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Bentornata Loujain AlHathloul, al volante della parità dei diritti delle donne

Era in carcere da mille giorni, perché si era messa al volante quando era proibito alle donne guidare l'auto..."Loujain è a casa!!!!!!!" scrive, con immensa gioia liberatoria, su Twitter Lina al-Hathloul, sorella di Loujain al-Hathloul, e un'altra sorella, Alia, fa sapere al mondo reale e web, che Loujain è nella casa di famiglia in Arabia Saudita e che questo " è il giorno più bello della mia vita".

Le donne saudite possono mostrare orgogliose la loro lotta anche attraverso le magliette e le felpe dove c'era il volto di Loujain, come Emna Mizounie e Rula Asad nella IWD 2019 campagna per #FreeLoujain. Era anche apparsa una foto post nell'aprile 2020 in cui era scritto: #humanrights Loujain al-Hathloul è in prigione per aver difeso #WomensRights il diritto alla guida. Essendo stata torturata in prigione, è altamente vulnerabile al #COVID19 Parliamo, camminiamo libere. #Perlalibertà

Ma in effetti Loujain era stata condannata, anche, con le accuse di aver collaborato con entità bandite dalla legge antiterrorismo ( lei ha sempre sostenuto si trattasse di ong per i diritti umani e organi di stampa internazionale, Amnesty International aveva organizzato una campagna di sensibilizzazione e supporto... ), e avere incitato al cambio di regime cercando di stravolgere l'ordine pubblico.
 
L'attivista ha dichiarato di essere stata torturata in carcere e ovviamente la Corte d'appello di Riad ha respinto tutte le accuse. Ad ottobre aveva iniziato uno sciopero della fame, durato alcune settimane, per protestare contro le sue condizioni di detenzione e il fatto che le fosse impedito di vedere i suoi familiari.Era stata condannata a cinque anni e otto mesi di carcere per reati di terrorismo, ma il tribunale aveva sospeso la detenzione di due anni e dieci mesi. La speranza della famiglia da allora era stata che la pena sospesa consentisse a Loujain di essere scarcerata in un paio di mesi. Questa speranza si è rivelata corretta: Loujain dovrà rispettare il divieto di viaggiare per cinque anni e tre anni di libertà vigilata.

Hathloul, cher ha 31 anni, era stata arrestata nel maggio 2018 con una decina di altre donne attiviste, poche settimane prima della storica revoca del divieto di guidare l'auto in Arabia Saudita. La sospensione parziale della sua condanna era arrivata dopo le intense pressioni internazionali per il suo rilascio e aveva preceduto l'insediamento del presidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden, che ha promesso una posizione dura contro Riad sui diritti umani. Il presidente oggi ha aperto il suo discorso al Pentagono accogliendo con favore la notizia della scarcerazione.Loujain dovrà rispettare il divieto di viaggiare per cinque anni e tre anni di libertà vigilata. 

Cosa era successo prima?
Giugno 2011 la cronaca riporta: "Le donne al volante sfidano il regime saudita. In risposta a una convocazione nazionale per atti dimostrativi contro il divieto che impedisce l’uso dell’auto alle rappresentanti del gentil sesso, diverse donne del regno si sono messe alla guida per sfidare la legge.La campagna, lanciata su Facebook e Twitter, è la più grande dimostrazione di massa sul tema dal novembre del 1990, quando 47 donne saudite furono arrestate e punite severamente per aver effettuato una dimostrazione al volante di automobili. Sui social network sono diverse le testimonianze di donne che oggi si sono messe alla guida e per loro vale una raccomandazione: ”Se vi arrestano, non spaventatevi. Vi chiederanno solo di firmare un impegno a non guidare piu”’, si legge sulla pagina di Facebook dedicata alla campagna".
Settembre 2011: "Il sovrano saudita, re Abdullah, ha revocato la condanna a 10 frustrate, inflitta ieri ad una donna, Sheima, che ha infranto il divieto di mettersi al volante. Lo ha annunciato la principessa Amira al-Taweel, consorte del principe miliardario Alwaleed bin Talal. Sheima era stata fermata a luglio mentre guidava nelle strade di Gedda, sull’onda di una campagna, ‘Women2drive’, indetta da un gruppo di attiviste che avevano invitato le cittadine del Regno ad infrangere l’odiato tabu’".
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poster campagna Amnesty
 
E io scrivo, dieci anni fa circa: "Ci risiamo? 10 frustate a chi guida da sola: Non teniamo paura" e Claudio Sala ci dedica un post memorabile.
La parità reale dei diritti delle Donne come vedete va molto piano, sembra correre come sempre solo la violenza e la guerra e le loro armi, di tutti i tipi, ma noi siamo abituate a camminare in salita e non ci fermiamo.
Bentornata Loujain al-Hathloul
 
 

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