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Biologico: i numeri del settore in Italia

Se il biologico cresce con percentuali interessanti, è pur vero che rimane una scelta di nicchia come confermano le statistiche dell’Unione Europea che attestano all’area biologica appena il 6,2% delle terre coltivate nel Vecchio Continente (dato 2015). 

Rapporto Bio Bank 2017– “Oggi sono tutti pazzi per il cibo biologico. Prima erano pazzi quelli che credevano nell’agricoltura biologica”. L’undicesimo Rapporto Bio Bank realizzato dall’omonima cooperativa certifica la svolta sostenibile compiuta nell’ultimo un quarto di secolo e ancora in corso. Un mutamento di percezione verso agricoltura, cosmesi e stili di vita in armonia con la natura positivo ma, a nostro avviso, ancora lontano da essere compiuto. Se il biologico cresce con percentuali interessanti, è pur vero che rimane una scelta di nicchia come confermano le statistiche dell’Unione Europea che attestano all’area biologica appena il 6,2% delle terre coltivate nel Vecchio Continente (dato 2015).

Un quota marginale in tempi dove i cambiamenti climatici impongono scelte più radicali e nei quali agricoltura e allevamenti contribuiscono per il 33% alle emissioni di gas serra mondiali (fonte World Resources Institute), dato in costante aumento. La vera rivoluzione sarebbe debellare l’industria agroalimentare dedita produzione intensiva responsabile non solo del climate change, ma pure dell’inquinamento delle risorse naturali e del peggioramento della salute pubblica.

Verso quota diecimila

Il Rapporto consultabile online ha contato 14.149 attività bio, suddivise in 23 categorie (vedi sotto), anche se il cuore del Bio Bank resta il monitoraggio di 11 tipologie di attività, otto alimentari e tre per il comparto cosmesi, per un totale di 9.706 attività rilevate nel 2016, contro le 9.423 del 2015. Un incremento del +3% che rappresenta un rallentamento della crescita rispetto all’anno passato. Segnale preoccupante è pure la chiusura di 494 attività negli ultimi 12 mesi, per fortuna compensata dall’avvio di 798 nuove realtà.

Alimentare: crescono ristoranti ed e-commerce

Nel settore alimentare le attività rilevate nel 2016 sono 9.007, in crescita rispetto alle 8.882 del 2015 (+1,4%) e le 8.422 del 2012(+6,9%), anno preso come riferimento dal Rapporto nelle analisi dei trend del comparto. Delle otto tipologie valutate a contribuire maggiormente alla crescita in termini percentuali sono i Ristoranti (+71,4% dal 2012 al 2016) e le proposte di e-commerce (+68%), mentre in termini numerici un forte contributo arriva pure dai negozi bio, passati da 1.270 a 1.423 (+12%).

Prosegue pure il trend positivo delle mense scolastiche “naturali”, aumentate di 38 unità rispetto al 2015 e di 92 (+7,7%) dal 2012. Stabile la vendita diretta dei prodotti bio (+1 attività rispetto al 2015) che registra una crescita del 3% negli ultimi cinque anni. Viceversa, nel medio periodo sono in leggera flessione gli agriturismi (-2,4% dal 2012), i mercatini biologici (-1,7%) e i gruppi d’acquisto solidali (-5,6%). Un lento declino di queste ultime modalità d’acquisto da attribuire probabilmente alla maggiore offerta di negozi online che facilitano l’impegno per la spesa a scapito delle relazioni sociali, punto forte di mercatini e gruppi d’acquisto. Un mutamento da ritenere non del tutto positivo. Nel complesso i relatori del Rapporto ritengono il settore in buona salute, “soprattutto se inquadrati nei dati strutturali appena diffusi dal Ministero delle Politiche agricole attraverso il Sinab. Nel 2016 gli operatori biologici certificati sono arrivati a quota 72.154 (+20,3% rispetto al 2015). Identico l’incremento delle superfici con 1.795.650 ettari bio e in conversione (+20% rispetto al 2015), con un’incidenza del 14% sul totale della superficie agricola utile nazionale”.

