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 Home page > Attualità > Cronaca > Aldrovandi. Ora che non è più "Zona del silenzio"

Aldrovandi. Ora che non è più "Zona del silenzio"

Ero in treno e stavo leggendo “Zona del silenzio”, la graphic novel di Checchino Antonini e Alessio Spataro (con prefazione di Girolamo di Michele) uscita da poco per Minimum Fax, su uno di quello che si pensava potesse rimanere una tante ingiustizie della storia italiana: “Il caso Aldrovandi”, quando ricevo la telefonata di un amico che mi dice che i poliziotti sono stati condannati: 3 anni e 6 mesi per gli agenti che nel 2005 hanno ucciso Federico Aldrovandi. Proprio l’altroieri, infatti, il giudice Francesco Maria Caruso ha condannato Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani, Luca Pollastri, per eccesso colposo in omicidio colposo.
 
Federico Aldrovandi è un ragazzo di 18 anni che dopo una serata con gli amici, mentre ritorna a casa, è fermato dalla polizia, perché, sostengono, stava dando in escandescenza. Lo fermano, ma lui comincia ad agitarsi e per calmarlo i poliziotti lo sbattono a terra... e quello che succede in quel frattempo cominceremo a saperlo solo molto tempo dopo, dopo testimonianze ritrattate, smentite da parte degli agenti, fiaccolate, ammissioni, e la testardaggine di una madre. Il riconoscimento del ragazzo è fatto dallo zio infermiere che da subito, assieme alla madre di Aldrovandi - che crea un blog ad hoc - accusano la polizia di averlo ucciso. Overdose, droga, continua a sostenere la polizia, nonostante le ferite e gli ematomi trovati addosso al ragazzo, due manganelli rotti, un testicolo schiacciato e la vita di un 18enne andata in fumo e nonostante dai verbali risulti una telefonata tra gli agenti che recita: “L’abbiamo bastonato di brutto per mezz’ora”: un modo di dire si difenderanno gli agenti.


Un po’ “Fattoria degli animali” di Orwell, un po’ “Maus” di Art Spiegelman, con quei personaggi trasformati in animali, con i poliziotti maiali, il giornalista topo, e poi cani, gatti, etc... quella che Checchino Antonini ha compiuto per anni attorno a un caso che gli è praticamente scoppiato tra le mani - e finalmente ha trovato la sua prima sentenza - è soprattutto un’inchiesta. Nei disegni vengono messi in chiaro quali sono le contraddizioni di questo caso, le stesse che hanno portato gli agenti ad essere condannati, i racconti degli amici di Aldro, delle discussioni nella redazione di “Liberazione” - il primo ad aver portato in prima pagina questo fatto di cronaca, che altrimenti rischiava di rimanere un semplice lutto familiare, condito di rabbia - e gli intrecci della vita del giornalista topo.
 
La scena di Aldrovandi-Bruce Lee, in grado di tenere testa a quattro agenti sarebbe comica se non sapessimo quanto sia tragico quello che è avvenuto.
 
“Ucciso due volte” ripete la madre disegnata da Spataro, rinomato fumettista catanese. Ucciso dal silenzio che la stessa polizia ha creato attorno al caso, dallo screditamento del ragazzo, dal silenzio iniziale dei media maggiori, che solo allo scoppiare del caso, si sono accodati, e dal silenzio di Ferrara. Nessuno, inizialmente, aveva visto niente, sentito niente, nonostante le urla e l'agitazione.

Alla mente torna Genova, torna l’uccisione di Giuliani “la zecca”, tornano i racconti di chi era alla Diaz e nitide tornano alla mente i racconti di chi è stato portato a Bolzaneto, zona franca di violenza. Tornano alla mente le pene lievi inflitte a chi aveva ordinato le umiliazioni (fisiche e psicologiche), e poco contano i due anni chiesti per l'ex capo della polizia De Gennaro, capo della polizia all’epoca dei fatti.
 
E poi torna alla mente la morte di Niki Gatti, un’altra morte misteriosa, e un’altra madre che non ne vuole sapere di archiviare la morte del figlio come suicidio. Troppi tasselli che non tornano, troppi pezzi che non s’incastrano.
 
Insomma una storia buia che rischiava di rimanere ancora più buia, nel paese che di misteri irrisolti si crogiola. Il primo passo è stato fatto, aspettiamo però la pagina finale di questa orrenda storia.


Commenti all'articolo

  • Di l’incarcerato (---.---.---.138) 8 luglio 2009 19:15

    Dopo la sentenza su Rasman, Aldovrandi oggi , una cosa è certa: finalmente si condannano i poliziotti(anche se sono sentenze ridicole) e si è accertata finalmente la verità.

    E soprattutto si ridà dignità a dei ragazzi che dopo averli uccisi, li infangano pure. Spero che riusciremo a ridare dignità anche a Niki e soprattutto ristabilire la verità visto che non è stato un suicidio, ma un vero e prorpio omicidio commesso all’interno di un carcere terribile come quello di Sollicciano. Ma come hai scritto bene ci sono pezzi difficili da incastrare per farne un quadro completo, questo perchè c’è un intreccio economico-politico-mafioso da far rabbrividire. E questo lo sanno solo chi se ne sta occupando...

    http://incarcerato.blogspot.com/


  • Di Ettorre Viviana (---.---.---.52) 8 luglio 2009 20:01
     Viviana Ettorre

    Sono molto colpita da come è scritto questo articolo.
    Sono anche colpita dalle immagini.
    Grazie

  • Di paolo praolini (---.---.---.104) 8 luglio 2009 23:37

    Un primo atto dovuto ad i genitori di Aldro e soprattutto ad un paese che ha praticamente dimenticato cosa significhi la parola ’verità’.
    Che sia il principio di una nuova era, non voglio illudermi!
    Dobbiamo crederci tutti insieme.
    Grazie FranRA

  • Di paolo praolini (---.---.---.104) 8 luglio 2009 23:38

    Un primo atto dovuto ad i genitori di Aldro e soprattutto ad un paese che ha praticamente dimenticato cosa significhi la parola ’verità’.
    Che sia il principio di una nuova era, non voglio illudermi!
    Dobbiamo crederci tutti insieme.
    Grazie FranRA

  • Di Federico (---.---.---.58) 9 luglio 2009 09:44

    Alla Madre di Federico Aldrovandi e agli amici,

    è una soddisfazione vedere che il gran lavoro portato avanti con dolore e con determinazione di una madre comincia a far vedere qualche risultato.
    Chi ha desiderio di giustizia e di pace sociale oggi è con noi, siamo in molti nonostante il pessimo andazzo che il nostro paese ha preso.
    Non ci culliamo però, tutti dobbiamo essere decisi e volere la verità, le forze dell’ordine non sono pagate da noi per usare i nostri figli come passatempo una sera che non hanno nulla di meglio da fare ...
     

  • Di GF (---.---.---.103) 9 luglio 2009 12:48

    Spero che questi 4 poliziotti infami vengano cacciati dalla polizia nel rispetto a chi svolge il suo lavoro con dovizia e con coscienza.
    Ogni volta che queste persone girerano per strada chiunque li incontrasse deve urlargli "Assassini" o "Assassino".
    Devono conoscere la vergogna,la vergogna di chi uccide arbitrariamente qualcuno, che insabbia, che depista e che si nasconde dietro la sua professione.
    Questi non sono poliziotti, questi sono dei vili assassini!

    La Polizia deve proteggere non deve offendere, né uccidere se non strettamente necessario.
    Hanno beneficiato dell’indulto, ma non devono beneficiare del perdono della Collettività.
    Devono sentirsi merde ogni qual volta siano per strada, supermarket, cinema, spiaggia!
    L’Italia deve conoscere i volti di questi 4 individui.

    Vergognatevi e che la vostra coscienza (se ne avete una) ne risenta pesantemente e che ogni vostro sogno sia popolato da incubi : merde!

  • Di fortu (---.---.---.236) 9 luglio 2009 13:19

    In un paese in cui non si trova lavoro e che non dà nessun buon esempio, senza memoria, quindi, senza storia, ognuno cerca la realizzazione personale in un "corpo" che è l’unico sopravvissuto e riconoscibile nel tempo "l’esercito". Poi purtroppo accade quel che accade senza che venga fatta giustizia, perchè in Italia c’è una concezione malata dello Stato. Certo non tutti i poliziotti saranno degli animali come quelli che hanno ucciso Aldrovandi, ma ce ne sono. Spero che venga fatta giustizia.

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