Anche in Olanda le politiche di Bruxelles hanno dei nemici
Caroline van der Plas, 56 anni - esperta di comunicazione con un passato da giornalista specializzata in agricoltura - è la co-fondatrice del BBB, un partito sostenuto dai contadini che si sono ribellati di fronte al piano che mira a ridurre drasticamente l’inquinamento da azoto nelle fattorie entro il 2030.
Secondo gli agricoltori olandesi questo porterà alla chiusura di molte aziende agricole e alla carenza di produzione alimentare. Dunque le politiche ambientali, che gli agricoltori olandesi contestano con forza, saranno uno dei temi caldi della prossima campagna elettorale accanto all’immigrazione. Le domande di asilo sono aumentate in Olanda di un terzo nel 2022 a oltre 46 mila, e il governo ha previsto che quest’anno potrebbero superare le 70 mila, superando il record del 2015. Per porre un freno alle richieste di asilo la soluzione ipotizzata era di far aspettare alle famiglie almeno due anni prima di potersi riunire ma due partiti della coalizione — l’Unione cristiana e i liberali di D66 — si sono opposti facendo cadere il governo. Tutte lo abbiamo visto impegnato anche in Tunisia per porre in freno alle partenze. È ampiamente dimostrato infatti che del milione di emigranti che sono sbarcati in Italia più della metà si sono trasferiti nel centro europa. Tutto questo avviene nonostante i blocchi alle frontiere effettuati sia da francesi che da svizzeri e austriaci. Sulla migrazione Caroline van der Plas ha una posizione dura: il suo partito ha proposto un possibile limite annuo di 15 mila richiedenti asilo, ben al di sotto dei numeri che l’Olanda si trova a gestire. Van der Plas si è imposta perché si presenta come una donna «del popolo», vicina alle persone comuni ed è espressione della provincia, a differenza del premier Rutte. Lui è nato all’Aja e dopo oltre dieci anni alla guida del Paese è considerato parte dell’establishment.
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