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Berlusconi - il caudillo democratico

Dopo i tantissimi accostamenti dati al premier, da Napoleone a Dio, arriva anche quello di Mario Vargas Llosa, che paragona Berlusconi a un caudillo.
Democratico però, senza l’autoritarismo di Mussolini, ilare, con un portafoglio pieno di barzellette, a volte istrione e clown, aspetti che, a dire il vero, anche il Duce ebbe a manifestare in più di una occasione. Secondo lo scrittore peruviano, Berlusconi, nonostante possa apparire personaggio superficiale, poco colto, è riuscito a dare ordine e stabilità all’Italia dimostrando un talento politico eccezionale.

Silvio non ha certamente invocato uno sponsor di questa caratura per avvalorare le proprie tesi di super io, ma allora perché non scomodare addirittura Friedrich Nietzsche per tessere le lodi del nostro capo del governo? Berlusconi sa bene che è un grande privilegio per gli italiani essere governati da uno come lui. Uno che è destinato a passare alla storia, in questo momento in cui solo il Papa gli è uguale.



Da quando è entrato in politica ha guarito gli italiani dal germe del comunismo. Nonostante siano stati commessi contro di lui piccoli e grandi misfatti, usando le procure di mezza Italia, lui ha sempre risposto con un sorriso a trentasei denti. Anche se i comunisti lo odiano, non ha mai risposto con il risentimento o la vendetta, ma con l’abilità del politico di razza e con tutta una serie di leggi per gli italiani : quella della pensione a 65 anni, quella del conflitto di interessi, quella sull’ordinamento giudiziario, quella sul falso in bilancio.

Ha aumentato la pensione minima a quelli che non la raggiungevano. E per tutto ciò non capisce perché ce l’abbiano con lui. Non vuole essere preso per quello che non è. Lui in effetti non lo fa mai, proprio perché non vuole trovarsi in contraddizione con sé stesso. Quando qualcuno degli oppositori si lamenta di non capire il suo operato, lui risponde che è naturale, che non è facile comprendere se non ci si eleva a un grado più alto di quello che i suoi detrattori sono in grado di raggiungere. Un giorno il suo nome sarà associato al ricordo di qualcosa di prodigioso. Lui non è un uomo, è dinamite. Non vi è in lui nulla del fondatore di religioni. Non vuole credenti e ha una paura terribile che un giorno lo canonizzino.

Non vuole essere un santo, anche se è il primo ad avere scoperto la verità. Lui è il messaggero di buone novelle, come lui non c’è nessuno, conosce compiti di un’altezza per la quale fino ad ora è mancato il concetto. La politica fatta dai politici di professione è trapassata, solo a partire da lui ci sarà in Europa una grande politica. Gli italiani siano fiduciosi, solo con Silvio ci sono ancora speranze.

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