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Antichi oggetti di una civiltà non troppo lontana


Una interessante mostra etnografica aperta in questi giorni a Santa Sofia, nell’Alta Valbidente(FC), che ripropone strumenti di quelle popolazioni boschive....
La mostra è realizzata dal Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna in collaborazione con la Comunità Montana del Casentino e con il contributo della Banca Romagna Cooperativa.

Santa Sofia (Alto Bidente)
- Il vasto territorio del Parco è stato molto popolato in un passato non troppo lontano. Il suo abbandono dovuto in buona parte alla sorgente industrializzazione nelle province di Ravenna e Forlì alla fine degli anni 50, che fece da faro per la ricerca di quel benessere materiale, che certo in queste montagne non si poteva trovare.Intere famiglie abbandonarono con le poche masserizie indispensabili quegli sperduti casolari, sparsi tra i boschi di faggi, cerri e castagni in prevalenza, che donavano a questi uomini una risorsa vitale per superare i lunghi e freddi inverni.

La castagna è risaputo essere un frutto ricco di calorie per i tanti carboidrati contenuti, perciò questo frutto autunnale era considerato l’alleato naturale per queste popolazioni.

Nei casolari abbandonati rimasero oggetti che per il loro ingombro o la loro inutilità nelle pianure,vengono ora riscoperti da una mano sapiente per riproporci alcuni dei segni distintivi di quella "civiltà appenninica fatta di sapienza, conoscenza, rispetto della natura e stratagemmi indispensabili per sopravvivere in condizioni estreme".

Giorgio Graziani è uno dei cultori di questo patrimonio e nell’arco di quarant’anni ha raccolto una grande quantità di oggetti alcuni di questi davvero molto curiosi, che esprimono pienamente l’arguzia e l’ingegno di questa gente.


La mostra rappresenta un’occasione per apprezzare la competenza e l’entusiasmo di un appassionato collezionista.

Tracce, "scrutate con occhi attenti e curiosi" come afferma lui stesso.
La mostra, realizzata dal Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna in collaborazione con la Comunità Montana del Casentino e con il contributo della Banca Romagna Cooperativa, "che ci raccontano molto delle persone che li hanno posseduti, costruiti e utilizzati".

La rassegna ha come epicentro la castagna, che è stata per moltissimi anni alla base dell’economia dell’Appennino. Lo "scarpone per pestatura delle castagne" , proveniente dall’Alta Valle del Bidente, non è una scarpa ma un attrezzo costruito per pulire le castagne appena essiccate in mezzo ai castagneti o nelle zone limitrofe, dove venivano realizzate piccole costruzioni in pietra a due piani "I sicatùr". Al piano terra venivano bruciate lentamente fascine o altra legna di scarto; il calore ed il fumo prodotto essiccavano le castagne collocate sul piano sovrastante fessurato.

Al termine dell’essiccazione i contadini mettevano ai piedi questi scarponi con fondo di legno dentellato e borchiato(vedi foto), pestando le castagne rendendo quindi più facile e meno faticosa la mondatura. A tale scopo è stato realizzato il catalogo della interessante mostra, catalogo di "Meraviglie del quotidiano, oggetti di ingegno popolare delle genti di montagna" ,dove risaltano tutti questi strumenti che servivano all’uomo del bosco (E màciaròl) come un tempo veniva chiamato. Tale mostra, è ospitata a Santa Sofia presso i locali del centro visite del Parco in via Nefetti fino al 31 marzo. Dopo quella data sarà ospitata in altri comuni del Parco.

Per informazioni e prenotazioni delle visite rivolgersi agli uffici della Comunità del Parco di Santa Sofia allo 0543. 971375 


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