• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Antonio Iavarone e Anna Lasorella: una storia italiana

Antonio Iavarone e Anna Lasorella: una storia italiana

La storia dei due ricercatori italiani fuggiti all’estero a causa del nepotismo della loro Università, e che ieri hanno annunciato un’importantissima scoperta nel campo delle ricerche sui tumori cerebrali, raggiungendo il primo passo per una eventuale cura, è solo il simbolo di migliaia di tante storie simili in un’Italia dove la cultura del merito alberga solo nelle vacue promesse di qualche membro dell’elite dirigente del nostro Paese.

Storie di una ricerca che non solo è scomparsa dai piani di sviluppo del nostro Paese, con investimenti pubblici praticamente prossimi allo zero (tanto da dover ricorrere a Telethon), ma che è anche mortificata dal "baronismo" che domina le nostre Università, dove l’unico vero criterio di selezione è quello della "conoscenza personale", della "raccomandazione", e non certo quello delle compentenze. E i meritevoli devono solo sperare in un miracolo, ed impegnarsi comunque in ogni caso al 101% delle proprie possibilità, mentre i "fortunati" di turno si trovano spianati carriere brillanti senza muovere un dito.


E non possono nemmeno lamentarsi: perchè, se qualcuno alza la voce, magari denunciando, "muore". E’ una specie di mafia che non uccide fisicamente, ma ammazza i sogni personali e le carriere di tante persone che meriterebbero ben alro trattamento (che poi trovano altrove). E, come tutte le mafie, è ben protetta da chi comanda in questo Paese. Perchè in fondo il "baronismo" non è che l’espressione universitaria del male principale che affligge l’Italia e ne impedisce qualsiasi sviluppo: l’enorme spirito di auto-conservazione delle "Caste". Una classe dirigente che non cambia mai, vecchia nelle facce, nei modi, nei contenuti. Sarebbe ora di finirla.


 

Commenti all'articolo

  • Di aetius (---.---.---.5) 18 agosto 2009 14:33

    embè che stiamo aspettando a rovesciare il sistema??

    è giusto quello che scrivi..ma al tempo stesso penso che le cose cambiano..solo se lo vogliamo noi..non scendono certo dal cielo...

    cosa è più facile...scappare all’estero..o occupare per mesi e mesi l’università..magari beccandosi un arresto, qualche manganellata, e il giudizio negativo dei media pilotati??

    io penso che un sistema così basato sulle conoscenze, sulla famiglia e sulle raccomandazioni, imploderà un giorno su se stesso...quando i medici (raccomandati) uccideranno, quando gli ingegneri (raccomandati) faranno crollare i ponti e le metro, quando gli amministratori (ultra-raccomandati) riempiranno di rifiuti le proprie terre per interessi personali a tal punto che tutti si ammaleranno di cancro..


    decidiamo: o scappiamo o si rovescia tutto...

  • Di piero (---.---.---.8) 22 agosto 2009 13:17

    come posso mettermi in contatto ,

  • Di pv21 (---.---.---.16) 22 agosto 2009 18:32

    La ricerca è una cosa troppo seria per essere oggetto solo di recriminazioni. Basta ascoltare gli Untori della parola che da giornali e tv trattano di scienza. Basta vedere il ripetersi delle riforme invece della necessaria Rigenerazione della scuola. Studenti universitari con famiglie fanno milioni di voci (se si decidono a farsi sentire). segue => http://forum.wineuropa.it 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares