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Bp si appella agli ingegneri: tappo si o tappo no?

La BP inizia a vendere per recuperare capitali da investire e sfruttare a suo vantaggio la disgrazia: non basta il danaro per ripagare i danni.

La Deepwater Horizon americana di fronte alla tragedia apre il concorso internazionale per ingegneri e scienziati nel disperato tentativo di tappare la falla.
Un Concorso per Ingegneri Civili quello che la BP British Petroleum ha indetto direttamente a partire dal sito internet di Horizon per andare alla ricerca delle menti geniali che possono servire per lavorare alla sistemazione della falla nel Golfo del Messico.

Il sito presenta una serie di servizi utili per il pronto intervento in caso di calamità naturali, parte da buoni presupposti ed è fondamentalmente un progetto meritevole dal punto di vista della politica di partecipazione e di informazione della società in merito agli interventi della “protezione civile” americana per le coste e gli oceani.
Questo strano esperimento di ingegneria sta mietendo tantissime vittime, prima fra tutti la stampa, chiamata ogni giorno a dare informazioni su questo fantomatico incidente che sta tenendo il mondo con il fiato in sospeso, la politica in secondo luogo, preoccupata più per le perdite economiche che non alle perdite ambientali, in terzo luogo l’ambiente, con un inquinamento delle acque spaventoso che non potrà essere assorbito e poi i poveri civili che seguono con apprensione la sostituzione dei tappi.

Tappo sì o tappo no?
La BP è già con le forze a terra, prospetta vendite e interlaccia rapporti commerciali per cercare di liberarsi di parte della compagnia in Alaska in modo da riassorbirsi il danno con i contributi del Governo investendolo solo dove serve e recuperando fondi dalle assicurazioni per il danno arrecato.

Si vede che ormai la compagnia ha bisogno anche economicamente di un tappo, mentre per dimostrare il suo grande interesse alla risoluzione del problema fa appello alle menti più intelligenti del pianeta per chiedere di proporre un abstract che servirà a ottenere il ruolo di massimo prestigio sul mercato.

Meglio non cedere alla dietrologia, ma è doveroso far presente che su questo sito, seguendo la traccia della submission form indicata in questa pagina si trovano tutte le possibilità già passate al vaglio, per proporre una soluzione di ingegneria che possa essere quella definitiva per chiudere la falla e riassorbire il gasolio disperso in mare.

L’appello è agli ingegneri e agli scienziati in tutto il mondo.
Si cerca qualcuno che offra spunti per bloccare lo scorrere del fluido, interrompere la linea di fornitura, tappare la falla, ripulire l’oceano.

Evidentemente anche la BP non ne può più di sentirsi sotto gli occhi incriminanti della società civile e cerca di dimostrare di essere aperta a ogni soluzione. Nel sito sono presentati tutti i progetti già posti al vaglio, quelli esclusi dalle sperimentazioni o che sono già stati bocciati.

Un’onestà intellettuale che si spera non porti i soliti "maniaci" a inviare abstract solo per sentirsi protagonisti della tragedia per un giorno.
Lo troviamo questo tappo? Vale una fortuna.
 
Martina Cecco

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