Atreju | La grande oratoria!?
Non è facile capire come si possa votare la politica estera della maggioranza e pensare di fare l’opposizione. L’UE così com’è, bellicosa serva sciocca della Nato, farebbe schifo ad Altiero Spielli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, gli autori del Manifesto di Ventotene.
Fino a quando il maggior partito di opposizionne al governo Meloni non se ne accorge o finge di non accorgersene, una sinistra unita che recuperi il voto di chi si astiene non sarà possibile costruirla e non sarà possibile nemmeno mandare a casa Meloni. In una discussione sui social si può anche fare la guerra a Conte e al M5S tanto non siamo noi che prendiamo decisioni. In una situazione drammatica come quella che viviamo, però, chi si sforza concretamente di costruire un fronte democratico contro la deriva autoritaria e non ha portato al macero l’intelligenza politica, o riconosce davvero il valore dell’unità e si sforza di realizzarla, sapendo che non ne verrà mai fuori un organismo che non abbia limiti, o prende in giro se stesso. Pensiamo davvero che la crisi della democrazia in Europa sia figlia di Putin e non delle scelte politiche di una sedicente sinistra che si colloca sulle stesse posizioni dei Putin europei? Crediamo davvero che esista un pericolo russo e ci togliamo il pane dei bocca per armarci, come ci chiede la Nato? Se è così, rassegniamoci. È inutile parlare di antifascismo, quando nei fatti si approvano le scelte dei neofascisti. Dopo giorni di farsa ultraliberista e neofascista e ila sfida della Presidente del Consiglio – “stiamo tornando” ha annunciato, come se non ce ne fossimo accorti – in giro senti dire che Mussolini vinse anche perché era un oratore chiaro ed efficace. E chi lo dice ci crede. Mussolini però non vinse perché era un bravo oratore. Vinse perché si trovò a fare i conti con una sinistra dilaniata: Turati espulso, i riformisti messi alla porta, il PSI spaccato a Livorno, Rosselli definito da Togliatti socialfascista, persino Matteotti, attaccato da Gramsci, diventò un “rivoluzionario senza rivoluzione”! Si dice che la Storia è maestra di vita, ma questo è vero solo se trova allievi capaci di ascoltare. Non ho mai amato Prodi, ma pochi giorni fa da Formigli mi sembrò lucidissimo. La cecità delle opposizioni, disse, fa tornare alla mente i massimalisti del 1922 e l’invincibile armata di presuntuosi incoscienti del 1994. Trent’anni dopo Berlusconi, nel 2024, la tragedia si ripete e purtroppo non diventa farsa. Finché non è morto, Gaetano Arfè, partigiano, storico e autentico riformista – un socialista della più bell’acqua – ha provato a suonare l’allarme: “c’è stata battaglia e non ce ne siamo accorti”, ha ripetuto. Nessuno l’ha ascoltato. Se avessi il conforto della fede religiosa, direi che è vero, Dio acceca coloro che vuol perdere. Ancora un poco, poi, se apriremo gli occhi, scopriremo che mentre ci scambiavamo accuse e ci attaccavamo tra noi, ancora una volta la reazione ci ha travolti. Forse sbaglio, forse qualcosa mi sfugge e spero proprio che sia così, ma più il tempo passa, più la preoccupazione aumenta e la fiducia diminuisce.
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