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Agrigento: bambini senza scuola

Io sto con i bambini della Garibaldi


Ho seguito l’assemblea dei genitori dei bambini che frequentano l’istituto Garibaldi e che temono il trasferimento dei ragazzi del Ginnasio nella scuola dei loro figli. Dopo avere ascoltato le loro ragioni, ho deciso: io sto con i bambini della Garibaldi.

Sto con i bambini a cui hanno già tolto i laboratori per fare spazio ai ginnasiali che presto invaderanno la loro scuola. Perché di invasione si tratta. Sto con i bambini che hanno visto cancellati progetti educativi per un valore di oltre cinquantamila euro finanziati dalla comunità europea, ma che adesso verranno Cancellati perché mancano gli spazi dove realizzarli. Sto con i bambini a cui toglieranno la palestra per affidarla a quattordici classi del Ginnasio che, dovendo svolgere complessivamente 24 ore settimanali di educazione fisica, necessariamente dovranno averla a disposizione per cinque giorni su sei. Sto con i bambini che terranno stretta la mano di mamma quando dovranno salire per la via Minerva e vedranno centinaia di ragazzi passargli accanto con le moto e ne respireranno lo smog. Sto con i bambini della Garibaldi che con passi incerti sono abituati a salire le scale esterne della scuola per raggiungere l’ingresso, mentre per le stesse scale saliranno più spediti altri ragazzi già prossimi a mettere la barba. Tanto che forse dovranno rinunciare ad entrare dalla porta principale e saranno dirottati verso l’ingresso della palestra, perché nuovi padroni di casa sono arrivati. Io sto con i bambini che per molti anni hanno frequentato una scuola che era priva del sistema antincendio ed aveva un impianto elettrico precario e che solo quando è maturato l’interesse del Comune ad affittare i locali alla provincia, hanno visto finalmente gli operai lavorare con impegno per mettere insicurezza l’edificio. Io sto col preside della Garibaldi e con i docenti che sino ad oggi non hanno mai ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dal Comune e dalla Provincia per sapere perché, quando e come avverrà il trasferimento del Ginnasio nella scuola Garibaldi.



Io sto col consiglio di circolo della Garibaldi che avrebbe dovuto essere interpellato dagli assessori comunali per pronunciarsi sull’operazione, ma non è stato mai tenuto in considerazione dalle autorità. Io sto col preside Proto che non è stato invitato ad importanti riunioni durante le quali sono stati decisi i destini della sua scuola e che non sa ancora quando quali responsabilità ricadranno su di lui quando il trasferimento si realizzerà. Io non sto col Sindaco di Agrigento che ha partecipato ad una assemblea con i genitori dei ginnasiali per dire che stava facendo il possibile per realizzare il trasferimento tanto invocato, mentre non ha mai sentito l’esigenza di incontrare i genitori dei bambini della Garibaldi, né mai lui e la sua giunta hanno emesso un qualche straccio di comunicato per spiegare le ragioni di quanto stanno facendo. Eppure ogni giorno di comunicati stampa del Comune veniamo invasi, persino per sapere quanto olio usato è stato recuperato. Io non sto col presidente della Provincia che dice che razionalizza meglio i servizi scolastici trasferendo il Ginnasio alla Garibaldi, in modo da trasferire poi alcune classi dell’ipc Gallo e dell’itc Sciascia nelle aule lasciate libere dai ginnasiali, ma poi poco s’interessa dell’impatto che queste scelte avranno sui bambini della Garibaldi. Un bel modo di confermare che al centro della sua politica c’è la persona, come sostiene in un toccante spot televisivo. E i bambini della Garibaldi non sono persone che hanno sacrosanti diritti o i diritti ce li hanno solo i ragazzi del Ginnasio ?

Io non sto con chi sta facendo questa operazione dissennata perché, tra laltro: 1) i locali che i ginnasiali lasciano sono stato costruiti per loro e hanno caratteristiche adeguate alla popolazione scolastica di quella età, mentre verranno adesso trasferiti in aule di 50 metri quadrati dove lo spazio vitale per 28 studenti per classe è inferiore a quello previsto dalla legge 2) perché si sistema ( per modo di dire una situazione ), ma se ne sfacia un’altra e se questo è il suo modo di razionalizzare, Dio ce ne scampi e liberi. 3) Ovunque viene considerata pedagogicamente dissennata un’operazione che mette insieme negli stessi ambienti scolastici bambini di pochi anni e adolescenti con stili di vita molto diversi (troppo direi). Io non sto con il preside del Liceo Classico che mi dice che “ è nella tradizione del Liceo avere l’istituto nel centro cittadino”. Ma è nella tradizione di tutti gli istituti scolastici, che prima stavano tutti nel centro cittadino. Poi anche lui credo e tanti altri studenti degli anni Sessanta e Settanta ( me compreso) fecero lunghe lotte per avere un’edilizia scolastica migliore e allora nacquero gli edifici in contrada Calcarelle. Il Ginnasio stava in un condomino in via Gioeni. Adesso vogliono riportare gli studenti da Calcarelle al centro città, in un istituto che non ha i requisiti, gli spazi, i servizi per ospitare i ragazzi delle superiori. Basti pensare che alcuni dei suoi ragazzi rischieranno persino di sbattere la testa quando saliranno le scale perché l’altezza della rampa superiore non arriva ad un metro e ottanta. In un istituto però che, occorre dire un bel vantaggio ce l’ha: è a due passi dal Viale della Vittoria ( chi ha orecchie per intendere, intenda) e molti non dovranno più pagare cento euro al mese per noleggiare il pulmino per far arrivare i ragazzi sino a Contrada Calcarelle e riportarli a casa ( ma poi quanti sono questi ginnasiali agrigentini che avranno questi vantaggi ? La popolazione del Ginnasio è formata soprattutto da pendolari che arrivano anche prima in autobus dal proprio paese in contrada Calcarelle). Io non sto con i capricci della borghesia agrigentina. Ma capisco che i nostri amministratori invece di motivi ne hanno. Soprattutto hanno un motivo: credono ancora di potere fare tutto quello che vogliono, senza rendere conto a nessuno. Facciamogli vedere, una volta tanto, che si sbagliano: state anche voi con i bambini della Garibaldi.

 

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