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Bunga bunga o concussione dei sudditi?

Berlusconi appare a molti dei sudditi come un capo carismatico, un predestinato, uno che si è potuto permettere e si permette tutto, ma è un campione di viltà e doppiezza al punto di smentire l’evidenza. Non ha il coraggio di mostrare il suo vero volto,che è semplicemente quello di un anziano riccone che paga le fanciulle per sollazzarsi, cosa che comunemente fanno tutti quelli con i soldi da anziani, ed è una cosa vecchia come il mondo.

Ciò che mi dà fastidio non è assolutamente la sua vita sessuale da gaudente, mi fa imbestialire quando sostiene che queste sono invenzioni dei giudici politicizzati che vogliono eliminarlo dalla scena politica.

Solo un vile non ha il coraggio di rispondere delle proprie azioni, mentre risulterebbe quasi simpatico se ammettesse di essere un gaudente puttaniere.

Nel caso della signorina Ruby non si tratta della sua vita privata, ma di reati, che i giudici sono chiamati a giudicare, per la sua insensata pretesa di piegare la legge, facendo pressioni e dichiarando il falso, alla sua convenienza di togliere Ruby da ambienti giudiziari investigativi.

Questo è un reato penale gravissimo, si chiama concussione, e dimostra un profondo disprezzo per la legalità e le regole. E’ un abuso schifoso di potere, e in qualunque paese civile, se acclarato da un tribunale, ci sarebbero dimissioni e galera.

Non c’è nessun complotto dei giudici. C’è una telefonata alla questura di Milano fatta dal premier, che dimostra solo delirio di onnipotenza, confortato da una vita giudiziaria in cui è sempre riuscito a farla franca.

Il grande risalto che i giornali danno ai particolari scabrosi può ingenerare la convinzione che si tratti di intromissione nella vita privata, mentre è essenziale battere soprattutto sul reato di concussione, coperto dal ministro Maroni, che affermava la regolarità della vicenda, mentre il magistrato di turno quella notte (Fiorillo) sosteneva e sostiene l’esatto contrario.

Sono i “Fatti” accertati, chiari nel movente, chiara è la violazione della legge e della prassi vigente, chiara l’opposizione del magistrato di turno quella notte, e nessuna “persecuzione delle toghe rosse” sarebbe stata possibile se il premier, per sua iniziativa, non avesse usato le sue pressioni concussive sulla questura di Milano.

Se Berlusconi troverà una scappatoia anche per questa evidente, documentata, legittima, iniziativa giudiziaria, il discredito sulla casta politica si estenderà a macchia d’olio, perché ormai sia a destra che a sinistra gli impuniti sono troppi, e la storia che siamo tutti uguali davanti alla legge fa ormai ridere amaramente.

Vi è una regola nel nostro ordinamento, di grande civiltà giuridica, che prevede la obbligatorietà dell’azione penale. La casta politica fa di tutto per sottrarsi a questa regola inventandosi immunità, legittimi impedimenti, leggi ad personam, e così si scava un abisso tra i normali cittadini e il potere politico, creando discredito e un cattivo esempio che porta la nostra società ad essere sempre più corrotta e incivile.

Dobbiamo pretendere che il potere politico sia continuamente monitorato dalla magistratura, nessun ostacolo sia posto alla sua azione e che i politici, tutti, siano immediatamente a disposizione dei magistrati, come tutti i cittadini normali.

Si aboliscano lacci e laccioli che rallentano l’azione penale, si abolisca la prescrizione, si vada in galera dopo il primo grado di giudizio, si abolisca il ricorso in Cassazione, e vedremo presto un paese in cui circolano meno gaglioffi, e si vieti a chiunque abbia una condanna definitiva di entrare in Parlamento.

Questa è la riforma della giustizia di cui abbiamo bisogno!

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