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Buoni pasto, arriva la smaterializzazione

La Qui! Group, di Gregorio Fogliani, è risultata la miglior offerente e si appresta ad aggiudicarsi i due lotti principali (Nord Ovest e Lazio) della gara Consip.

La società del Tesoro per la razionalizzazione degli acquisti della PA, Consip, ha indetto il nuovo appalto (Consip 6), della durata di un anno, per la cifra di ben 910 milioni di euro, per la gestione del servizio di buoni pasto per i dipendenti della Pubblica Amministrazione.

In questa gara è stato introdotto un nuovo parametro valutativo: un progetto tecnico per la fornitura di servizi a valore aggiunto, per gli esercenti e per i dipendenti che fruiscono dei buoni pasto.

L'offerta di Qui! Group è risultata la migliore in termini progettuali e tecnici, ottenendo il punteggio più alto in tutti i sette lotti.

Grazie al sistema Easyvoucher, infatti, che consente la smaterializzazione dei buoni pasto, con validazione in tempo reale, l'esercente, scongiura i problemi legati a furti e smarrimenti.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Giacomo Nigro (---.---.---.200) 25 marzo 2013 11:34
    Giacomo Nigro

    Sono personalmente interessato ai buoni pasto della Ditta citata in questa "comunicazione", mi piacerebbe però capire in cosa consiste il sistema  Easyvoucher, come si realizza la smaterializzazione?

  • Di GeriSteve (---.---.---.74) 25 marzo 2013 13:12

    Mi risulterebbe che con la QUI l’esercente incasserebbe soltanto il 95% del valore nominale del buono pasto, e pure in notevole ritardo.

    Un bravo e onesto esercente non se lo può permettere, quindi l’uso dei buoni QUI orienterebbe i dipendenti PA verso altri esercenti, con danno per gli esercenti onesti e per gli utenti dei buoni, costretti a rivolgersi ad esercenti più cari.

    L’autore, così ben informato, potrebbe illuminarci su questi aspetti oscuri?

    GeriSteve

  • Di (---.---.---.119) 25 marzo 2013 20:28

    Conosco un modo ancora piu’ efficace per la gestione dei buoni pasto: pagare l’equivalente in busta paga e dei soldi ne faccio cio’ che mi pare.


    Mi sembra evidente che l’esistenza dei buoni pasto avvantaggia solo le società che li emettono.

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