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Arabia Saudita, sì alla carriera femminile, ma solo tra tutte donne

La legge della Sharia verrà comunque rispettata pur creando un polo industriale ed economico per sole donne.

Un intero polo Industriale e di uffici per sole donne, secondo il progetto di mordernizzazione portato avanti dal Saudi Industrial Property Authority (Modon), l'autorità che si occupa dello sviluppo del settore nell'Arabia Saudita, in modo da poter impiegare il potenziale delle lavoratrici senza violare le severe leggi che regolano il costume della donna, in alcuni paesi islamici.

Secondo alcuni giornali tra cui il Daily Mail, la costruzione dell'impianto sarà realizzata nell'area est dello stato e inizierà fra un anno, il piano fa parte di un insieme di provvedimenti che mirano a modernizzare il paese e a portarlo alla pari con il resto del mondo occidentalizzato. Dovrebbe essere il primo di molti che apriranno sparsi per tutta l'Arabia, almeno secondo il vicedirettore Saleh al Rasheed che esprime il suo giudizio positivo sulla riuscita dell'integrazione femminile nel mondo del lavoro.

L'iniziativa ha, però, meri fini economici, volendo sostituire gran parte del personale straniero con personale femminile autoctono, portando un'ulteriore spinta alle finanze della nazione, nonostante ciò negli ultimi tempi si è registrata un'apertura notevole, sia dal punto di vista culturale che nell'applicazione pratica dei diritti. Ad esempio, per la prima volta, è stato concesso alle atlete di partecipare alle olimpiadi e la judoka Wojdan Shaherkani si è potuta scontrare con la rivale portoricana a Londra e, anche se la gara è durata solo un minuto, è stato un evento storico.

In più, il sovrano Abdullah ha promesso che entro il 2015 le donne potranno partecipare sia in modo attivo che passivo alla vita politica dell'Arabia. Tutto ciò modificherà, si spera in positivo, questa società che pur non vietando direttamente il lavoro femminile, crea talmente tante difficoltà che le statistiche parlano di un misero 15% di impiegate sul campione generale.

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