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Bambino trascinato via a forza dalla polizia. C’è del marcio in Italia

Sbollita l’indignazione per quel farabutto demente che ha trinciato le gomme di un handicappato colpevole di averlo fatto sloggiare dal parcheggio per disabili che occupava indebitamente, ecco il nuovo che avanza: padre e madre litigano e si contendono un figlio.

Niente paura, a dirimere la questione ci pensa la magistratura e arrivano quattro poliziotti che prendono il bambino, lo strattonano, lo infilano in una macchina mentre urla disperato e se lo portano via: stiamo parlando di un bambino di dieci anni, non dell’imam di Milano, accusato falsamente di terrorismo e rapito dalla CIA esattamente con le stesse modalità. Se quella era un’azione da punire con severità (e i capi dei servizi adesso dovranno tornare a rendere conto alla giustizia di quello che hanno combinato), questa come la vogliamo chiamare?

Delle "truppe speciali" che si mettono a strattonare un bambino prelevato a scuola in ottemperanza ad un ordine della magistratura, ma cos’è, una barzelletta? Quel giudice dove aveva la testa? E il questore? E quei quattro solerti agenti “dell’ordine” (e scusate le virgolette)? Davanti a una scuola?! In mezzo alla gente?! Ma scherziamo?!

"I bambini hanno diritto ad essere ascoltati e rispettati e ogni provvedimento che li riguardi deve essere posto in essere con la prudenza e l’accortezza imposti dalla loro particolare situazione minorile" ha detto il Presidente del Senato, commentando i fatti. E c'era bisogno che le dicesse lui queste cose? Non è una originale summa di pensiero filosofico, è il normale, banale buon senso che si chiede - che si pretende - da impiegati pubblici come i poliziotti in questione.

"Noi agiamo per la tutela del minore" aggiunge il direttore dei servizi sociali "ma una cosa così non l'ho mai vista". E meno male. Per fortuna che la zia ha ripreso tutto con il telefonino e che Rai 3 l'ha mandato in onda, se no nessuno ne avrebbe mai saputo niente. I poliziotti chiamati in causa difendono il loro agire in pubblico "in quanto i tentativi esperiti in passato presso la casa materna e dei nonni non avevano avuto l'esito sperato, il bambino si nascondeva".

E già, se il bimbo in casa si nasconde, che fa il dirigente della divisione anticrimine della Questura di Padova preposto all'operazione? Gli prepara un bel trappolone all'esterno, no? Mica lo cerca per casa. Adesso dirsi che “c’è del marcio” in questo paese è veramente troppo poco, espressioni troppo deboli, roba da educande. C’è qualcosa, in questo paese, che è andato in putrefazione e si chiamava vivere civile. Si chiama attenzione per le persone. Si chiama umanità, non solo - con linguaggio forbito - etica.

E’ uno sfascio di attenzione e di rispetto per gli esseri umani, che siano disabili o bambini, che siano donne (quante morte ammazzate ogni giorno?) o povera gente truffata, o buttata in mezzo a una strada e privata di ogni speranza.

L’etica di vent’anni di berlusconismo ci hanno lasciato questo: protervia, arroganza, senso di impunità, strafottenza verso ogni banale regola, ma soprattutto un sommo, profondo, totale disprezzo per gli altri; per chiunque altro.

Ricordiamoci dalla "macelleria messicana" di Genova che - adesso lo ha detto a chiare lettere anche la magistratura - ha sputtanato il nostro paese agli occhi di tutto il mondo. Lì si è definita la nuova etica dell’Italia da bere. Il Partito della "libertà di fare quello stracazzo che ci pare" nasce alla scuola Diaz di Genova, 2001. Undici anni per distruggere la convivenza civile di un paese che non era poi così male. Undici anni per dare la certezza alla polizia di poter massacrare impunemente della gente che dormiva senza aver violato minimamente una qualsiasi disposizione di legge, nemmeno il codice della strada; mentre dietro l'angolo i tutori "dell’ordine" fabbricavano prove false per poter procedere, delirando, con la loro personale resa dei conti con chi sembrava loro un “nemico” da abbattere.
 
O vogliamo ricordarci dei vari Aldrovandi, Cucchi, Uva, Sandri, Rasman, Ferrulli, e chiedo scusa per chi dimentico, cominciano a essere troppi. Violenza scatenata senza la minima remora. Contro i più deboli, naturalmente: disabili, bambini, donne, carcerati, barboni, ragazzi ammanettati o mezzo addormentati. Teste da sfasciare.

L’etica di vent’anni di berlusconismo cui la sinistra non ha saputo opporre con forza sufficiente una cultura diversa; basta ricordarsi dell'assessore-sceriffo di Firenze, il pidiessino Cioni, famoso per le ordinanze anti-lavavetri e anti-mendicanti in cui vedeva il "male" della città (salvo poi finire sotto inchiesta, al solito, per una sordida questione di bustarelle).

Questo paese ha un tremendo, urgente bisogno di ripulirsi, di smacchiarsi, di espellere lo schifo che gli si è appiccicato addosso dopo anni e anni di gente repellente che ‘dava la linea’. Che imponeva la sua cultura. Gente che ha prodotto e imposto una ignobile cultura della prevaricazione. Che ha ammorbato l'aria. Quanto lavoro c’è da fare per spalare il sudicio che si è accumulato per colpa di chi non ha voluto vedere che non è solo l'economia il problema italiano.

Questa vignetta l'ho trovata su internet, spero che si possa usare. Fa ridere, ma è profondamente triste. D'altra parte Altan è un genio, quindi fa ironia con cose tremendamente serie. Spero che non me ne voglia se la uso. E' adatta alla situazione.

 

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