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Baciamo le mani: la mafia ringrazia

Baciamo le mani: la mafia ringrazia

Il benvenuto a Silvio Berlusconi e alla sua corte di ministri del governo venuto questo 28 gennaio a tenere il Consiglio dei ministri a Reggio Calabria per varare il ’codice antimafia’ è stato dato dai precari della scuola, dai lavoratori del porto di Gioia Tauro, della De Masi, la Rete No Ponte, gli Lsu-Lpu, le associazioni, il popolo viola, sindacati e partiti di sinistra con lo striscione:

«Baciamo le mani. Scudo fiscale, processo breve, vendita beni confiscati... la mafia ringrazia».

Sull’altra sponda della scacchiera - o nella curva opposta - il gruppo di pidiellini si tiene composta e ordinata. I striscioni loro sono stati disposti a mo’ di palcoscenico prima del loro arrivo. L’attesa diventa spasmodica a l’avvicinarsi del corteo ministeriale. Prima il ministro La Russa si concede loro. Ma il proscenio è tutto per Silvio Berlusconi che, tra i tanti impegni nel Palazzo, trova anche il tempo di dedicarsi alla gente.

Da un lato poliziotti, carabinieri e guardia forestale controllano i contestatori, tenendoli a debita distanza, mentre telecamere e apparecchi fotografici della Digos immortalano i manifestanti.

Dall’altro lato fotagrafi e telecamere fissano sulla vergine pellicola della storia televisiva l’abbraccio amoroso di Silvio e il suo Popolo. La passerella hollywoodiana è pronta per essere diffusa sulle reti unificate.

Italia Nostra: pizzini, corruzione e collusione


Sono consultabili on-line, sul sito www.livesicilia.it, i ’pizzini’ scritti dalla mano di Vito Ciancimino, ex sindaco e assessore di Palermo, condannato per mafia e morto nel 2002.

Le memorie di Vito Ciancimino, come emergono dai documenti che il figlio Massimo ha consegnato ai magistrati palermitani. Sugli omicidi La Torre, Dalla Chiesa e Mattarella. I rapporti con Salvo Lima, Giulio Andreotti, col finanziere Gaetano Caltagirone e con i cugini Nino e Ignazio Salvo di Salemi. Il consociativismo nel ’sacco’ di Palermo e le giunte comunali Piraino, Martellucci, Pucci, Insalaco e Orlando. La collaborazione con i carabinieri del Ros e gli appunti dal carcere.

Appunti che sarebbero andati a comporre un libro, ’Le mafie’, da consegnare in eredità alle future generazioni della famiglia Ciancimino. Per dimostrare che il suo operato era inserito in un sistema fatto di corruzione e collusione con la mafia.

Governo del fare anche governo del dare

Nicola Cosentino, sottosegretario all’economia, al quale il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha conferito le deleghe per il Comitato Interministeriale Programmazione Economica (Cipe) e per le frequenze radio-tv. Accusato di concorso esterno in associazione camorristica per presunti rapporti con il clan dei casalesi, non si dimette benché la I sezione penale della Cassazione abbia respinto il ricorso contro la richiesta del suo arresto presentato dai suoi legali. Macché dimissione. Silvio riconoscente per l’aiuto dato a ’risolvere’ il problema della munnezza gli ha messo in mano la borsa e libero a lui giocare con i cordoni. «L´Eco 4 song´io» disse Cosentino prima di diventare sottosegretario nel ’governo del fare e del dare’.

Ma Cosentino è in buona compagnia. Come rivela il Fatto quotidiano, il ministro della difesa Ignazio La Russa che in tenera eta in camicia nera dava volentieri dei pugni in faccia ai rossi comunisti e che oggi invia le truppe d’assalto in assetto di guerra nelle strade trafficate dalle truppe Rai, è, ancora oggi, presente in due società assieme a un imprenditore pizzicato a fare estorsioni con gli uomini della ‘Ndrangheta milanese.

Contrastare la mafia con l’omertà

«Abbiamo assistito alla brutta abitudine di fare film e fiction sulla mafia che hanno portato in giro per il mondo l’immagine negativa dell’Italia. Spero che questa moda sia ormai finita». (Silvio Berlusconi alla conferenza stampa dopo il Cdm di Reggio Calabria)

«Dal premier un invito a non fare più fiction sulla mafia? Bene, ma ricordiamo che ’il capo dei capi’ andò in onda su Canale 5 solo a novembre 2007. A gennaio 2008, poi, sempre su Canale 5 fu la volta de ’L’Ultimo Padrino’. La casa produttrice, la Taodue, sul suo sito internet si fregia di aver ’segnato positivamente molte stagioni del palinsesto di Canale 5’". "Dunque questo consiglio del premier dovrebbe valere anche per le reti Mediaset. Il problema non è poi tanto fare o no fiction sulla mafia. Si tratta di non rendere i mafiosi, attraverso le fiction, personaggi affascinanti, quasi mitologici. Insomma, la gente dovrebbe aver ben chiaro quale è la differenza tra il bene e il male». (Luca Borgomeo, presidente dell’associazione di telespettatori cattolici Aiart)

Mafia, camorra, ‘ndrangheta e immigrati: una Sacra corona unita

«I risultati sui nostri contrasti all’immigrazione clandestina sono molto positivi» e questo è importante perchè una «riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali». Un tema, quello dell’immigrazione - secondo Silvio Berlusconi - strettamente connesso a quello del contrasto alla criminalità organizzata.

«In due anni 500 persone hanno perso il posto di lavoro», ha detto uno dei lavoratori portuali di Gioia Tauro: «Siamo qui a chiedere un intervento serio al governo. La ’ndrangheta si sconfigge con il lavoro, non solo con le chiacchiere e potenziando le forze di polizia. Se non c’è occupazione la manovalanza della mafia crescerà».

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