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Calcio, Fifa: presidente etico e sensibile ai diritti umani cercasi

Il 26 febbraio verrà eletto il nuovo presidente della Federazione internazionale delle associazioni calcistiche, la Fifa.

Dopo gli scandali che hanno messo fine all’era di Joseph Blatter e hanno fatto finire in fuorigioco Michel Platini, i candidati sono cinque: il principe giordano Ali al-Hussein, lo sceicco bahreinita Salman bin Ibrahim al-Khalifa (su cui pesano gravi accuse di violazione dei diritti umani), il francese Jerome Champagne, il sudafricano Tokio Sexwale e lo svizzero Gianni Infantino.

A loro si sono rivolti Amnesty International, Football Supporters Europe, Human Rights Watch, Terre des Hommes e Transparency International chiedendo, in caso di elezione, di attuare un programma in sei punti per assicurare che gli eventi internazionali calcistici – a cominciare dai mondiali 2018 in Russia e dai mondiali 2022 in Qatar, già al centro di polemiche e denunce – si svolgano al riparo da violazioni dei diritti umani e corruzione. Le risposte sono attese entro due settimane dall’elezione, ossia entro il 12 febbraio.

Questi i sei punti del programma:

- promuovere e sostenere candidature di paesi che prendano misure concrete contro la corruzione e le violazioni dei diritti umani in tutte le fasi preparatorie dell’evento che intendono organizzare;

- porre in essere misure concrete per consentire alla Fifa di identificare, prevenire e mitigare i rischi di corruzione e di violazioni dei diritti umani legati a eventi futuri e in corso di organizzazione;

- premere sulla Russia affinché, nell’organizzazione e nello svolgimento dei mondiali 2018 non si verifichino violazioni dei diritti umani come quelle accadute in occasione delle Olimpiadi invernali di Soci 2014, e sul Qatar affinché siano assunte misure concrete ed efficaci per proteggere dallo sfruttamento i lavoratori migranti impegnati nella costruzione degli impianti per lo svolgimento dei mondiali 2022;

- aumentare la trasparenza delle attività della Fifa e delle federazioni continentali e nazionali anche attraverso l’istituzione di un organo indipendente di monitoraggio;

- agire contro la discriminazione, promuovendo l’uguaglianza di genere e lottando contro l’omofobia;

- attivare un meccanismo di consultazione con le organizzazioni non governative e con i gruppi e le comunità delle sedi degli eventi calcistici in programma.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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