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AgoraVox, Peppino Impastato e il sogno dell’informazione

In questi mesi chi ci legge si sarà accorto di molti cambiamenti. AgoraVox si è aperta, ha accolto opinioni diverse, si è fatta strumento di diffusione di un codice di comportamento libertario o pseudo libertario. Gli amici di Milano poi sono simpaticissimi, anche i creativi venuti da Bologna, i fricchettoni piovuti giù dall’India, queste ragazze inglesi e tedesche sono bellissime, verrebbe da piantare tutto e partire dietro a loro. Ma qui non siamo a Berckley, non siamo a Woodstock e nemmeno all’isola di White. Siamo in Italia e non aspettano altro che il nostro disimpegno, il rientro alla vita privata. Voglio richiamare la vostra attenzione. Ma non voglio fare tutto da solo, bisogna che ognuno di noi torni al lavoro che ha sempre fatto cioè informare, dire la verità. E la verità bisogna dirla sulle proprie insufficienze sui proprio limiti.

Se dovessi dedicare un giorno ad AgoraVox dedicherei il 9 Maggio. Il giorno della morte di Peppino Impastato. Uno dei giorni più bui della storia italiana. Mi sono permesso di “riarrangiare” una parte del film perché quelle parole da qualche giorno mi si erano conficcate nelle orecchie.

Peppino Impastato aveva trent’anni quando è morto perché faceva informazione. Peppino Impastato è morto nel silenzio dei giornali dell’epoca, coperto dal rumore di un omicidio eccellente: quello di Aldo Moro. Oggi diremmo nel silenzio dei media “mainstream”.

Ogni 9 Maggio l’informazione italiana dovrebbe guardarsi e pensare a Peppino. Pensare a tutti quei giornalisti e non che hanno dato la vita per fare quello in cui credevano. Fermarsi, come non si fa mai, e guardarsi. Guardare i propri legacci, le proprie agenda setting, i propri errori. Guardare i fili sottili che tengono attaccato il nostro paese in una lacerante immobilità.

L’esperienza di AgoraVox è, per questo, entusiasmante. Vivere la libertà di non essere inseriti in un’ “area”, sia essa politica o economica, è un privilegio. Dover dar conto solo al proprio pubblico fa respirare un’aria più fresca, fa riempire i polmoni e poi li fa rilasciare con un smorfia di serenità. Una serenità che ti lascia sognare.

Sogno un’AgoraVox che sia fatta di cento, mille Radio Aut, fatta da cittadini che non si “disimpegnano”, fatta perché divenga di tutti. Sogno un AgoraVox in cui ci sia molta più cronaca – anche locale – che parli dei problemi dimenticati di un’Italia che tende a dimenticare.



Sogno un AgoraVox dove non ci si accanisca tutti su una sola notizia ma che ospiti opinioni e punti di vista differenti. Sogno un Agora in cui le persone dialoghino tra loro senza lanciarsi invettive al solo scopo di “prendere il punto”: come in una inutile guerra.

Sogno un AgoraVox che avrebbe accolto Peppino Impastato. Un luogo in cui portare le proprie istanze per farle uscire dal silenzio che le avvolge. Peppino è morto perché la sua lotta era una lotta locale contro un male nazionale.

Sogno un AgoraVox ma non voglio fare tutto da solo, bisogna che ognuno di noi torni al lavoro che ha sempre fatto cioè informare, dire la verità. Con l’onestà intellettuale di chi è sempre pronto a mettersi in discussione. Sogno un altro modo di fare informazione.

In questi mesi chi ci legge si sarà accorto che siamo sempre di più e proprio per questo vorrei che nessuno se la prendesse se un suo articolo è bocciato perché è la terza notizia che parla della stessa cosa. Vorrei che nessuno gridasse alla censura ma alla semplice analisi se il suo pezzo aggiunge qualcosa a quanto già scritto. Vorrei che chi ci legge noti che diamo voce a tutti ma che abbiamo una politica editoriale alla quale ci atterremo sempre di più.

