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Campionati del Mondo di Nuoto: un raccolto da non sottovalutare

NUOTO – CAMPIONATI del MONDO – FUKUOKA (GIAPPONE) 2023 L'Italia del Nuoto chiude la rassegna nipponica con 2 Ori, 7 Argenti e 4 Bronzi. 

UN RACCOLTO DA NON SOTTOVALUTARE Un bottino un po' deludente, rappresentante un marcato regresso rispetto allo stupefacente torneo iridato da record dello scorso anno. Ma se raffrontiamo il gruzzolo di allori con la nostra storia, allora il giudizio che ne esce non è poi così male. L'equivoco è nato in occasione degli scorsi Campionati del Mondo di Budapest. La prodigiosa rassegna iridata ungherese ci aveva indotto a presumere che la vera Italia del Nuoto fosse quella ammirata in terra magiara, quella che, per intenderci, aveva infranto ogni precedente primato riguardante le nostre spedizioni mondiali, quella dei 9 Ori totali (di cui 5 in corsia), quella capace di ergersi addirittura sul podio del medagliere, facendosi prepotentemente largo fra le super potenze acquatiche. Le vittorie del 2022 ci avevano condotto sul pensiero troppo ottimistico, ingenuo e fuorviante che l'eccezione stesse per tramutarsi in regola. Salvo essere smentiti dal repentino e marcato regresso di Fukuoka 2023. Un arretramento per certi versi preventivabile. Dopo Budapest, infatti, alla luce di cotanta magnificenza, ci siamo di colpo dimenticati della nostra storia e del nostro idillio con la gloria iniziato in epoca recente...Mantenersi stabilmente fra le big, difatti, non è affatto semplice ed è un qualcosa che in genere riesce soltanto a chi è nobile d'origine e non a chi lo è diventato da pochissimi decenni (com'è appunto il caso dell'Italia), un lasso di tempo esiguo se rapportato agli oltre 100 anni di storia del nuoto agonistico...Il luccichio delle nostre medaglie aveva abbagliato sin troppo la nostra vista, perdendo il ricordo della nostra tradizione, che sino alla fine degli anni Novanta ci aveva visto occupare un posto di rincalzo fra le aristocratiche dell'acqua, affidandoci spesso alle gesta isolate di pochi eletti, come Novella Calligaris o Giorgio Lamberti. Poi nel nuovo millennio sarebbe arrivata la mutatio, oserei dire la svolta, coi vari M. Rosolino, F. Magnini e compagnia ad inaugurare il nostro nuovo corso d'eccellenza. Col tempo, pur senza quella continuità che contraddistingue le Nazioni più solide del panorama acquatico (come le corazzate USA, Australia, Cina e Ungheria), ci saremmo collocate fra le big della disciplina, con Federica Pellegrini e Greg Paltrinieri a far da traino al nostro rinnovato movimento. Quindi nel 2022 ecco arrivare il clamoroso picco d'estasi e la scorpacciata da indigestione riconducibile in primis alle nuove leve del nuoto azzurro, da N. Martinenghi a T.Ceccon, simboli di una new generation affamata come non mai. Il favoloso salto di qualità dello scorso anno è stato certamente un bene per la nostra organizzazione sportiva, ma nel contempo ci ha indotto in errore. Ci ha lasciato intendere di aver definitivamente voltato pagina, chiudendo per sempre con la discontinuità del passato, facendoci presupporre che d'allora in avanti confermarsi su quelle “altezze” sibaritiche non sarebbe stato un problema. Il bottino della rassegna ungherese ci ha illuso che avremmo trovato senza tanti patemi quella costanza straordinaria che in verità è prerogativa esclusivamente delle super corazzate, quelle la cui tradizione dorata affonda le radici agli albori del professionismo. Ed è per questo che dovremmo accogliere la spedizione in terra nipponica appena relegata in archivio in senso positivo, con meno risentimento nei confronti di atleti che rappresentano una Nazione che da poco più di vent'anni si è staccata di dosso l'etichetta di potenza emergente. Dovremmo pertanto essere in grado di apprezzare maggiormente quanto raccolto dai nostri portacolori (alcuni dei quali, fra l'altro, giunti in Giappone in condizioni fisiche non ottimali), guardando il tutto da una prospettiva più equa e meno condizionata dai trionfi di Budapest. Un plauso di rilevo va senz'altro riservato al giovane e rampante Thomas Ceccon. Poliedrico come pochi, il talento nostrano è già entrato nella storia, diventando il primo italiano a conquistare l'Oro in due stili diversi (farfalla e dorso), anche se questa volta è mancato l'acuto in una specialità olimpica: il suo trionfo, l'unico che i nostri ragazzi hanno conquistato nelle piscine del Sol Levante, è stato ottenuto nei 50 farfalla, distanza che purtroppo non sarà presente a Parigi 2024. Un applauso scrosciante va tributato senza dubbio a Simona Quadarella, Argento, alle spalle ancora una volta della solita inarrivabile stella americana Katie Ledecky, leggenda vivente del nuoto (torneremo a cantarne le