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Banche, quando la garanzia vola via

Il governo austriaco ha presentato in settimana una legge che permetterà di incenerire il valore delle obbligazioni subordinate emesse da Hypo Alpe Adria, la banca che da qualche anno rappresenta un enorme buco nero per Vienna ed il sistema finanziario austriaco. Il punto fondamentale è che tale legge di fatto sconfessa il sistema di garanzie pubbliche sulle obbligazioni, ed apre la strada ad una revisione del rischio sul debito delle banche regionali, che di tali garanzie beneficiano ampiamente. Un rischio, che avendo come epicentro l’Austria, potrebbe tuttavia arrivare ad estendersi alla Germania.

Hypo Alpe Adria fu nazionalizzata dal governo austriaco nel 2009, dopo che la sua forte espansione nei Balcani e l’esplosione della crisi, con i suoi crediti inesigibili, minacciavano una corsa agli sportelli della banca. Hypo era controllata dal governo regionale austriaco della Carinzia, che era giunto a garantire crediti della banca per un importo di 25 miliardi di euro. Che c’è di male?, direte voi. Di male c’è che la Carinzia ogni anno raccoglie solo 2 miliardi di euro in tasse locali. Come si sia potuti giungere alla follia di garantire debiti della propria banca regionale in misura pari a 12 anni di tasse, è un mistero. O forse no, visto che verosimilmente si era certi che nulla di male sarebbe accaduto.

Dopo la nazionalizzazione del 2009, Hypo ha continuato ad essere radioattiva ed a richiedere soldi del contribuente austriaco, che sinora ne ha messi 5,5 miliardi di euro, e si stima che ne serviranno altri tre per completare le operazioni di dissoluzione della banca, col rischio non lieve che si tratti di stima per difetto. A questo punto, il governo di Vienna ha deciso di creare una bad bank, a cui conferire i crediti tossici per 18 miliardi di euro, ed una good bank fatta delle controllate nella ex Jugoslavia.

Nella legge presentata dal governo austriaco si prevede, invocando una direttiva europea del 2001 già utilizzata dall’Islanda nel crac delle proprie banche nel 2008, di azzerare il valore dei bond subordinati di Hypo così come il prestito di circa 800 milioni che l’ex azionista Bayerische Landesbank aveva concesso a Hypo dopo essere stata a sua volta spazzata via, come azionista, dalla ricapitalizzazione indotta dal salvataggio operato dal governo austriaco nel 2009. È evidente che Vienna cerca di ridurre i costi di dissoluzione della bad bank che finiranno in testa ai contribuenti austriaci, mentre al contempo cerca di isolare dal contagio e dal panico tutti i bond senior emessi in passato dalla banca.

Ma i subordinati che sono destinati ad essere spazzati via godevano della garanzia della Carinzia, in seguito trasferita in capo allo stato centrale austriaco. In estrema sintesi, il governo austriaco sta andando a rinnegare quello che era tutti gli effetti un proprio impegno in quanto garante subentrante alla Carinzia. Ma una iniziativa del genere, peraltro applicata ad importi nel complesso esigui rispetto all’entità del dissesto, rischia di creare forti costi da aumento di incertezza. E non è tutto: il governo di Vienna, nel disperato tentativo di recuperare risorse per spegnere il reattore nucleare di Hypo Alpe Adria, sta pure tentando una assai ruvida revocatoria contro il governo regionale della Carinzia, che dovrebbe sputare fuori i 500 milioni di euro incassati vendendo proprie quote di Hypo ai tedeschi di BayerLB, prima del collasso della banca e della sua nazionalizzazione, nel 2009. Il governo di Klagenfurt (Carinzia) rischia a sua volta di finire i soldi.

In altri termini, se al momento dirimente la garanzia vola via, chi investe in obbligazioni garantite da entità statali dovrebbe farci sopra una riflessione.

C’è una morale, in ciò? Sì, ed è questa: l’esistenza di banche too big to fail, dopo aver causato devastazioni ai danni dei contribuenti, richiederà sempre più che anche gli investitori paghino il conto dei dissesti. E qui siamo nell’ambito delle norme sulla cosiddetta unione bancaria europea. Ma, nei casi più gravi (come questo), credere che basti sacrificare gli obbligazionisti subordinati per preservare la “santità” del vincolo contrattuale con gli obbligazionisti senior è pura illusione. E peraltro di che santità parliamo, se una garanzia pubblica ereditata viene cancellata con un tratto di penna? Forse questo punto potrà essere utile a tutti quelli che invocano il primato della legge anche durante eventi “bellici” come il fallimento di una banca di dimensioni enormi rispetto al paese ospite, o anche in caso di improbabili uscite dalla moneta unica. Alla fine, vinceranno (forse) solo gli avvocati.

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