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 Home page > Tribuna Libera > Bombardare la Libia per colpire ISIS rischia di esporre l’Italia ad (...)

Bombardare la Libia per colpire ISIS rischia di esporre l’Italia ad attacchi? Una preoccupazione molto diffusa.

Su richiesta del "fantoccio"sbarcato in Libia e voluto dall'America, inizia l'operazione anti ISIS, effetto collaterale delle mostruosità capitaliste occidentali in quelle zone, in Libia.
Ed ovviamente l'Italia è in prima fila. L'America chiede? L'Italia concede. 
 
D'altronde questo è il prezzo che si continua a pagare per aver scelto la non autonomia e non indipendenza da chi ha certamente dato un contributo per liberare il nostro Paese dal nazifascismo, ma che non ci ha pensato mica due volte a fare il patto con il diavolo pur di fermare il "pericolo" comunista. Una lunga e sottile e visibile linea continua di cui paghiamo ancora oggi gli effetti. 
 
La guerra contro l'ISIS è impari. 
Certo, è vero, lo si è fatto crescere, lo si è sostenuto economicamente, con le armi. Erano ed in parte lo sono ancora una massa di ridicoli, basta vedere i loro video che circolano in rete: nessuno li prenderebbe mai sul serio, per quanto sono pagliacci, eppure, anche il pagliaccio dell'ISIS non fa più ridere, fa solo spaventare e tremare.
Perché i loro adepti e soldati colpiscono dove vogliono, come vogliono e quando vogliono, nel nome del loro dio, anche se le vere ragioni sono economiche, geopolitiche, e colpiscono i civili, anche con mezzucci ma letali. E tale letalità rischia di essere ancora più diabolica nel momento in cui tale stravagante forza è in difficoltà, come pare essere da diverso tempo. 
 
L'ISIS colpisce come colpivano i tedeschi, nel senso delle rappresaglie, e con lo stile dei terroristi fascisti.
 
Certo, l'esempio che si usa per elogiare i servizi segreti italiani, è il contrasto sul modello BR. Ma le BR non colpivano civili, colpivano obiettivi chiari e precisi. Ma del terrorismo nero non si parla mai, si parla solo, di quello certamente becero funzionale alla distruzione dell'idea comunista, quale quello rosso. Sono in tanti a pensarlo. Se l'ISIS fino ad oggi non ha colpito in Italia non è solo per merito del lavoro dell'intelligence, ma perché l'Italia non aveva ancora colpito con le armi l'ISIS o fornito un chiaro supporto come avverrà ora per la questione libica. L'ISIS ha colpito soprattutto nei Paesi che hanno attaccato l'ISIS con le loro armi . L'intelligenza vorrebbe una strategia diversa. 
Ma nel Paese dove si dice che con la disastrosa riforma costituzionale si potrà sconfiggere l'ISIS, strumentalizzando un mostro nazista, per ragioni interne, che non hanno nulla da spartire con l'ISIS, cosa altro aspettarsi? Sicuramente cattivi pensieri.
L'uso della forza non ha mai portato a nulla in casi come questi. Violenza porterà altra violenza, sangue, altro sangue e politiche securitarie, e reazionarie.
 
L'Occidente capitalista dovrebbe valutare altre strategie per domare e contrastare quel mostro nazista che ha partorito, sicuramente non quello della guerra. Se l'ISIS colpirà in Italia, se ci saranno delle vittime, se innocenti perderanno la vita o patiranno drammi enormi per tale scellerate politiche, la responsabilità sarà certamente anche di chi ha deciso di sostenere i bombardamenti in Libia.
 
Tanto detto, incrociamo le dita, e speriamo di non dover vivere nel nostro Paese mai nulla del genere, ma non si può sempre continuare a sperare nella fortuna, perché ciò è una follia. Ma la via del buon senso pare essere stata smarrita. D'altronde si deve pur dare un senso agli eserciti, alle spese militari, alle armi? O no? 

