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Aste dei titoli: i problemi restano e si aggravano

Dalla due giorni di aste di titoli pubblici, conclusasi oggi, si possono trarre alcune considerazioni. In primo luogo, il “grande successo” dell’asta dei Bot semestrali di ieri è stata fortemente distorta dalla enorme liquidità presente nelle tesorerie bancarie, che ha sorretto la domanda. Comprare Bot a sei mesi permette alle banche di effettuare un impiego di liquidità molto remunerativo, in termini di carry (la differenza tra costo del denaro in Bce e rendimento del titolo). Inoltre, la ridotta vita del Bot consente alle banche di evitare lo stigma di un portafoglio riempito di Btp.

Ben diversamente, invece, sono andate le aste di oggi, con Btp triennale e decennale. Anche se i rendimenti sono calati rispetto alla disastrosa asta del 29 novembre, questi rendimenti sono e restano insostenibili, se dovessero rivelarsi persistenti. I compratori di debito pubblico italiano latitano, e pensare di indurre gli italiani ad una financial repression tale da aumentare la quota di debito pubblico detenuto da residenti resta, ad oggi, del tutto velleitario.

A questo punto servono soluzioni, in primo luogo per abbattere il rapporto debito-Pil. Creare l’equivalente di un fondo REIT (fondo immobiliare) e collocarlo sui mercati o nei portafogli degli italiani (anche obtorto collo) potrà servire. Tra le altre misure, il Tesoro modificherà le tecniche di emissione, dando più peso al breve termine ed al segmento retail (attraverso la possibilità di partecipare online alle aste di titoli pubblici). Il tutto ragionando nell’ipotesi che la Bce non si dannerà più di tanto sul secondario, e continuerà a non agire sul primario, per i noti veti.

Comunque sia, c’è un evidente squilibrio tra domanda e offerta di debito italiano, come vi stiamo dicendo da molto tempo, ormai, e bisognerà agire su tale squilibrio. Le riforme di struttura dovranno ovviamente essere fatte, per alzare la crescita potenziale del paese. Ma per la crescita effettiva, i motori sono e restano fuori d’Italia.

Il 2012 sarà un anno molto impegnativo, con un elevatissimo profilo di rischio. Poiché siamo italiani, e riusciamo sempre a trasformare in farsa i momenti più drammatici, è verosimile che continueremo a sentire e leggere idiozie sulla ricetta magica per evitare il default da parte di quegli stessi figuri che per un decennio non hanno combinato un accidente, contribuendo in modo decisivo a portarci a questo punto.

 

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