Alimenti & Co (2012-2016, +6,9%) incrementi e numero di attività

+71,4% ristoranti & co (da 301 a 516)

+68,0% e-commerce alimenti (da 164 a 326)

+12,0% negozi (da 1.270. a 1.423)

+7,7% mense scolastiche (da 1.196 a 1.288)

+3,0% aziende con vendita diretta (da 2.795 a 2.879)

-1,7% mercatini (da 234 a 230)

-2,4% agriturismi (da 1.541 a 1.504)

-5,6% gruppi d’acquisto (da 891 a 841)

Cosmesi: boom di profumerie

Prosegue inesorabile la crescita del settore della cosmesi naturale, seppur favorita dai numeri ancora piuttosto contenuti della realtà. L’ascesa nel quadriennio considerato è a tre cifre percentuali e per il futuro è probabile che la tendenza al rialzo prosegua. Dalle 334 attività registrate nel Rapporto 2013 si è passati alle 699 attuali con un incremento del 109,3%. A trainare numericamente il comparto sono le aziende impegnate nella produzione e distribuzione di soluzioni naturali per la cura personale, passate da 215 a 296 (+37,7%). Aumenta pure la varietà dei prodotti offerta che comprende, tra l’altro, cosmesi, detergenza persona, oli essenziali, solari e profumi. In termini percentuali sono proprio le profumerie bio ad avere maggior successo, passando da 49 a 209 e segnando uno straordinario +326,5%. Ottimo è pure il risultato fornito dall’e-commerce, con una crescita nel quadriennio da 70 a 194 unità pari a un +177,1%. A rendere ancora più di rilievo il risultato del comparto è, sottolineano i relatori di Bio Bank, il ritardo legislativo in materia che induce le aziende a essere prudenti nell’investire nella certificazione volontaria.

Cosmesi & Co (2013-2016, +109,3%) incrementi e numero di attività

+326,5% profumerie & co (da 49 a 153)

+177,1% e-commerce cosmesi & co (da 70 a 142)

+37,7% aziende cosmesi & co (da 215 a 244)

Supermercati: la realtà bio e equo

Per completezza di informazione facciamo un cenno pure ai rilevamenti relativi ai prodotti bio dei supermercati, oggetto di un focus separato consultabile qui. Si tratta di dati positivi, con le catene ad avere introdotto marchi bio passate da 9 a 22 (+144%) nell’arco di tre lustri, ossia dal 2001 al 2016. Un trend rafforzato soprattutto dal 2012 quando le etichette bio sono cresciute da 15 a 22 (+47%). Ancora più consistente è la crescita delle referenze, cioè dei prodotti biologici offerti dai diversi supermercati. L’evoluzione 2001-2016 segna un +344% con il numero che passada 644 a 2.857, merito anche in questo caso dell’accelerazione avuta dal 2012 al 2016, quando il comparto è aumentato del 115% con le referenze salite da 1.328 alle citate 2.857. Più contenuta larealtà “equo”, ossia dei prodotti equo e solidali: appena 6 catenecoinvolte con un totale di 66 referenze. In entrambe i settori il supermercato più attivo è la Coop. Nel Rapporto si considerano pure i negozi specializzati, 682 nel 1993 e oggi 1.423 (+109%).

Le Regioni e le città bio

Di interesse è pure la classifica delle Regioni di Bio Bank e, per la prima volta, delle città più bio. A dominare per numero di attività recensite è la Lombardia con 1.356 unità, e prima in 8 delle 11 categorie considerate, davanti a Emilia-Romagna (1.273) e Toscana (1.107). Il podio muta considerando la densità, ossia il numero di attività in rapporto alla popolazione. Sul gradino più alto del podio ci sono le Marche con 393,2 attività ogni milione di abitanti seguite da Umbria (332,1) e Toscana (295,6). Peccato che il rapporto non pubblichi i dati delle ultime Regioni in classifica.Tra i 3.313 Comuni monitorati solo poco più di 1.400 hanno almeno un attività bio. Il record spetta a Roma con 276 punti bio, seguita da Milano (201), Torino (91), Bologna (83) e Firenze (70). La graduatoria delle 50 città in classifica è dominata dai grandi centri urbani con qualche sorpresa come San Gimignano, località di 7.820 abitanti che conquista il 20° posto con 22 attività, per lo più legate all’agriturismo. La Regione con più città nella top 50 (in realtà sono 53) è l’Emilia-Romagna, con 12 località.

Le 14.149 attività bio 2016 suddivise in 23 categorie

Aziende alimenti 3.303

Aziende con vendita diretta 2.879

Agriturismi 1.504

Negozi 1.423

Mense scolastiche 1.288

Gruppi d’acquisto 841

Fattorie didattiche 637

Ristoranti & Co 516

e-commerce alimenti 326

Aziende cosmesi & Co 296

Mercatini 230

Profumerie & Co 209

e-commerce cosmesi & Co 194

Aziende equosolidali 112

Associazioni 107

Fiere & co 97

Fattorie sociali 71

Cassette a domicilio 31

Supermercati 28

Organismi di Controllo & Co alimenti 20

Organismi di Controllo & Co cosmesi & Co 15

Aziende di ristorazione 14

Centrali equosolidali 8

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