E ora la smetto di annoiarvi e vi metto un po’ di buona musica…

Commenti all'articolo

  • Di uno (---.---.---.36) 9 maggio 2009 04:07

    Avevo promesso che havrei taciuto, ma questo è iresistibile, devo dire qualcosa.
    Il pragmatismo assoluto non mi piace e neanche il relativismo assoluto, non si può solo pensare allo stomaco, qualche volta bisognerebbe giocarsi, dire quello che uno pensa o vede o sa o crede di sapere.
    Insomma uno non può sempre stare con la testa inchinata verso il basso. Certo non si può pretendere eroismo ma un po di orgoglio non si può non averlo.

    • Di (---.---.---.192) 9 maggio 2009 07:51

      Bell’articolo, intenso e vero...Ovviamente di "intransigenti" è pieno il mondo, di gente che pretende di poter dire quello che vuole, ma non lascia la possibilità di dire agli altri quello che pensano, di gente che, frustrata nella vita, non perde l’occasione per gridare...Bisognerebbe essere un po’ meno ipocriti.

      Buon 9 maggio in memoria di Peppino Impastato

      che significa il commento sopra?

  • Di Marvin (---.---.---.20) 9 maggio 2009 09:50
    Marvin

    "Je so’ pazzo
    je so’ pazzo
    ho il popolo che mi aspetta
    e scusate vado di fretta.
    Non mi date sempre ragione
    io lo so che sono un errore
    nella vita voglio vivere almeno
    un giorno da leone
    e lo Stato questa volta
    non mi deve condannare
    pecchè so’ pazzo
    je so’ pazzo
    e oggi voglio parlare".

  • Di Grazia Gaspari (---.---.---.2) 9 maggio 2009 09:51

    A me piace Agoravox. Pur con i suoi limiti, ovvi e naturali è un grande giornale e lo sarà sempre di più. Il semplice meccanismo selettivo degli articoli...che salgono a seconda dell’interesse che incontrano, ne fa uno strumento prezioso per i suoi lettori ma anche per chi lavora nell’informazione. Nei giornali del mainstream il 90 per cento delle notizie muore ancora prima di venire alla luce o perchè ritenute non importanti, o perchè disturbano i vari manovratori...o...o ...i motivi sono tanti, ma anche tante sono le notizie di cui non veniamo informati.
    Agoravox ha l’ambizione di fare il contrario. Forse non ci riuscirà o non ci riuscirà del tutto, ma già il fatto di offrire uno spazio libero all’informazione è una cosa a dir poco straordinaria! Libero in tanti sensi: si può dire e raccontare ciò che si ritiene importante anche se è fuori dal coro, si può scrivere senza essere uno autorizzato dall’Ordine professionale, si può scrivere perchè ci piace essere nelle cose e negli eventi, ecc.
    Complimenti pertanto ai suoi ideatori e alla sua redazione!!! E ai sogni di Francesco Piccinini cui vorrei però proporre una cosa: perchè non aprire un sibattito su come si scrive per la Rete? Perchè non raccogliere pareri interessanti e utili da mettere poi in pratica nella stetura degli articoli?

  • Di virginia (---.---.---.215) 9 maggio 2009 10:27

    I have a dream! Frase storica che prelude tuttavia ad una battaglia, quella per i diritti civili in America.
    E’ bello che anche tu Francesco, come molti di noi e come Martin Luther King, abbia un sogno.
    Anche io ne uno, grande come una casa: che al mio prossimo articolo non si proceda con insulti vari fatti alla mia persona, SENZA ENTRARE NEL MERITO DELL’INFORMAZIONE DATA.
    Questo significherebbe davvero scrivere per un giornale assolutamente libero.
    Questo, come ben sai non è. E suppongo che dipenda dal fatto che scrivo fuori dal coro dei disfattisti, dei nihilisti, di quelli accecati dall’odio (e che tuttavia si dichiarano anti-razzisti).
    Questo vorrei, Francesco, perchè il mio sforzo è stato sempre quello di guardare al di là degli steccati ideologici. Per un’informazione che, se anche non pretende di dire la Verità Assoluta, possa almeno far riflettere.

