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 Home page > Attualità > Politica > Berlusconi alla frutta. Chiede i voti ai fascistelli di Storace

Berlusconi alla frutta. Chiede i voti ai fascistelli di Storace

Dopo il teatrino deprimente di agosto, della politica italiana, siamo arrivati a quello ancora più squallido di settembre.

Alla festa della Destra di Storace, davanti ad una folla di vecchi tromboni incravattati e dame d’altri tempi, il premier dal palco rincara la dose a Fini, rinfacciandogli le colpe della situazione politica di fine luglio.

Berlusconi, con la sua tipica falsa cordialità, ricorda al "gerarca" Storace la loro antica amicizia, fatta anche di scontri leali guardandosi negli occhi. L’eroe di Macherio, il trasformista di Arcore e Cavaliere della Brianza leghista, si augura pure che nel prossimo futuro un membro di questo gruppetto, trito di vecchio fascismo scolorito, possa ricoprire una carica governativa. A questo punto ci mancava che Berlusconi si assentasse solo un momento per ritornare sul palco con la divisa e stivaloni, cimeli regalatigli dal suo amico, macellaio di Tripoli e beduino, con seconda residenza in una tenda nei pressi di un parco romano.

Il Presidente del Consiglio passa poi ad incensarsi con i soliti ritornelli propagandistici. “L’Italia”, dice, “è un paese di benestanti e l’85% ha una casa”. Peccato che non ci racconti di quante famiglie non pagano le rate del mutuo per mancanza di fondi; peccato che non ci ricordi di quante unità è aumentata la disoccupazione (vedere gli ultimi dati pubblicati dalle camere di commercio). Riguardo alle pensione il ricorda che l’età media degli italiani si è elevata notevolmente e che quindi possano andare in pensione in età più avanzata. Perché non lo va a raccontare alle migliaia di ultra-cinquantenni che un lavoro non lo troveranno mai? Se già i giovani fanno la fila per trovare un lavoro precario, chi se lo assume un sessantenne? Ma lo sa il nostro Casanova brianzolo che è più facile fare una rapina in banca che trovare uno straccio di lavoro?

Se il premier non avesse visitato Storace, a elemosinare voti e consensi ed a ravvivare con la sua presenza da comico tipico dei conduttori Mediaset, questa festa sarebbe passata inosservata, e i vecchi tromboni che lo hanno applaudito, avrebbero potuto continuare a sonnecchiare in attesa di assalire il buffet, dopo i noiosi e ritriti ritornelli da palcoscenico di vecchi regimi.

Commenti all'articolo

  • Di poetto (---.---.---.197) 22 settembre 2010 11:12

     Penso che i danni che il Paese ha subito, e sta subendo, a causa della sottovalutazione della crisi, da ricercarsi nel fatto che per il capoccia i problemi da risolvere sono altri, verranno fuori quando, si spera presto, il berlusconismo sarà finito.

    Il nostro Paese vive un momento di forte difficoltà sia economica sia di identità.

    La crisi ha fatto perdere molti posti di lavoro, anche in zone e in settori fino a ieri economicamente “felici”.

    Solo poche trasmissioni televisive e pochi reportage della stampa strappano un velo sulla reale situazione del paese.

    La crisi sta esasperando anche molte zone del Nord, che vedono nella Lega un loro punto di riferimento per poterne uscire fuori, sottovalutando il fatto che obiettivo di questo partito è la scissione del Paese, sottovalutando il pericolo di balcanizzazione.

    Il Berlusconismo, se non sarà fermato in tempo, potrà essere ritenuto co artefice di un, impensabile fino a pochi anni fa, effetto Bosnia.


  • Di (---.---.---.73) 23 settembre 2010 07:36

    La politica è da sempre ricatto e mercanteggio, mestiere tra i più schifosi. E’ così da sempre. Esiste oggi ed anche in futuro sarà così.
    Hanno scoperto che qualche parlamentare femmina l’ ha data via per un posto a tavola. Ma quale novità? E tutti fanno finta di offendersi! Chissà in che mondo vivono.
    Il satrapo che aveva una maggioranza super, ora deve andare ad elemosinare qualche voto da gente che fino a ieri lo avversava.
    Ho pensato: se era una femmina chissà quanti abboccamenti sotto le lenzuola, pur di avere i voti per sopravvivere in parlamento.
    Gente meschina, ma al popolo che vota piace così.

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