Marco Barone 

Commenti all'articolo

  • Di Vero italiano (---.---.---.32) 4 agosto 2016 15:18

    Ti devi solo vergognare.... Sei la degna rappresentazione di un marxista vigliacco che non ha senso di appartenenza. I tuoi paragoni storici sono a dir poco raccapriccianti. Mi viene da piangere a pensare che nel mio paese ci sia gentaglia come te. Il tuo è uno degli articoli piu vergognosi che abbia mai detto. Scorretto, errato, parziale ed offensivo. Abbi quella dignità che voi marxisti non avete e soprattutto vai ad informarti sui fatti e la situazione. Italiano da Londra e studente master in security studies.

    • Di Persio Flacco (---.---.---.62) 6 agosto 2016 23:18
      Un master in security studies? Allora conoscerai almeno Sun Tzu e von Clausewitz.
      Vediamo se è vero. A seguito dell’intervento militare contro il regime di Gheddafi in Libia attualmente la situazione è estremamente frammentata: nessuna delle parti sul terreno sembra avere la forza e il seguito necessari per prevalere sulle altre. La Libia è un paese la cui popolazione è a grande maggioranza islamica, e sappiamo che gli interventi occidentali in terra islamica suscitano inevitabilmente indiscriminate reazioni antioccidentali di natura religiosa, dunque estreme e radicali. Sappiamo anche che l’occidente più prossimo alla Libia è l’Europa, non gli USA. E’ noto che l’impulso che ha condotto la Francia, poi l’UK e l’Italia e quindi la NATO a intraprendere un’azione militare per rovesciare Gheddafi è provenuto dagli USA ("Guidare da dietro" è una espressione coniata da Obama a proposito di quella guerra, ricordi?). Inoltre sappiame che, oggettivamente, il rovesciamento del regime di Gheddafi non ha portato alcun vantaggio all’Europa, ha portato invece molti e gravi svantaggi. Tra cui terrorismo, profughi, incertezza nello sfruttamento delle risorse petrolifere libiche, instabilità in una regione al suo confine sud.
      Riepilogando:
      1. l’intervento militare ha scarse o nulle prospettive di successo al fine di far prevalere una fazione sulle altre e ricondurre il Paese ad una parvenza di unità e di affidabilità di governo;
      2. quasi certamente l’intervento militare provocherebbe ulteriori manifestazioni di radicalizzazione islamica anti occidentale, in qualsiasi punto del mondo islamico, dunque anche nelle comunità islamiche europee;
      3. essendo l’Europa l’obiettivo più prossimo è quasi certo che sarà essa ad essere colpita dal terrorismo islamico;
      4. visti gli effetti totalmente negativi che ha sofferto l’Europa per l’iniziativa statunitense di rovesciare Gheddafi, effetti totalmente prevedibili e dunque sicuramente previsti, nulla assicura che questa volta gli USA si siano curati che la loro attuale iniziativa militare non leda ulteriormente gli interessi europei.

      Ora, con queste premesse, vorrei capire quale stratega consiglierebbe all’Europa e all’Italia di partecipare all’azione militare promossa dagli USA. Non parlo dei grandi maestri nell’arte della guerra, parlo anche dei più scalcinati conoscitori dei più elementari rudimenti di strategia militare. Sono talmente convinto che anche questi ultimi sconsiglierebbero di buttarsi nell’impresa da chiedermi: ma quelli che invece sbraitano affinché lo si faccia, non saranno per caso nemici dell’Europa e dell’Italia in particolare? Infatti, chi vorrebbe che il proprio Paese vada incontro al disastro se non un imbecille o un suo nemico giurato? Tu in quale delle due parti ti collochi?
  • Di Vero italiano (---.---.---.32) 4 agosto 2016 15:22

    I tuoi insulti nei confronti dei nostri militari che muoiono per il tuo paese e per la sua sicurezza mi fanno venire il vomito. Vergogna, vergogna e vergogna. Siete peggio dei terroristi. Davvero.

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