  • Di mauro bonaccorso (---.---.---.9) 9 maggio 2009 11:13
     
    Grazie Francesco
    Da tempo cerco di evitare di commentare perché sono deluso da una imperante autoreferenzialità nella stesura di molti articoli e dalla cattiva abitudine (da parte di molti commentatori) di etichettare i redattori, a seconda degli argomenti trattati quasi non si volesse o potesse entrare nel merito degli argomenti.
    Ho letto il tuo articolo con grande partecipazione che si è trasformata in emozione ascoltando la canzone. Condivido la tua spinta emotiva ed auspico lo sviluppo di questo mezzo che sin dal primo momento ho ritenuto consono alle mie aspettative.
    Credo che i sogni si avverino quando li fanno in molti contemporaneamente.
    Un saluto
    Mauro
     
  • Di l’incarcerato (---.---.---.119) 9 maggio 2009 12:09

    Grazie Francesco, ci credo anche io in questa cosa. Spero che questo sogno si avveri, anzi già ne intravvedo i suoi frutti!

    Ho un altro sogno, spero che i gironalisti di professione qui in Italia si sveglino e ricomincinoa fare le inchieste, quelle serie e non scrivere articoli estrapolati dalle notizie ANSA.

    Gran bell’articolo!


    http://incarcerato.blogspot.com/

  • Di Vincenzo (---.---.---.155) 9 maggio 2009 12:13

    Sta qui il vero giornalismo: senza tesserati e senza padroni. Nella speranza che agoravox diventi sempre più importante, continueremo a scrivere quello che vogliamo senza padroni.
    Avanti così.

  • Di Federico Pignalberi (---.---.---.164) 9 maggio 2009 14:35

    Se continuiamo a sparpagliarci commenti su ogni cosa rimarremo solo la brutta copia dei giornali. Ragazzi, diamoci alla cronaca! AgoraVox può dare l’esempio, nella speranza che i giornali cambino.

    Ps: bellissimo articolo, al solito.

  • Di Oceanus Atlanticus (---.---.---.44) 9 maggio 2009 15:32

    Forza Francesco che i sogni diverranno realtà.
    Grazie

  • Di paolo praolini (---.---.---.18) 9 maggio 2009 16:08

    Fra’,
    una parte del tuo sogno e del nostro sogno è già realtà.
    Agoravox non è un’aspettativa, non è un’illusione, non è un’ambizione ma è già un cuore caldo che batte forte giorno e notte alla portata di tutti!
    E’ un prato di un verde intenso senza confini dove al suo interno stanno sbocciando a ripetizione fiori bellissimi e coloratissimi, ognuno con mille sfumature diverse ed inconfondibili!
    La sua vera unicità stà nel dare a tutti senza discriminazioni politiche e strumentali, la possibilità di esprimere il proprio personale pensiero e di concedere libertà assoluta di espressione.
    C’è ancora tanto da fare e molti aspetti da migliorare e questa è la sfida da portare avanti.
    Come tu dici tutti devono essere aperti ad ascoltare, confrontarsi, dibattere, proporsi e mantenere i toni della tribuna democratica escludendo la prevaricazione e l’aspettativa di mettersi a tutti i costi in evidenza con gli urli.
    Fino ad ora, nonostante gli ostacoli superati, il percorso intrapreso sta dando ragione alle aspettative.
    Non è importante avere un tesserino da giornalista o essere possessore di una cattedra universitaria per essere un interlocutore di AV, ma avere un pensiero libero che sappia proporre buone idee per un paese arso dalla sete di giustizia, etica e morale.
    Avanti così ed i risultati ci daranno ragione prima di quanto non ci si aspetti.

  • Di ws (---.---.---.128) 9 maggio 2009 19:38

     

    Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le sue conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana". G. Falcone.
     
