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Abusi di Stato: i politici si ripuliscono l’anima dando ai "tecnici" l’onore del massacro sociale

Chissà quanti di voi hanno memoria di certi accadimenti. Quanti sono al corrente di certi eventi a volte reiterati contro i diritti dei cittadini. In quanti sono coscienti del percorso di destabilizzazione della nostra nazione. E scrivo “nostra” perché nostra sarebbe, se non l’avessimo letteralmente regalata da Nord a Sud ai governi di turno. Che poi in realtà, già da tempo immemore sono un tutt’uno. Fanno semmai “a turno” appunto. Un po’ io, un po’ tu. Tanto in Italia c’è così tanto ancora da prendere che ce n’è per tutti. Da buoni amici.

L’attuale governo, come ho già avuto modo di scrivere in diversi articoli sul tema, è un momento di passaggio che serve al mondo politico a scrollarsi di dosso questo brutto periodo in cui bisognava convincere gli italiani che il debito pubblico è una colpa sociale, scaturita dalla cattiva gestione dell’essere cittadini.

Così, giù punizioni senza fine. Giù mannaiate, tasse, imposte, tagli e contro tagli. Verifiche fiscali pure all’ortolano dietro l’angolo che aveva sempre campato con quel po’ di cicoria venduta quotidianamente.

Giù a dar botte da orbi a tutte le fasce sociali, tranne – “ovviamente” – a quella fascia ricca proprio perché si permette di evadere, speculare, corrompere ed ammucchiare, col beneplacito di tutta la componente politica e pseudo tecnica. D’altronde, il mondo politico ormai si confonde con quello imprenditoriale.

Vai poi a fare una suddivisione fra ricchi, imprenditori e politici: impossibile. E’ il motivo per cui nessuna patrimoniale vedrà mai l’alba nel nostro Paese. Sarebbe come dire che il ladro va a costituirsi ogni volta che compie una rapina.

Dopo Monti, un mondo politico sempre scellerato ma “ripulito” da un periodo di passaggio “tecnico” tornerà a governare, o meglio comandare, su una popolazione ormai sconfitta totalmente. Lasciata cadere nel baratro e persino oltre. Uccisa perversamente e perversamente convinta d’essere il male di questa epoca.

Loro – i politici – torneranno a dirigere l’orchestra. Ripuliti d’ogni qualsiasi responsabilità legata a questo periodo d’inferno, ove tutto l’innominabile è reso possibile al grido di “pareggio di bilancio ad ogni costo”. E ad ogni costo, siamo noi. Spettatori resi inermi anche grazie alla cattiva abitudine al lassismo, al lasciarsi comandare e dirigere che molti milioni di italiani hanno stampato nel DNA.

Torneranno anche se, nel frattempo, quasi ogni partito è stato investito dal vorticoso pandemonio di crimini contro l’economia pubblica degni di un film dell’orrore. Torneranno con la consapevolezza di poter in quel momento preciso ridare qualche tozzo di pane per far vedere che si, “loro” sì che sono umani. I tecnici servivano proprio a questo scopo. Disumanizzare la popolazione per renderla totalmente assoggettata ad un potere doppiamente immorale, dal momento che si presenta come elemento quasi sterile nel parterre del variegato mondo della dirigenza.

Abbasseranno qualche tassa. Ne toglieranno un paio, addirittura. Faranno dietrologia per un lungo periodo, non avendo altro di cui discutere se non di quel governo “tecnico” più politico di qualsiasi vero partito politico. Che non necessita di etichette né tantomeno di adesione da parte dei cittadini. Il potere supremo chiamato in causa per un solo scopo: togliere d’impaccio i “veri” politici in un momento di grande impasse.

Un momento così critico da non trovare nessuno che se ne voglia fare carico. Così, abbiamo dovuto persino sopportare plateali rinunce – vedi quella di Bersani - ad assumere il controllo della situazione. E ce la svendono come grande atto di onestà.