gesta). Fra i motivi d'orgoglio della nostra rassegna c'è stata senz'altro la Pallanuoto. In ambito uomini abbiamo lasciato la manifestazione soltanto ai rigori, piegati dalla fortissima Serbia, in un torneo molto equilibrato, poi vinto per la 4^ volta dall'Ungheria, tornata sul tetto del Mondo (a scapito della rivelazione Grecia) dopo 10 anni. Gli azzurri di Sandro Campagna hanno dimostrato di potersela giocare a viso aperto con chiunque, ed avranno le prossime Olimpiadi per dimostrarlo all'intero pianeta. In ambito donne il 7Rosa dopo tanti anni di oblio è tornato finalmente competitivo, portando a casa una bella medaglia di Bronzo che apre spiragli rosei per il futuro. Per il team di Carlo Silipo c'è stata anche la soddisfazione non indifferente di aver troncato il cammino delle fortissime statunitensi campioni uscenti e reduci da 4 Titoli iridati di fila (per tacere degli allori olimpici). Certo, in prospettiva olimpica avremmo sicuramente preferito raccogliere un gruzzolo decisamente più cospicuo, ed il confronto col 2022 appare impietoso. Ma se scolleghiamo il bottino di questo Campionato da quello dello scorso anno, in senso assoluto vediamo un Mondiale tutto sommato positivo, in cui non sono mancati i risultati confortanti e gli esiti promettenti, con i veterani, seppur in lieve calo, che sono ancora in auge e le nuove leve che danno l'impressione di spiccare il volo da un giorno all'altro. D'altronde il nuoto è uno sport molto mutevole (il rinnovamento è una costanza di tale disciplina), e nel volgere di un anno il nostro “score” potrebbe cambiare in meglio. L'importante è continuare a percorrere il sentiero dell'ottimismo. Perchè, come asseriva qualcuno, Il pensiero positivo vede l’invisibile, sente l’intangibile e realizza l’impossibile”. Al di fuori dei nostri confini merita una menzione speciale la già citata Katie Ledecky, che ha impinguato il suo maestoso palmares di altri 2 Ori (800 e 1500 s.l.), portando a 21 (di cui 16 individuali) la sua straordinaria collezione dorata. Considerata una delle più grandi atlete di tutti i tempi, versatile come poche altre nella storia, è la nuotatrice più vincente d'ogni epoca. Capace di svettare praticamente in ogni distanza dello stile libero (dai 200 in su, esprimendosi al meglio nel mezzofondo), facendo spesso registrare tempi sensazionali, iniziò la sua parabola leggendaria nel 2012, in occasione dei Giochi Olimpici di Londra, aggiudicandosi a soli 15 anni l'Oro sugli 800, quella che negli anni si rivelerà la sua distanza prediletta. L'anno successivo, ancora sedicenne, avrebbe tuonato nel cielo internazionale, conquistando ben 4 Ori ai Campionati del Mondo di Barcellona (400, 800, 1500 e staffetta 4x200). Quindi nel 2015, nella rassegna iridata di Kazan (Russia) arriveranno addirittura 5 Titoli (200, 400, 800, 1500, staffetta 4x200), agguantando picchi stratosferici sin lì sconosciuti al gentil sesso. Alle Olimpiadi di Rio de Janeiro (2016) arriva la definitiva consacrazione fra le stelle del panorama interstellare, appuntandosi al petto 4 Ori (200, 400, 800 e staffetta 4x200) e 1 Argento (4x100), ed il suo unico rammarico probabilmente è quello di non poter prender parte ai 1500, distanza non olimpica (ma lo diventerà nel 2020). Ai Campionati del Mondo 2017 a Budapest continua a stupire il globo, vincendo 5 Ori e 1 Argento (l'unica sconfitta, la prima in una grande competizione, arriva nei 200, “solo” 2^ dietro Federica Pellegrini), per un palmares oramai da dea della piscina. Due anni dopo, in Sud Corea, nella rassegna iridata tenutasi in terra asiatica, sarà una Ledecky in tono minore, ma ad ogni modo riuscirà a conquistare 1 Oro (800) e 2 Argenti. A Tokyo 2020 (nel 2021) la leggenda vivente torna però prepotentemente alla ribalta, facendo suoi 2 Ori (800 e 1500) e 2 Argenti (400 e staffetta 4x200), toccando la regale quota 7 Titoli a cinque cerchi, rappresentante in piscina un prestigioso primato al femminile. Ai Mondiali 2022 la statunitense si conferma in formato xxl, e così arrivano altri 4 Ori (400, 800, 1500 e staffetta 4x200). Agli ultimi Mondiali di Fukuoka 2023 vince, come detto, altri 2 Ori e 2 Argenti, toccando la proibitiva quota di 21 medaglie d'Oro (5 Argenti), seconda in assoluto al marziano M. Phelps (26). Segnaliamo anche lo storico ed inedito tris di Titoli del cinese Qin Haiyang nella Rana e la tripletta del francese L. Marchand, Oro nei 200 farfalla e nelle due distanze dei misti. Ricordiamo infine che il medagliere ha visto prevalere la Cina con 20 Ori, davanti ad Australia 15 ed USA 7, mentre in quello relativo al nuoto in corsia ha svettato un po' a sorpresa l'Australia con 13 Ori, poi a seguire USA 7 e Cina 5; 10^ l'Italia con 1 Oro, 4 Argenti e 1 Bronzo.

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