    Uomini o angeli mandati sulla terra per combattere una guerra
    di faide e di famiglie sparse come tante biglie
    su un isola di sangue che fra tante meraviglie
    fra limoni e fra conchiglie... massacra figli e figlie…
     
    uomini che passo dopo passo hanno lasciato un segno
    con coraggio e con impegno con dedizione…
    che hanno continuato Nonostante intorno fosse
    tutto bruciato Perché in fondo questa vita non ha significato
    Se hai paura di una bomba o di un fucile puntato

    ..che sono morti giovani ma consapevoli che le loro idee
    Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole
    Intatte e reali come piccoli miracoli..
     
    “gli occhi sono fatti per guardare, la bocca per parlare le orecchie ascoltano”… . Informazione libera, bel sogno, In Italia. Seguendo telegiornali diretti in una certa maniera, trasmissioni che prendono una certa piega, altre che tendano di essere doverosamente giuste, attaccate veementemente, penso stia trasformandosi in utopia. Che100 passi li compiamo ma come i gamberi, indietro. Ricordo, allora, gli Impastato, i Siani, le Alpi e mi prende una rabbia…menomale che esiste il web. Speriamo non lo imbavagliarlo.. buona fortuna.
  • Di Francesca Pitta (---.---.---.121) 9 maggio 2009 19:46
    Francesca Pitta

    sono qui, Fra’. mi faccio le notti x te, x Agoravox. nn smetto nemmeno se mi paghi :))))
    credo in questo tipo di informazione. adesso che ci conosciamo un po’ di più sai anche benissimo perché.
    ti abbraccio, vi abbraccio

  • Di lo scemo del villaggio (---.---.---.230) 9 maggio 2009 20:01

       caro Francesco,
     devo dirti, con rammarico, che non sono d’accordo con le tue parole.
     E non parlo, ovviamente, del (nobile) ricordo di Peppini Impastato, che tutti gli spiriti liberi ricordano come un eroe. Mi riferisco alle tue considerazioni di corollario.

     Stando alle tue parole le "insufficienze" e i "limiti" di AV consisterebbero nel "non essere inseriti in un’area politica o economica" e nel (un po’ retorico) "privilegio" che ne deriverebbe.
     Per essere un social network eterodiretto da una rigida politica editoriale (come tu stesso ricordi), dove persino i commenti vengono sottoposti ad un capillare controllo, e dove vi sono numerosi banner, ovvero interessi economici, le tue parole suonano, alle mie orecchie, quasi sarcastiche.
     Regole imposte da altri, insindacabili, inappellabili, seppur pienamente legittime e forse necessarie, non mi pare diano il diritto di inorgoglirsi di alcunche’.
     E il fatto di guadagnare dal lavoro altrui dovrebbe rendere piu’ umili e democratici, magari coinvolgendo nella stesura e/o applicazione della "politica editoriale" i redattori stessi.

     Certo, il fatto che, poi, la massa di tali redattori ti faccia la clacque per pezzi come questo, votando in modo bulgaro, la dice lunga sulla loro consapevolezza e sul loro grado di liberta’ individuale.

     E mi verrebbe quasi da dire "ma se a loro sta bene cosi’, allora ha ragione Francesco Piccinini".
    Ma cosi’ non e’.
     Francesco Piccinini, questa volta, ha torto.

     Credo che il giornalismo, il fare informazione, l’essere parte civile contro il potere, sia un qualcosa che vada difeso comunque, ben al di la’ e, mi verrebbe da dire, malgrado i giornalisti.

     E tu, Francesco, non mi pare che abbia evidenziato i (numerosi) problemi che, a mio modesto avviso, affliggono AV, primo fra tutti il rigido controllo del politburo di redazione.

     Tu mi insegni che, in ogni redazione, se il direttore e’ contro qualcosa, quel qualcosa non passera’ mai.
     Tu mi insegni che, in ogni ambito, il denaro corrompe. Corrompe sempre e comunque.
     Tu mi insegni che ogni controllo di un’autorita’ sul pensiero e’ censura.

