• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Allarme povertà e fame nel mondo

Allarme povertà e fame nel mondo

La Food and Agriculture Association (FAO) Food Price Index, l’ente che misura le variazioni mensili dei prezzi dei generi alimentari in un paniere di beni che comprende tra l’altro cereali, semi oleosi, latte, carne e zucchero, ha comunicato che, il dato riscontrato a gennaio 2011 risulta essere il più elevato dal giugno 2008.

Questo nuovo picco è destinato a far aumentare il numero di persone che nel mondo vivono in povertà. Nel 2009, il numero di persone che nel mondo soffrivano la fame ha superato per la prima volta nella storia il miliardo.

I segnali, che questa cifra possa aumentare sono ora, una seria minaccia per tutti noi e la FAO si aspetta che il prezzo dei prodotti agricoli nel corso dell’anno possa aumentare ulteriormente. La conseguenza sarebbe una pressione enorme sulla fascia più povera del mondo, che ha do già dovuto far fronte al pesantissimo aumento dei prezzi registrato negli ultimi due anni. La Banca Mondiale ha stimato che 44 milioni di persone sono state “spinte” verso la povertà dalla scorsa estate.

Naturalmente, non tutti perdono quando i prezzi salgono. Gli agricoltori irlandesi, ad esempio, hanno visto crescere i loro redditi e anche i paesi poveri, che producono prodotti destinati all’esportazione, come lo zucchero o gomma possono beneficiarne, a patto che non debbano importare altri alimenti.

Molte cose contribuiscono all’aumento dei prezzi e alla volatilità degli stessi. Dato che i mercati sono sempre più integrati nell’economia mondiale, gli shock a livello internazionale possono influenzare i mercati interni molto più rapidamente di prima.

Accadimenti meteorologici estremi in zone produttive, come la siccità in Russia e Argentina, le inondazioni in Australia, e lunghi periodi di condizioni di neve e gelo negli Stati Uniti possono influire negativamente sulle produzioni globali. Il Cambiamento dei modelli demografici e di consumo, soprattutto nei paesi a medio reddito, aumenta la domanda di cibo nel lungo termine. I bio-carburanti, che diventano vitali ogni una volta che il petrolio supera i 60 dollari al barile, continueranno a competere con il cibo per l’occupazione di terra produttiva.

Gli investitori non tradizionali, come le banche e gli hedge fund, sono entrati nel mercato alimentare delle commodities, approfittando della liberalizzazione dei mercati delle materie prime a livello mondiale. I contratti per comprare e vendere prodotti alimentari sono stati trasformati in “derivati” che vengono comprati e venduti tra gli operatori che non hanno alcuna connessione con l’agricoltura. L’Unione europea ha recentemente riconosciuto il nesso tra speculazione; volatilità dei prezzi, affermando che vi è una forte correlazione tra le posizioni sui mercati dei derivati ​​e quelle dei prezzi dei beni nei mercati locali.

Mentre vi è un ampio dibattito, circa l’impatto relativo che questo provoca, non c’è discussione circa le conseguenze. Per i più poveri del mondo, in particolare quelli che fanno affidamento sui mercati locali per procurarsi il cibo, l’aumento dei prezzi porta conseguenze nefaste. Questo gruppo comprende persone estremamente povere che vivono nelle baraccopoli urbane, i lavoratori senza terra nelle aree rurali e gli agricoltori che non hanno potuto coltivare abbastanza cibo per ultimo anno. Questi gruppi vivono già al limite. Molti di loro spendono fino al 80 per cento del loro reddito per l’acquisto di prodotti alimentari di base, per cui anche un lieve aumento dei prezzi porterà effetti devastanti.

Sappiamo per esperienza che questi effetti ci saranno. La gente dovrà comprare alimenti di base a scapito di verdure e di cereali. Una dieta a base di carboidrati potrebbe sedare i morsi della fame. Ma la mancanza di nutrienti avrà un impatto significativo sul lungo termine sullo sviluppo cognitivo e fisico, soprattutto per i bambini sotto i due anni. A causa di questo, le madri spesso rinunciano ai loro pasti per garantire ai figli la sussistenza. Con meno soldi a disposizione, le famiglie al margine faranno scelte che avranno conseguenze a lungo termine.

Il mondo ha disperatamente bisogno di affrontare il problema della sicurezza alimentare per i più poveri, alla luce dell’aumento dei prezzi, dei mercati più volatili, dei cambiamenti climatici, della crescita demografica e della pressione sempre maggiore sulle risorse naturali.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares