solo che si è frapposto fra l'azzurro ed un Titolo iridato sfiorato dal toscano, che ha comunque conquistato un inatteso Argento che dà lustro ad una carriera in rampa di lancio verso traguardi sfarzosi. Chi i traguardi sfarzosi li ha già raggiunti da tempo è certamente la marciatrice Antonella Palmisano, che dopo il Titolo Olimpico di Tokyo ed una serie di traversie fisiche che avevano rischiato persino di precludergli il prosieguo della carriera, è tornata più o meno ai suoi livelli regali, regalandosi un gradevolissimo Bronzo che le permette di riavviare il nastro della sua storia. A rendere la nostra spedizione col segno positivo han contribuito anche la giovanissima promessa Larissa Iapichino (Lungo), fermatasi a pochi cm dal podio, e le ragazze della 4x100, con Dalia Kaddari e compagne leste a centrare un inedito 4° posto. L'Italia ha così concluso il Mondiale con 4 medaglie (un bottino che non si registrava da Edmonton 2001), con un discreto numero di certezze, con qualche buona speranza e con tanti buoni propositi per un futuro che si annuncia davvero roseo. NOAH LYLES SUPER STAR Lo statunitense fa man bassa di allori. Fra le donne stupisce l'olandese Femke Bol.. Al di là dei nostri confini diamo uno sguardo ai protagonisti principali di questo Mondiale. La star più attesa non ha tradito le aspettative, e stiamo parlando ovviamente dello statunitense Noah Lyles, Oro nei 100 metri (corsi in 9''83, miglior prestazione mondiale stagionale), nei 200 metri (19''52) e nella staffetta, per un tris maestoso che mancava dai tempi di un certo Usain Bolt. A ruota si sono meritati i titoli di testa di questa rassegna iridata anche Grant Holloway (USA), Karsten Warholm (Norvegia) e Joshua Cheptegei (Uganda), tutti al terzo trionfo nelle proprie gare, ovvero i 110 hs, i 400 hs e i 10.000 m. Citazioni obbligate altresì per il norvegese Jakob Ingebrigtsen, che si conferma il più forte nei 5.000 m., rappresentando una delle poche eccezioni “bianche” nel regno dei neri (da decenni i veri dominatori delle gare di corse), assieme al già citato connazionale Warholm ed al britannico Josh Kerr nei 1500 m., una gara che ha registrato per il secondo Mondiale di fila un podio tutto europeo. Meritano una menzione senza dubbio anche i successi di Marco Arop - primo canadese a trionfare nella storia degli 800 m. fra Olimpiadi e Mondiali - e dello svedese Armand Duplantis, che si conferma un extra terrestre nel Salto con l'asta. In questi Campionati sono arrivati anche i primi Ori di sempre per il Burkina Faso e l'India, rispettivamente in virtù delle prestazioni di Fabrice Zango nel Salto triplo e di Neeraj Chopra nel Lancio del giavellotto, per due Paesi che tentano di farsi largo a spallate in un pianeta, quello dell'Atletica, sempre più...ospitale verso nuovi arrivati. In ambito femminile segnaliamo la sontuosa doppietta 1500-5000 della keniana Faith Kipyegon ed il bis fra 400 hs e Staffetta 4x400 dell'olandese volante Femke Bol, che regala alla sua Nazione i primi successi in entrambe le specialità, unica donna bianca a svettare nella corsa. A proposito di corsa, in quella veloce si registrano gli Ori per l'americana Sha'Carri Richardson nei 100 m. (10''65) e della caraibica Shericka Jackson nei 200 m.(21''41), per entrambe tempi da...record dei Campionati. Nei concorsi è arrivato il quarto Titolo nel Triplo per la venezuelana Y. Rojas, che prenota un posto nella leggenda. In questo settore si sono distinte non poco la serba Ivana Vuleta nel Lungo (7,14 m) e, nell'Asta, la statunitense Katie Moon assieme all'australiana Nina Kennedy (miglior misura stagionale per tutte le 3 atlete), con quest'ultima messasi in luce anche per l'inconsueta avvenenza... Conferisce gli ultimi ritocchi alla sua epopea la velocista giamaicana S. A. Fraser, Bronzo nei 100 m. ed Argento in Staffetta 4x100 vinta dagli USA. Il medagliere ha visto primeggiare manco a dirlo gli Stati Uniti, con 12 Ori e 29 medaglie complessive, seguiti a debita distanza dalle rivelazioni di Canada (4 Ori) e Spagna (4 Ori tutti nella Marcia, doppiette per Alvaro Martin e Maria Perez), mai prima d'ora così in alto in un grande torneo. Si sono attestate ai piedi del podio Giamaica (come sempre in auge nella velocità) e Kenya (come di consueto fortissimo nel mezzofondo). Per la prima volta chiude con zero medaglie la Germania.

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