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Ancora violenze su minori autistici

Ancora violenze su minori autistici

Questa volta è accaduto a Crotone: un’educatrice di sostegno (sic!) che prende a botte ed a morsi un bambino autistico di cinque anni a lei affidato. La cosa va analizzata da più rispetti.
 
Innanzitutto la disabilità comporta sovente problemi di tipo psicologico, ma in maniera diversa in funzione dell’età del soggetto in cui insorge: una cosa è diventare disabile in età avanzata, un’altra è diventarlo durante l’infanzia o l’adolescenza. In quest’ultimo caso una linea di autismo, più o meno marcata, è inevitabile. Prudentemente, l’infanzia disabile è da considerare per intero autistica.
 
Un’altra considerazione, che deriva dalla bruttissima vicenda di Crotone, riguarda i tanti bambini non disabili, che sono costretti a sopportare pseudo-educatori assolutamente non formati in modo adeguato; perché anche se riescono a meglio sopportarli, certamente non è da auspicare per nessun bambino un educatore in grado di rapportarsi con lui solamente con la violenza e con la sopraffazione. Che tutto questo, poi, accada nel Paese che ha dato i natali a Maria Montessori…! Occorre dunque che le Autorità competenti prendano atto della necessità di una maggiore attenzione nella formazione degli educatori, per il bene sia dei soggetti disabili ed autistici sia dei soggetti normodotati. D’altra parte è una vera e propria legge di natura, anche in questo caso confermata, che, se si fa qualcosa di buono per i disabili, si finisce inevitabilmente per fare qualcosa di molto buono per l’intera collettività: a voler tutelare l’infanzia autistica, si finisce per tutelare tutta l’infanzia.
 
Occorre anche aggiungere che il problema non va limitato ai soli educatori: l’infanzia disabile ed autistica viene normalmente a contato con vigili urbani e con assistenti sociali, con poliziotti e con magistrati, insomma viene a contatto, come tutti e più di tutti, con le Istituzioni. E non è accettabile che quanti alle Istituzioni appartengono ed in qualsiasi ruolo, oggi ignorino, salvo i casi di una scelta personale, le problematiche nel rapporto con l’infanzia autistica. Ed è pleonastico aggiungere che un vigile urbano o un magistrato, formato per rapportarsi in maniera adeguata con un soggetto autistico, sicuramente saprà meglio rapportarsi con l’intera utenza.
 
Quanto sopra perché non si vorrebbe mai più parlare di violenza sui minori, autistici e non. Si vorrebbe che, almeno all’infanzia, la violenza fosse evitata.

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