     Mi limito a richiamare l’attenzione su questi pochi ma fondamentali elementi.
     Finche’ in AV le regole "editoriali" saranno calate dall’alto, finche’ i banner saranno decisi dall’alto, finche’ la censura sara’ decisa dall’alto, ebbene sino ad allora sara’ quantomeno oleografico (per non dire propagandistico) parlare di "liberta’ " e di "privilegi".

     Sotto questo aspetto Av, che pure e’ e resta un bellissimo esperimento di giornalismo del futuro, mi pare deludente e lontano dai toni autocelebrativi che il suo direttore gli dedica.
     
     Tutti gli articoli andrebbero pubblicati, visto che e’ un algoritmo a decidere il loro rank.
     Tutti i commenti andrebbero pubblicati e mantenuti, anche quelli scomodi. Soprattutto, e sottolineo quel soprattutto, quelli scomodi.
     Perche’ vedi, caro direttore di Av, i veri giornalisti sono solo e soltanto quelli che scrivono cose che, permettimi l’espressione, fanno girare i coglioni e anche di molto.
     Gli (pseudo)giornalisti alla Riotta, presenti anche su AV e che fanno le veline per il Corsera o la Nato, non sono giornalisti, ma quanto di piu’ spregevolmente antitetico. L’unico dubbio e’ se sono in malafede o solo ignoranti e imbevuti di ortodossia.

     Quando si capira’ che l’informazione libera e’ quella SENZA CENSURA, (e libera da condizionamenti economici) allora si sara’ fatto il primo passo.

     Una bestemmia, una parolaccia, un scatto d’ira, sono solo lo sfogo di chi sente profondamente, mentre, al contrario, per esempio, un dotto elzeviro agiografico sul papa che pribisce i preservativi non e’ altro che una marchetta per un criminale che specula sull’ignoranza.

     Non e’ la forma. E’ la sostanza che deve contare. Punto.
    La forma e’ da sempre l’alibi per fottere le classi subalterne. Ieri come oggi.

     Se voglio gridare che il re e’ nudo e la sua signora una puttana devo (dovrei) poterlo fare. Altrimenti il mondo va avanti lo stesso. Ma e’ censura. (Come l’italia di oggi, detto per inciso, una dittatura con una disinformazione degna della Tunisia o della Turchia.)

     Tu censuri le parolacce e/o altro. Giudice ed esecutore.
    Io non censurerei niente.
     Tu censuri la rabbia.
    Io la metterei in prima pagina.
     E’ dalla merda che nascono i fiori e la democrazia, come ci ricorda Calamandrei, nasce sulle montagne, nei bivacchi, non nei salotti. Nei salotti, aggiungerei io, la democrazia muore.

     Tu sei il capo. Argomento risolutivo e fine del discorso.


    Per questo, per quel poco che vale, non collaboro piu’ con AV.

     Perche’ il pensiero e’ sempre anarchico, irrispettoso, impetuoso, irrefrenabile.
     Forse, e te lo dico con la massima umilta’, un giorno lo comprenderai, perche’ so che sei una persona intelligente e con un cuore grande cosi’. Sei giovane, ma da questa malattia, purtroppo, si guarisce presto.
     
     Servono parole nuove, occhi nuovi, azioni nuove, pensieri nuovi. Servono parolacce, anche vecchie...

     Per questo se un articolo va bene per Repubblica e Corsera allora non dovrebbe andare bene per AV. E viceversa, se un pezzo fosse da cestino per La stampa e Panorama allora dovrebbe essere in homa page su AV.
     Per questo TUTTI gli articoli e commenti andrebbero pubblicati.
     Perche’ anche se ho un Phd in comunicazione e disquisisco dottamente su Nato, Afghanistan, stato, chiesa eccetera il pastore con la terza elementare e la rabbia agli occhi, deve potermi mandare affanculo: lui comunica cosi’ e deve poterlo fare. Che l’ipocrita perbenismo borghese, razzista e classista, stigmatizzi e impedisca tali comportamenti ed espressioni mi pare indegno di un’Agora’ veramente libera.

