• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > "Caccia all’uomo", foto shock su Facebook

"Caccia all’uomo", foto shock su Facebook

Quest'estate sul profilo facebook di un ragazzo che si firma "Eugene Terrorblanch" era comparsa una sua foto shock che ritraeva un giovane bianco accovacciato che impugnava orgoglioso un fucile e premeva il ginocchio sulla sua preda di caccia: un bimbo nero.

Molto probabilmente, si spera, si tratta di un fotomontaggio ma purtroppo non è roba fantasiosa la storia della caccia all'uomo come divertimento. 
 
In Africa fino a qualche decennio fa, i "gloriosi" latifondisti o colonizzatori occidentali si dilettavano come passatempo, probabilmente stufati di divertirsi a cacciare gli animali, a lasciar scappare gli schiavi africani per poi utlizzarli come tiro a bersaglio. 
 
Già immagino il padre di famiglia, proprietario terriero, divertirsi a sparare su di loro, magari con accanto il proprio figliolo e la propria moglie. Sicuramente era un gran divertimento per loro. Chissà, forse tra una risata e l'altra si sentivano pure con la coscienza a posto visto che gli autoctoni erano considerati una razza inferiore e da addomesticare come animali. 
 
Nulla di nuovo sotto il sole cocente dell'Africa da sempre tenuta a bada. Sì, ci manca pure l'Africa a diventare un continente autonomo e magari portatore di un diverso modello di sviluppo. E infatti la Libia, che comunque la si pensi era uno Stato sovrano e sicuramente non colonizzato, ora è stata fatta ritornare alle origini di come quando fu sotto l'egida dell'Italia prima statunitense e inglese poi.
 
Ma questa foto deplorevole mi dà la possibilità di ritornare a parlare di un fatto tenuto nascosto, mai coinvolto in nessuna indagine giudiziaria e mai raccontato, tranne un trafiletto all'epoca del Manifesto.
 
E’ una storia che coinvolge ricchi imprenditori e nobili annoiati, quella noia che solo la ricchezza può dare, quel denaro che porta a marcire l’animo delle persone, a volte è alienante e porta alla distruzione altrui. Qualche anno fa questo scandalo coinvolse alcuni imprenditori di Bologna, la città rossa, ora di un rosso sbiadito. Una città tranquilla e vivibile dove ogni tanto accadevano eventi inspiegabili, che andavano da assassinii senza un movente preciso, fino alle stragi compiute dai poteri occulti dello Stato, anche queste senza che mai un colpevole fosse stato identificato.

Ma i delitti, questa volta, venivano compiuti fuori, all’estero. Un hobby, come dicevo, molto particolare, un servizio che una società camuffata da agenzia di viaggi offriva ai suoi "amabili" clienti.

I clienti non potevano essere che dei ricchi imprenditori e avvocati. Queste persone, annoiate dalla facilità con cui i fagiani si lasciavano spappolare, venivano portate in Croazia, terra di caccia, e precisamente in un territorio controllato dalle milizie del movimento nazionale cattolico croato Ustascia (pochi sanno, ma finanziati dallo IOR), e lì si dilettavano a fare il tiro a segno sugli abitanti di villaggi serbi e bosniaco-musulmani.

(Nella foto potete vedere il generale croato ustascia Gotovina baciare le mani del Papa opusdeista Giovanni Paolo II; costui sarà poi condannato per crimini di guerra e genocidio)

Cecchini del fine settimana insomma. Questo è l'orribile hobby di cui volevo parlare, questa è la battuta di caccia (all’uomo) che praticavano questi "rispettabili cittadini e laboriosi imprenditori".

Ma molto probabilmente sono persone anche difficili da inquisire perché hanno "operato" in territorio di guerra e lì è tutto lecito. Oppure più semplicemente ci sono di mezzo uomini potenti dove la Magistratura magari non può indagare.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares