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Agrigento: crisi agricola

Agrigento: crisi agricola

In questo momento di grande difficoltà per il mondo agricolo e in particolare per le aziende del settore e le loro famiglie della nostra isola condivido pienamente la nota dell’Azione Cattolica della diocesi di Agrigento e la sensibilità dimostrata nell’avvertire l’urgenza che i problemi sollevati dagli agricoltori trovino adeguata attenzione nei responsabili della Cosa Pubblica a tutti i livelli.

Allo stesso modo mi ritrovo interamente nel documento della Chiesa Agrigentina, rappresentata dagli organismi di partecipazione ecclesiale diocesani presieduti dal Vescovo, mons. Francesco Montenegro.

Il mondo del lavoro, a tutti i livelli, sottolinea giustamente il documento, ha un forte bisogno di giustizia sociale che passa attraverso interventi pubblici mirati a sostenere chi è in difficoltà; interventi finanziari che diano accesso al credito per risollevare il comparto; interventi culturali che aiutino gli operatori non solo a produrre la materia prima ma anche a saperla commercializzare.

Per questo si chiede, opportunamente, a chi ha responsabilità politiche, dopo le tante inadempienze del passato, che sia più attento al mondo dell’agricoltura mettendosi in ascolto degli operatori, dichiarando lo stato di crisi e facendo in modo che vi sia una giusta politica dei prezzi che non penalizzino i prodotti della nostra terra; che si attivino i sistemi di controlli affinché i contributi siano meglio valorizzati, non vi siano speculazioni che poi ricadano su tutti gli altri e la tracciabilità dei prodotti sia resa obbligatoria per legge.

Per questo si condivide l’invito rivolto ai cristiani di buona volontà a socializzare alcune scelte che indichino uno stile di vita nuovo e che passa attraverso: l’impegno per il rispetto della legalità, la promozione di prodotti locali ben certificati, la sobrietà evangelica che ci porta a consumare bene evitando lo spreco del consumismo, la manifestazione della solidarietà con qualche segno forte.

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.8) 5 marzo 2010 23:51
    Renzo Riva

    "Per questo si condivide l’invito rivolto ai cristiani di buona volontà a socializzare alcune scelte che indichino uno stile di vita nuovo e che passa attraverso: l’impegno per il rispetto della legalità, la promozione di prodotti locali ben certificati, la sobrietà evangelica che ci porta a consumare bene evitando lo spreco del consumismo, la manifestazione della solidarietà con qualche segno forte."


    Facile predicare. Più difficile era fare in maniera che chi, cattolico, rubava in nome di qualsiasi cosa fosse messo nella condizione di non nuocere alla società.
    Poi è sempre facile essere solidali soprattutto con i sudori ed i soldi degli altri.
    Ma la crisi c’era anche quando si viveva di cassa integrazione agricola per 180 l’anno e si faceva lavoro nero? In nome di cosa? Della messa nel sedere del prossimo vostro?
    Finitela con questo buonismo d’accatto ecumenico! Sia cattocomunista sia cattoaltro.

    Libera chiesa in Stato sovrano.
  • Di Renzo Riva (---.---.---.172) 7 marzo 2010 23:09
    Renzo Riva

    Stasera a Report SITECO a Siracusa: 400 stipendi in-utili per pal(l)e eoliche.

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