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Camorra e pornografia. Interrogativi da pornoattrice

La camorra investe nel mercato del sesso ma NON nella pornografia: perché? È solo per ragioni economiche (la pornografia non rende) o ci sono anche profonde ragioni culturali? Da pornoattrice mi pongo alcuni interrogativi.

Sono diversi i casi di locali di lap dance, night club e club privé sequestrati a personaggi legati alla criminalità organizzata. Per non parlare del mercato del sesso a pagamento. Eppure, mai è emerso che la camorra abbia investito in pornografia. Perché? La spiegazione più semplice è che la pornografia non rende. Ma, da pornoattrice, ho voluto chiedermi se ci siano anche delle profonde ragioni culturali che rendono la pornografia e la camorra incompatibili. Ad esempio, delle ragioni che rendono me, Valentina Nappi, al pari di altre pornostar del passato, odiosa e indecente agli occhi della criminalità organizzata.

Subito mi viene da (ri)pensare a un articolo di Roberto Saviano: “La Madonna della Camorra”…i riti delle bande, il rapporto con la fede…, in cui emerge con chiarezza il il profondo rapporto dei clan con tutto ciò che è immagine e simbolo (religioso e non). Ora, pornografia significa etimologicamente rappresentazione di prostitute e la prostituta, a differenza della meretrice, è colei che si mostra.  E mostrandosi diventa icona, simbolo. Simbolo pubblico. A differenza della ballerina di lap dance, della ragazza del night e della coppia borghese nei privé, la pornostar, specie se compare in televisione e ha, esprimendo visioni del mondo che altrimenti resterebbero fuori dalla pubblica considerazione "ufficiale", diritto di parola sui giornali, diventa un simbolo dell'assenza di privacy sessuale. E la privacy - intesa come distinzione fra la sfera pubblica e quella privata, fra ciò che si fa e ciò che si dice/mostra - è estremamente cara ai camorristi e ai "bravi borghesi" ed è alla base del concetto, non solo camorrista, di omertà.

In un altro articolo di Roberto Saviano, intitolato "Nunca debajo de una mujer" ("Mai sotto a una donna") e pubblicato nel 2009 su El País, emerge chiaramente il valore simbolico della sessualità per i clan. Si evince che per il camorrista è accettabile, di fatto, ogni (pseudo)libertinismo sessuale, a patto che non abbia valore simbolico. E questo per lo stesso motivo per cui è ammesso l'omicidio (sfera pratica) ma non il vilipendio di un'immagine religiosa (sfera simbolica).

La libertà sessuale, se non è pubblicamente detta e razionalmente sostenuta, non ha alcun valore.

Saranno questi i motivi per cui i clan investono in locali di lap dance, night club e club privé ma NON in pornografia (specie se le/i pornostar hanno un cervello e una bocca)? Anziché rispondere in maniera conclusiva, lascio aperta la domanda. Sottolineo però che coloro che pensano che la pornografia sia mercificazione dovrebbero stupirsi del fatto che la cultura camorrista - che più di tutte è fondata sulla mercificazione - è di fatto incompatibile con un'autentica cultura pornografica. Meditate, gente, meditate...

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