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Abruzzo: fra il G8 e la dignità rubata

Due mesi dal sisma. L’Abruzzo, fra scosse di terremoto e scossoni subiti a suon di nuove polemiche, passa la mano e cede al Sistema – Politico ed Economico – la visibilità che si aspettava di detenere, almeno per un altro po’. Tanto da non seppellire sotto la coperta del silenzio, gli accadimenti quotidiani e le sue bizzarrie.

Due mesi dal sisma. L’Abruzzo, fra scosse di terremoto e scossoni subiti a suon di nuove polemiche, passa la mano e cede al Sistema – Politico ed Economico – la visibilità che si aspettava di detenere, almeno per un altro po’. Tanto da non seppellire sotto la coperta del silenzio, gli accadimenti quotidiani e le sue bizzarrie.

Cala il silenzio, almeno per ora, sulle inchieste. Quelle per individuare i colpevoli di aver edificato case ed ospedali senza tenere in minima consierazione le fondamentali misure di sicurezza a norma anti sismica su un territorio riconosciuto come altamente a rischio. Si oscurano a singhiozzo, le immagini dalle tendopoli e le frustrazioni quotidiane degli sfollati: a quanto pare per i grandi media, non fa più notizia. Si annullano le comunicazioni che dovrebero confortare non solo la popolazione dei terremotati, ma l’Italia tutta. Poco si sa dei fondi ricavati per la ricostrtuzione, fra versamenti volontari dei cittadini Italiani alle varie organizzazioni – sembra si parli di circa 45 milioni raccolti in questi due mesi – e di come il Decreto N°39 per la ricostruzione in Abruzzo, creato dal Governo a fine Aprile, si concretizzerà materializzando finanziamenti che comunque saranno distribuiti nei prossimi venti anni e passa.
 
Il terremoto, come evento in sé, che piaccia o meno, fa gola a molti. Le prime ore sfruttate da tutti, media e politici di ogni tendenza, che sono corsi a calpestare la grande passerella ferita ed oltraggiata di una Regione che ha versato un obolo pesante alla natura: 307 i morti ad oggi, considerando un paio di persone spirate per non aver sopportato la dura vita nelle tendopoli. Poi il momento delle grandi dichiarazioni, fra chi prometteva addirittura alloggio nelle proprie ville e chi sbandierava con “assoluta certezza” che il buio non sarebbe calato mai e poi mai su questo ennesimo evento dannato. Ora i riflettori tornano, ma non si accendono sul freddo glaciale di un Giugno dispettoso che fa tremare i corpi e le menti di chi ha perso non solo l’alloggio ed i beni personali, ma pure quel barlume di sopportazione, rivendicato per dignità.
 
La pioggia battente oltraggia ancor più gli oltraggiati. Ferisce le anime girando il coltello nelle piaghe. Ed affonda, nel momento in cui la quotidianità stride con la dignità: persino le piccole incombenze quotidiane, come lavarsi o mangiare divengono una brutta avventura. Le luci non si accendono nemmeno sulle diatribe fra i Sindaci dei paesi colpiti dalla tragedia e Guido Bertolaso. I Sindaci in questione, vorrebbero una immediata revisione del decreto N° 39, al fine di estendere i finanziamenti per la ricostruzione anche ai tanti non residenti: attualmente infatti, gli stanziamenti riguardano solo i cittadini residenti, ma questo non farà altro che bloccare i lavori di ristrutturazione, in partioclare nei centri storici dei paesi coinvolti, se si considera che nella stessa palazzina, possono coesistere appartamenti di proprietà abitati tutto l’anno e seconde case.
 
E’ come confermare che molti caseggiati non potranno ottenere ricostruzione per la differente condizione residenziale dei proprietari. Insomma si torna alle solite vecchie, conosciute metodiche del rimpallo e delle dimenticanze. Una volta di più. Com’era immaginabile.
 
Ma ecco che, per un attimo quei riflettori spenti sulla realtà dei fatti, si riaccendono su un evento che fa già molto parlare, di tenda in tenda e di flebile denuncia sulla Rete: anche queste sono informazioni che i Media nazionali preferiscono dribblare.
 
E’ noto a tutti che il prossimo G8 è spostato dalla Maddalena a l’Aquila. Fermo restando il pesante contraccolpo che l’isola sarda risentirà per molto tempo, considerando che la grande macchina organizzativa era partita già da un anno, e che molte strutture alberghiere si erano organizzate di conseguenza, patendo ora sconfinamente bancari milionari resi inutili ed anche poco restituibili nel breve tempo, e riflettendo sul fatto che alcune imprese, come la Anemone Costruzioni s.r.l di Roma, che aveva vinto un appalto per la costruzione di un palazzo dei congressi per la bella cifra di 58 milioni di euro o la la Nuove Infrastrutture s.r.l. vincitrice dell’appalto relativo alla costruzione di una struttura di ospitalità per il vertice, si dice poco o nulla su ciò che la macchina organizzativa di Stato sta producendo fra le strade sbrindellate e le tendopoli avvilite di questa strage che sta rasentando ogni tipologia di follia.
 
Da diversi giorni, personale del di Governo si aggira in forze per le strade de l’Aquila e dintorni. In breve tempo, renderanno la sede della Guardia di Finanza, degno contenitore delle Suites presidenziali ed attueranno enormi misure di sicurezza intorno all’area preposta al Summit. Il tutto, aggiungendosi agli abitanti sfollati, alle carenze strutturali, alle macerie ancora presenti in certe aree ed alla sopportazione ormai minata di chi rischia di voler perdere persino la dignità.
 
Oltretutto, l’8 Luglio – giornata di apertura del G8 che si protrarrà fino al 10 Luglio – saranno migliaia le persone che invaderanno l’Aquila fra staff presidenziali, personale adibito alla sicurezza ed i tanti giornalisti accreditati per l’occasione. Che non dormiranno certo sotto le tende aquitrinose e fredde – o troppo calde quando batte il sole - e nemmeno pranzeranno con le minestrine sciorinate ormai quasi anche a colazione ai muti spettatori di questo ennesimo scandalo italiano.
 
Si otterrà in un lampo, quella disparità di condizione sociale che è una delle malattie del nostro tempo. I pochi Grandi da un lato, comodamente ospitati in Suites create ad hoc, in luoghi ove appare quasi impossibile garantire pronta dignità a chi ha subito il sisma. I disperati – troppi – dall’altro, a fare da spettatori passivi per una volta in più, ad una disparità sociale che rende possibile l’impossibile. Ma solo per chi ha già oltre il tutto.
 
Il G8 finirà. Spariranno grandi staff presidenziali, giornalisti ed illustri personaggi del potere internazionale. Non si tireranno le somme dei soldi sprecati fra un’organizzazione resa inutile in Sardegna, e uno spostamento che sa più di capriccio politico che di volontà a non voler dimenticare le necessità di migliaia e migliaia di cittadini contribuenti italiani.
 
Calerà il buio ed il silenzio, nuovamente, senza possibilità di scelta. L’urlo di chi è sconfitto, percuoterà il vuoto degli ingranaggi del Sistema, vincitore arrogante che ancora una volta, basa la sua forza sulla prepotenza elargita a piene mani ai più fragili. Come picchiare un bambino od un anziano. Dare un calcio ad un cane abbandonato. Nulla di più.

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