Austria: ciò che l’Italia non vuole ammettere
A distanza di molti anni, la questione sembra essere, per gli Italiani, dimenticata, ma non per gli Austriaci. Parliamo della questione alto-atesina (e non solo): dopo la Prima Guerra Mondiale, l’Italia, uscita vittoriosa, potè pretendere l’annessione del Trentino Alto Adige, sulla base di quanto previsto dal Trattato di Saint-Germain-en-Laye, regione che fino a quel momento era a tutti gli effetti parte del territorio austriaco.
Si dovette aspettare fino al 1943 affinché, almeno una parte della regione del Trentino -Bolzano, Belluno e Trento- furono di nuovo -seppur momentaneamente- annesse all’Austria, insieme ad alcuni territori del Friuli Venezia Giulia.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, furono tuttavia ristabiliti i confini delineati al termine della Prima, e l’Austria perdeva, ancora una volta, i suoi territori, situazione che generò diffuso rammarico nella popolazione germanofona, che, peraltro, si vide costretta all’italianizzazione durante il Regime Fascista.
L’unico “privilegio” concesso ai territori “contesi” fu quello di godere di uno “statuto speciale”, sebbene la maggioranza dei suoi abitanti non si identificasse certo come cittadini Italiani, ma, a tutti gli effetti, come cittadini Austriaci.
Negli anni ‘50, dopo dure lotte e manifestazioni, i territori a statuto speciale riuscirono ad ottenere un ulteriore margine di autonomia.
Tutto ciò, però, non basta: non è soltanto una questione di lingua -che pure sarebbe requisito sufficiente- ma è una questione di “sentimento di appartenenza” strettamente legato ai concetti di Patria e cultura; che cosa penserebbero i cittadini italiani se -da un giorno all’altro- gli fosse comunicato di essere stati annessi alla Francia o alla Svizzera? Così come qualsiasi altro popolo -a meno che non vi siano interessi di tipo diverso in gioco- sicuramente non gradirebbero la notizia e farebbero il possibile per manifestare il proprio intento di “fare ritorno” alla Patria d’origine.
Certo, ci sarà pure qualche cittadino a cui piace essere “rimasto intrappolato” nei confini italiani, ma quanti cittadini italiani vorrebbero “rimanere intrappolati” alle Maldive, ai Caraibi, o a Los Angeles? Ma, facendo i conti con la realtà, ci si rende conto di essere, dopotutto, in Italia!
A ben guardare, la questione alto-atesina (e non solo) fa parte di quei “pochi” casi che renderebbe un Referendum scomodo: il territorio sarebbe immediatamente riconsegnato al legittimo proprietario, e cioè all’Austria!
I cittadini italianizzati di origine austriaca si sono espressi più volte -e in modo chiaro- sulla questione: la loro Patria rimane l’Austria. I loro antenati sono per lo più Austriaci che -improvvisamente- si sono ritrovati Italiani, o meglio “italianizzati”, fatta eccezione di quei pochi -seppur presenti- casi di Italiani emigrati nei territori contesi.
“Un territorio è di chi lo abita”, recita un noto detto; più che detto, però, dovrebbe divenire una legge internazionale, coerentemente a quello che il Diritto Internazionale identifica con il “principio di autodeterminazione dei popoli”, un principio che, ancora oggi, troppo spesso sembra essere soltanto “scritto sulla carta”.
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