     Purtroppo l’italia e’ un paese di servi.

    Giustamente Longanesi diceva che, in Italia, non manca la liberta’, mancano gli uomini liberi. E aveva ragione.
     Prezzolini se ne andra’ in Svizzera, nauseato dal servilismo del belpaese. Cavallotti morira’ in duello per le sue idee. Montanelli, a settant’anni, verra preso a calci nel culo dal suo editore parvenu sceso in politica.
     Travaglio viene sistematicamente trascinato in tribunale da questa classe politica di post fascisti, razzisti e italoforzuti.

     Solo la nostra ignoranza generalizzata ci impedisce di guardarci allo specchio e vomitare. Del resto il poco che vediamo e’ il poco che siamo.
    ............

     Capisci perche’ AV e’ ancora lontana da cio’ che tu affermi che sia gia’ ora?

    Ricordati, caro Francesco, che la democrazia e’ quella che mette a morte i suoi figli migliori. Lo ha sempre fatto, come Saturno.

     "Volete voi libero Gesu’ o Barabba?" si domandava in un celebre "processo" pubblico. Sappiamo come ando’ a finire.
     Per questo quando vedi un plebiscito nel gradimento di un articolo devi dubitare che si tratti di un buon articolo. Anche e soprattutto se e’ il tuo articolo.

     Non serve gente sussiegosa e compita, che va in giro col bocchino. Servono tafani disperati, che rompano i coglioni e che gridino l’eterna rabbia dei dannati della terra.

     Non mi firmo, per una promessa a me stesso, ma non e’ improbabile che tu forse capisca chi sono.

     Un saluto, con disaccordo e stima.

     Ps. bello il video.



    • Di mauro bonaccorso (---.---.---.9) 9 maggio 2009 21:06

      Difficile dissentire anche questa volta
      Ciao
      Mauro

    • Di Francesco Piccinini (---.---.---.199) 9 maggio 2009 21:08
      Francesco Piccinini

      Caro Maurizio,

      "Stando alle tue parole le "insufficienze" e i "limiti" di AV consisterebbero nel "non essere inseriti in un’area politica o economica" e nel (un po’ retorico) "privilegio" che ne deriverebbe".

      Avevo scritto esattamente il contrario.

      "Tu mi insegni che, in ogni ambito, il denaro corrompe. Corrompe sempre e comunque".
      Per l’ennesima volta mi prendo del corrotto, della persona che lo fa per soldi. Lo ribadisco la pubblicità serve solo a pagare le spese del giornale, siamo una fondazione, non esiste una ripartuzione degli utili.

      Certo la potremmo togliere, licenziare i tecnici che ci lavorano e prendere stagisti. Potremmo non fargli il contratto per alimentare le leve della precarietà e della disoccupazione. Li dovremmo far lavorare a nero. Scusami Maurizio ma credo che se sognamo un’altra Italia siamo noi, i primi, a dover vivere come se fosse quella e non questa l’Italia che abbiamo in mente.

      "Tutti gli articoli andrebbero pubblicati"...
      Certo così da alimentare la malainformazione quella che farebbe gridare, poi : AgoraVox non è affidabile! Tutto lo sforzo fatto verrebbe meno... Tutto il lavoro di tanti cadrebbe.

      "Tutti gli articoli andrebbero pubblicati"... Se vuoi pubblico la lista degli articoli bocciati... La moderazione è trasparente e non abbiamo mai, ripeto mai bocciato un articolo perché a me non "piaceva". Se non sei d’accordo dimostrami il contrario. Portami un articolo, anche uno solo bocciato perché a me non piaceva.
      Se per te l’informazione è gridare, ripeto, non sono d’accordo. Preferisco perdere venti volte il mio tempo a spiegare che un secondo a gridare per farmi sentire.

