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A che punto siamo con le terze dosi

Come procede la somministrazione della terza dose

Osserviamo i dati sugli over 60 che possono ricevere la terza dose avendo superato i 6 mesi dalla seconda somministrazione: su circa 7,5 milioni di persone, l’ha ricevuta il 41,5%. Andando a dettagliare per fascia d’età, l’ha ricevuta il 45% degli over 90, il 52% degli 80-89enni, il 34% dei 70-79enni e il 32% dei 60-69enni.

A livello regionale, tuttavia, ci sono enormi differenze. Degli over 60 che ne hanno diritto si vede che il Molise è al 74%, il Piemonte al 62% e l’Umbria al 55%, mentre la Calabria è al 25% e Puglia e Sicilia sono al 28%. Tra le regioni grandi non ancora menzionate, il Lazio è al 50%, l’Emilia Romagna al 47%, la Campania al 43%, la Lombardia al 41% e il Veneto al 31%.

Focalizzandoci solo sugli over 80, che rappresentano la fascia di età da coprire il più rapidamente possibile perché maggiormente a rischio, si vede che solo Molise e Piemonte hanno superato il 70% di chi ne ha diritto, mentre la Calabria è ferma al 24% e Puglia e Sicilia sono poco sopra il 30%, così come la Basilicata e il Friuli Venezia Giulia.

È importante tenere a mente che qui stiamo parlando solo delle persone che possono ricevere la terza dose, essendo passati i sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario, e che quindi non stiamo considerando chi, ad esempio, ha ricevuto la seconda dose da fine maggio in poi. 

 

 

Cosa sappiamo sul calo della protezione

L’Istituto superiore di sanità (Iss) da due settimane sta rilasciando i dati dei contagi, dei ricoveri in ospedale e dei decessi in base allo status vaccinale e al fatto se sono passati più o meno di sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale.

I dati dell’Iss mostrano che passati sei mesi c’è un calo della protezione principalmente sul fronte delle infezioni, mentre l’efficacia rimane comunque alta contro le forme gravi della Covid-19. Osservando i dati sulla probabilità di contrarre l’infezione che hanno avuto i vaccinati da più di sei mesi, osserviamo riduzioni del rischio tra il 43% e il 70% rispetto ai non vaccinati, mentre tra i vaccinati da meno di sei mesi la riduzione è tra il 71% e l’80%. Le differenze sono più contenute tra gli over 80 e maggiori tra i 40-59enni.

Sulle forme gravi non si osservano particolari differenze. La riduzione del rischio di morire tra gli over 80 vaccinati da più di sei mesi è del 90% e per quelli vaccinati da meno di sei mesi è dell’86%.

Per quanto riguarda le terapie intensive, si vede che per gli over 80 la riduzione del rischio di ricovero è dell’85% per i vaccinati da più di sei mesi e dell’86% per coloro che sono stati vaccinati da meno di sei mesi. Per la fascia 60-79 anni le riduzioni sono rispettivamente dell’89% e del 94% e per i 40-59enni del 98% e del 97%.

Sulle ospedalizzazioni si vede una riduzione del rischio dell’83% per gli over 80 vaccinati da più di sei mesi e dell’86% per i vaccinati da meno di sei mesi. Per la fascia 60-79 anni le riduzioni sono rispettivamente del 79% e del 90% e per i 40-59enni dell’84% e del 94%. 

Va comunque tenuto conto che quando l’efficacia è molto alta anche piccole riduzioni possono avere un grande impatto. Se un vaccino è efficace al 95% contro i decessi e la protezione cala al 90%, ci aspettiamo di vedere il doppio dei decessi osservati prima a fronte dello stesso numero di contagi. 

 

 

I primissimi dati sull’efficacia della terza dose

L’Iss sta rilasciando anche i dati sui contagi che avvengono tra coloro che hanno ricevuto la dose aggiuntiva di vaccino. Per quanto riguarda la diagnosi, si vede un aumento della protezione per tre fasce anagrafiche su quattro: la riduzione del rischio di infettarsi va dal 74% dei 12-39enni all’89% degli over 80. 

Sui decessi non ci sono ancora dati, mentre sui ricoveri nelle terapie intensive si osservano riduzioni del rischio del 95% per i 60-79enni e per gli over 80; sulle ospedalizzazioni del 95% per gli over 80 e del 79% per i 60-79enni. Va comunque considerato che si tratta ancora di numeri molto piccoli e che quindi anche pochi ricoveri in ospedale possono cambiare molto i numeri: bisogna quindi aspettare qualche settimana per vedere come si assesteranno. 

I dati che arrivano dal Regno Unito mostrano infatti che la terza dose è altamente efficace nell’aumentare la protezione dalla Covid-19, andando a portare la protezione a un livello che le due dosi normali non avevano mai fatto, in particolar modo per quanto riguarda AstraZeneca.

 

 
 
 
 
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