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Catania: cicche, carte, cartacce, degrado e le ordinanze del sindaco Stancanelli

 
A Catania c’è molto caldo in questi giorni, e si ride tanto, forte, a far “sudare” di lacrime le mattonelle laviche che, per fattezze naturali, dovrebbero essere sempre impassibili.
 
La città, nei mesi scorsi portata alla ribalta nazionale per l’accumulamento da parte della precedente amministrazione Scapagnini di un enorme deficit comunale complessivamente pari od oltre 1.000.000.000.000 di euro, con tutte le enormi e tragiche conseguenze che riguardano la qualità/quantità dei servizi e la vivibilità dei cittadini, adesso ritorna di nuovo sotto i riflettori.
 
Si tratta di sei novelle ordinanze, in vigore dal giorno 1 agosto, che in virtù della formalizzazione notificata hanno lo scopo di “tutelare la pubblica incolumità e garantire la sicurezza nel territorio comunale”; si agganciano al famoso “pacchetto sicurezza” diventato operativo l’8 agosto e, in particolare, al decreto Maroni dell’agosto dell’anno scorso che garantisce poteri speciali ai sindaci sulla materia.
 
Proprio in una città dove oltre un terzo degli abitanti viene “schedata” come povera e, purtroppo, ai primissimi posti nazionali per una enorme serie di efferati fatti delinquenziali – scippi, rapine, furti d’auto, estorsioni, eventi di microcriminalità gestiti da giovani minorenni, per non parlare di mafia che gestiste in malaffare tutto il territorio e in collusione con potenti azioni affaristiche-speculative. Si è, tra l’altro, agli ultimi posti per le condizioni sociali, economiche, ambientali, marginalità, disagio sociale, tasso di occupazione, vengono messe sotto la lente della legale penalizzazione e quindi delle sanzioni - con multe che arrivano anche ai 500 euro - una serie di atti che a Lor parere aggravano la sicurezza e offendono il decoro cittadino.
 
Le ordinanze sono lunghe ed articolate. Alcuni esempi tra le tante fattispecie considerate, molto eclatanti.
 
  • Butti una cicca a terra, sanzione fino a 500 euro! Il colmo, tragicamente ridicolo, è che in tutte le strutture viarie cittadine non esistono “strumenti” all’uso pubblico atti a depositare e contenere i mozziconi. Per non incorrere nella salatissima multa, in strada necessariamente si è costretti ad “inghiottire” il resto rimasto.
  • Butti a terra una carta, di varia dimensione o specie, sanzione fino a 500 euro! E però - nella città ove risiedono trecentomila abitanti con la presenza di molti pendolari giornalieri, il servizio rifiuti è storicamente fortemente difettoso: notevoli e molteplici discariche abusive sono allocate in molti posti della città, specie nei quartieri popolari e periferici, la raccolta riciclabile storicamnte non supera il 5%, i cassonetti non sono mai lavati e disinfettati ( lo stesso vale per le strade, insozzate dalle macchie più disparate) - se il cittadino solerte volesse cercare cestini (perennemente strapieni) o contenitori della differenziata carta per depositare la sua momentanea produzione cartacea, nella stragrande maggioranza dei quartieri cittadini non ne troverebbe.
 
Siamo proprio ai balocchi.

Si stabilisce la norma ma nulla si fa per equipaggiare il normale ed elementare corredo di dotazione fissa che ovviamente ed obbligatoriamente deve supportare la norma medesima. E’ civile non gettare carte o altri oggetti previste dalle ordinanze, ma si attrezzi la città!
 
In caso diverso, così come è, con queste multe gigantesche, oltre che deviare l’attenzione dai veri e drammatici problemi cittadini, in gran parte determinati dalla malagestione locale, di fatto si rovinano le famiglie. Un terzo sono povere, come affermano i dati ufficiali. Molte persone corrono il rischio di andare da usuraio per pagare la sanzione.
 
*  Scrivi su un muro, sanzione fino a 500 euro! Giusto, giusto… I muri dei luoghi privati o pubblici non si ingozzano. Il dato è, però, che Catania, in tutte le sue forme materiali strutturali ed infrastrutturali, è da sempre insudiciata (per restare solo su questo tema), quotidianamente, da decine di migliaia di manifesti abusivi - compresi i 6x3 - di tutte le fogge e stazze, allocate a tutte le altezze. Qui tutto tace….madama la marchesa.

L’amministrazione assiste sonoramente silente a questo inaudito sfregio al decoro cittadino. Chissà perché! A parte i materiali di propaganda delle campagne elettorali, i manifesti, veri e propri striscioni cartacei, reclamano eventi o vendite con ritorno di lauto soldo.
 
*  In più, c’è l’aspetto più inverosimile ed indegno sul piano dei diritti civili, che lede profondamente l’essenza fondante dei Diritti Umani e dei Valori Costituzionali vigenti nel nostro Paese.
 
Il Cittadino locale, migrante o transitante provvisorio, in procinto di morire di fame (e non sono certamente pochi) che per cercare di salvaguardare il proprio diritto alla VITA, chiede l’elemosina, considerato atto di “accattonaggio molesto”, viene sanzionato fino a 500 euro.
 
Si vieta la pratica del più antico ed universale strumento di domanda umanitario: la carità, ricorso ultimo del disperato, che nulla ha per sopravvivere.
 
Ma, poi, giusto per restare sul piano della congruità dell’ordinanza, chi paga? Se l’elemosinante è un ultra povero o un senza dimora. Nell’ordinanza non c’è risposta, elegantemente si sorvola.
 
Nel contempo, però, nel corso degli ultimi anni a Catania sono stati smantellati tutti i pubblici supporti locali al servizio di questi diseredati e dei senza dimora, a partire dai dormitori e dall’assistenza in genere. Per non dire dei Rom. E’ stato sempre promesso l’allestimento di un campo attrezzato. Una colossale presa in giro. Mai realizzato nulla.
 
Mentre a Catania migliaia di abitazioni di edilizia popolare risultano abusivamente occupate, molte famiglie, date le nette condizioni di povertà, sono costrette a vivere in siti indecorosi ed insalubri e tanti migranti, senza fissa dimora locali, rom, vivono e dormono in condizioni sub-umane in vere e proprie mini baraccopoli, in un’ altra ordinanza delle sei si sanzionano fino a 500 euro, i “bivacchi, la posa di attrezzature di camper, tende la tenuta in abbandono e degrado di immobili o casolari”.
 
Catania, città martoriata, non può subire questa tragica farsa che arreca grande danno ai reali interessi dei cittadini.

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