      "Per questo quando vedi un plebiscito nel gradimento di un articolo devi dubitare che si tratti di un buon articolo".

      Me l’ha insegnato mio padre tempo fa. Era una domenica, lo ricordo vividamente.

      "Gli (pseudo)giornalisti alla Riotta, presenti anche su AV e che fanno le veline per il Corsera o la Nato"
      ... Riesci a non essere qualunquista? A fare nomi, cognomi, citare articoli. Chi fa le veline per la Nato su AV? Perché sparare nel mucchio, mettere il tarlo è una strategia vecchia, rivediti Totò e Gino Cervi nel Coraggio: "io so una cosa nel tuo conto che se dovessi provare tu saresti nei pasticci". Basta mettere il tarlo, senza motivarlo, solo per attaccare. Le parole di Totò: "non capisci niente". Mi sembrano le tue. Io non ho capito nulla ma continuerò a farlo con onestà.

      Con stima
      Francesco


  • Di marvin (---.---.---.60) 9 maggio 2009 22:32

    Scusate se ’sturbo, sono marvin, i giornali "normali" ai quali mando il testo dei miei articoli, quasi sempre non ritengono degno di attenzione quello che scrivo, per cui AV è l’unico modo per diffondere quanto pubblico sul mio blog e sul mio sito, che puntualmente si possono raggiungere dal link di AV.
    Per cui la censura per me è nulla, anche se a me non è mai capitato di essere oscurato da AV.
    Sono convinto che nulla è perfetto, per cui chi approva AV partecipi, chi non approva vada altrove.
    A goccia a goccia si sta formando il diluvio che seppellirà tutti i malvagi.

  • Di CogitoergoVomito (---.---.---.51) 10 maggio 2009 18:24

    Io invece sogno un AV con 10, 100, 1000 redattori, 1000 punti di vista,
    e 10.000 persone che non vanno d’accordo.
    Io sogno un AV che sia lo specchio di una società libera, non lo specchio della verità.
    Anche perchè parliamoci chiaro , in fondo la Verità, quella con la V maiuscola, non esiste.
    Se vogliamo rifondare una coscienza culturale in Italia abbiamo bisogno delle opinioni, non della verità.
    Av rappresenta un passo in avanti perchè non so se rappresenta la libertà,
    ma di sicuro rappresenta UNA libertà. 
    Personalmente adoro leggere gli articoli con i quali non sono d’accordo ma che seguendo un filo logico,
    potrebbero essere in grado di farmi cambiare idea.
    So di non sapere e di non poter mai sapere tutto.
    Ma non posso fare a meno di ricordare una bellissima frase che diceva:
    "Non mi interessa sapere se Dio esiste, ma da che parte sta."
    Chi disse questa frase poi è stato ucciso, e ciò dovrebbe infondere speranza...

    Ora... se posso esprimere una mia umile opinione, e se devo trovare un pelino nell’uovo,
    io caro Francesco, la modifica che farei, se me lo concedi, sarebbe togliere le presentazioni dei redattori...
    nome e cognome o un nickname...niente di più.
    Dietro un nome o un nick ci potrebbe essere chiunque, da Dell’Utri e Gasparri, a Gina Lollobrigida e Solanje: proprio perchè tutti siamo consapevoli di ciò, se in alcune presentazioni ti trovi biografie di ex inviati della Cnn o della Bbc non dovrebbe essere importante piu di tanto...sarebbe importante valorizzare la notizia e scriverla in caratteri cubitali, non chi la scrive (anche perchè se per me è un cazzaro, ed ho pregiudizi verso la Cnn o la Bbc i suoi articoli non li leggerò mai dopo aver letto il suo nome)
    Che tu sia Geppino il meccanico o Ezio Mauro non dovrebbe essere necessario piu di tanto per il citizen journalism, dovrebbero servire le opinioni, le parole, i fatti, non le persone.
    Ovviamente è un mio umile pensiero... liberissimo di essere o non essere condiviso....
     

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