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Bologna: l’etica elastica del candidato del PD

Virginio Merola è il candidato unico del PD alle primarie per la corsa a sindaco di Bologna, appena eletto ha fatto sapere che (da Il Resto del Carlino): Virginio Merola non sarà il candidato alle primarie (e magari poi il sindaco) della grande moschea. A sgomberare subito il campo dall’argomento ‘scomodo’ ci pensa lui stesso, alle prime mosse da candidato Pd dopo il ritiro di Andrea De Maria. Al contrario di Amelia Frascaroli, che si è schierata a favore della moschea, Merola non crede più a quel progetto che tante critiche gli era costato quando era assessore all’Urbanistica della giunta Cofferati. “L’obiettivo di una grande moschea è un obiettivo sbagliato - spiega oggi Merola - perché impone all’amministrazione in modo sbagliato di scegliere tra le diverse comunità islamiche, a fronte del fatto che non esiste una rappresentanza unitaria delle comunità islamiche”.

Prevenendo l'ovvia obiezione sull'evidente compressione della libertà di culto, Merola ha aggiunto: "Credo che compito di un sindaco non sia solo dire in linea di principio ‘sono per la libertà di culto’. Un sindaco deve amministrare la città e sapere accompagnarla a un processo di integrazione che sia vero, senza contrapposizione e senza scontri”.

Il che significa che se i musulmani vogliono pregare: “Esistono già luoghi di culto islamici, è ora che la città li riconosca - dice -. Penso che per tutto un periodo sarà necessario non scegliere tra i diversi riti islamici, ma favorire l’integrazione di questi luoghi di culto che già esistono nella vita quotidiana di ogni quartiere”.


Quindi per evitare scontri (?) è meglio che i musulmani si rassegnino a non costruire moschee e che si accontentino di qualche sala nei quartieri. Merola la mette come se si trattasse di evitare di favorire certi musulmani su altri, ma si tratta di diritti umani e non di privilegi concessi dal benevolo amministratore. Se domani apparissero quattro richieste per la costruzione di moschee che fine farebbe la sua furbata?

Ipocrisia nemmeno troppo sofisticata di un candidato che mira a coprire il centro e anche un po' di destra, perché non si sa mai, e che da persona ben salda nelle sue convinzioni antepone il proprio interesse a considerazioni di principio, che pure ha abbracciato fino a cinque minuti prima della candidatura.

Per evitare incongruenze moleste, Merola ha cancellato anche il vecchio blog a sostegno della sua precedente candidatura, rimane solo il suo manifesto (nell'immagine) nella cache di Google. Candidato giovane, ma non esattamente esperto di reti, parte sbandando vistosamente.

Niente di buono per Bologna, si continua a procedere a fari spenti e con il motore che rantola.

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