Ora, vorrei ricordarvi un paio di cose. Di quelle cose che accadono e che, per far si che tutti le dimentichino in un brevissimo lasso di tempo, si sceglie di non parlarne attraverso gli organi di informazione di stato.

In queste ore si stanno per compiere nuovi tagli a quei comparti già giunti ad esalare l’ultimo respiro. Per non aumentare l’i.v.a. di altri ben due punti, si cercano soldi. Quattro miliardi, per l’esattezza. Ecco quindi che i tecnici, lanciati come cani molecolari cui sia stato fatto fiutare solo l’odoraccio del denaro, cercano, fiutano febbrilmente, individuano. E zac! Tolgono altre risorse alla scuola ed al comparto della sicurezza. Proprio i due comparti più massacrati nella storia delle ultime decadi.

Sono qui a fare il mio mestiere: ricordare qualcosa al lettore che altrimenti non ricorderebbe.

Nel 2008, l’allora governo Berlusconi, decise di trasferire la notevole cifra di 8 miliardi di euro dal comparto della scuola pubblica a quella paritaria, notoriamente in mano al clero. Si addusse come motivazione, una scusa che ha dell’incredibile: dare alle famiglie “una maggiore scelta di istituti scolatici, dal momento che le scuole pubbliche non offrono degni servizi culturali” (…)

8 miliardi presero il volo e dalle casse del Tesoro e passarono in un battibaleno alle casse del clero.

E chi se ne frega se i bambini devono portarsi da casa persino la carta igienica. Chi se ne frega se ai bambini disabili viene tolto – in pratica – il diritto all’educazione scolastica.

Meglio foraggiare gli amici della Chiesa, e tutti quei bambini belli, biondi e profumati di ricchezza che crescono all’ombra delle vesti nere di preti che hanno più la forma di una calcolatrice elettronica piuttosto che di esseri umani attenti alle anime ed alla carità.

Ed ancora: i ladrocini effettuati costantemente ai fondi TFR dei lavoratori. Le ultime notizie risalgono ancora al 2008/2009. La sottoscritta fu fra i pochi giornalisti a parlarne: 3mln e 100 mila euro, furono letteralmente saccheggiati dai fondi TFR depositati presso l’INPS.

State capendo un po’ meglio perché fanno un gran lavorìo per far sì che nella mente di tuti i cittadini il concetto di pensione o buonuscita fuoriescano per sempre dalla mente?

Nessuno è in grado di stabilire con certezza quale sia l’ammontare – ad oggi – dei soldi prelevati dai fondi del TFR.

Un vero e proprio abuso. Di cui molti cittadini ancor oggi non sono a conoscenza.

In definitiva vi dico: c’è un processo di destabilizzazione in atto che va avanti già da alcuni anni. Lo Stato, palesemente, ha abbandonato i cittadini abdicando in favore di quei poteri, di quelle lobby che sono maggiormente in grado di sostenere atteggiamenti cinici più conformi a coloro che sanno come speculare sulla vita della gente.

Non siamo ancora all’ultimo atto e ne temo le conseguenze. Perché, contemporaneamente, non ravvedo nei miei connazionali quell’energia, quella forza, quella volontà di protagonismo civile che sortirebbe in breve tempo l’abbattimento di questo sistema che ormai così chiaramente ha dichiarato i propri intenti contro la nazione dei cittadini comuni.

Non mi aspetto e non desidero certamente di veder brillare le bombe e scoppiare le molotov. Ma auspico, ancora nonostante tutto, un risveglio delle coscienze ed una volontà ferrea a ridivenire finalmente proprietari innanzitutto delle proprie esistenze e collateralmente, della casa in cui tutti viviamo: l’Italia.

Non so come io faccia dopo tanti tentativi ad avere ancora una così grande speranza. Probabilmente, credo molto nell’onestà intellettuale dei miei connazionali. E ad essa mi rivolgo. Prima che la parola “fine” venga posta sulle nostre vite per mano di quel solito migliaio di personaggi ormai fuori da ogni logica umana.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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