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A che punto è la notte pandemica

Il CDC statunitense conferma quello che avremmo dovuto sapere da tempo: la pandemia resterà a lungo, come le fallacie complottiste.

“La guerra è cambiata”

Secondo una presentazione interna del Center for Disease Control and Prevention (CDC) statunitense, e che il Washington Post ha divulgato per primo, la variante Delta del Covid è molto più contagiosa, ha maggiore probabilità di eludere la protezione vaccinale e può causare malattie molto più gravi di tutte le altre varianti sin qui conosciute. Notizia pessima, ovviamente, ma che non giunge come fulmine a ciel sereno né modifica le strategie sanitarie sin qui adottate nel mondo, almeno in quello sviluppato. Piuttosto, questa epifania dovrebbe spingere a considerare la pandemia come qualcosa di persistente e con cui ingegnarsi a convivere, nei limiti del possibile. Sapendo che non tutte le strategie di convivenza hanno senso, e che alcune sono decisamente suicide.

Tra le conclusioni a cui è giunto il CDC c’è quella secondo cui le persone vaccinate contagiate dalla variante Delta avrebbero, nelle vie aeree superiori (naso e gola), carica virale simile a quella dei non vaccinati e possono risultare contagiose, pur se meno di frequente, anche se su quest’ultimo aspetto la comunità scientifica già appare divisa.

Cambiano le raccomandazioni

L’aspetto più negativo evidenziato dal rapporto è che

La variante Delta è più trasmissibile dei virus che causano MERS, SARS, Ebola, raffreddore, influenza stagionale e vaiolo, ed è contagiosa quanto la varicella.

Anche in base a queste conclusioni, il CDC in settimana ha raccomandato l’uso di mascherine anche ai soggetti vaccinati nei contesti pubblici chiusi in ambiti di alta circolazione del virus oltre che a soggetti con sistema immunitario indebolito e ai vaccinati a contatto con bambini, anziani e altri persone deboli. Tuttavia, alla luce delle evidenze presentate nel documento, il CDC potrebbe presto presentare la raccomandazione di utilizzo universale delle mascherine.

Secondo dati raccolti dallo stesso CDC e citati nel documento interno, alla data del 24 luglio ci sono circa 35.000 infezioni sintomatiche a settimana tra i 162 milioni di americani vaccinati, ma l’incidenza effettiva potrebbe essere ben superiore, considerato che l’agenzia non traccia asintomatici e paucisintomatici.

La carica virale della Delta nelle vie aeree è dieci volte superiore a quanto osservato in soggetti colpiti dalla variante Alfa, osserva il documento.

In questo quadro deprimente, il dato positivo è che i numeri confermano che i vaccini restano altamente efficaci nel prevenire forme gravi della malattia, ricoveri e morte. Resta il punto centrale: l’esigenza che il CDC adatti la propria comunicazione alle mutate circostanze virali.

Tutto ciò premesso, ora parliamo di politica. Questo virus si sta dimostrando implacabile, con le sue mutazioni, a prendere a ceffoni i portatori sani di certezze e convinzioni granitiche, e quelli che scambiano la statistica (non solo medica) con le leggi fisiche, spesso per proprie voragini formative. Come sempre, parlando di scienza, l’approccio migliore è quello del “qui e ora”. In troppi se ne sono scordati, anche tra gente che di metodo scientifico vive.

Per etica e per egoismo

La minaccia immanente è data dalla generazione di varianti, agevolata da campagne vaccinali incomplete o tragicamente inesistenti, come in molte aree del globo. Il fatto che in Occidente stiamo già parlando di una terza dose di vaccino, auspicabilmente adattato alla variante ora dominante, mentre ci sono zone del mondo in cui la copertura vaccinale resta pressoché nulla, è un contrasto che solleva evidenti criticità etiche. Ma solleva criticità anche in base a considerazioni puramente egoistiche, in caso non si fosse colto il punto.

Né servono soluzioni a proiettile d’argento come la liberalizzazione dei brevetti, visto che manca e continuerà a mancare capacità produttiva e capitale umano. L’Occidente non ha ancora creato le condizioni di un imponente sforzo congiunto per vaccinare il pianeta, al netto di limitate donazioni e proclami strumentali a compiacere parte della propria eterogenea coalizione, come quelli di Joe Biden.

Quanto al pensiero del movimento no-vax, che è una internazionale (questo non va scordato, mai) che si alimenta di fallacie e meme, oltre che di visioni deterministiche del fenomeno epidemiologico, va combattuto evitando di usare i suoi stessi metodi e le sue stesse deformi confutazioni meccanicistiche.

Qui c’è davvero una prateria, se solo si resta razionali. Ad esempio, a tutti i no-vax che fanno il trenino dopo la diffusione del contenuto di questo documento, sostenendo che “i vaccini non servono, poiché i vaccinati sono a loro volta contagiosi”, basta replicare che l’alternativa è la nuova chiusura completa di economia e società, con tutto quello che ciò comporta.

Attenti a quello che desiderate, libertari no-vax

Sin quando avremo evidenze che i vaccini stanno evitando un’ecatombe, quella che si avrebbe date le caratteristiche della variante Delta, le chiacchiere resteranno a zero. E se dovesse comparire una variante più perniciosa, una specie di Omega, tale da equiparare perfettamente negli esiti avversi vaccinati e non vaccinati, i no-vax avrebbero ancora zero motivi di festeggiamento, a meno che la loro funzione di utilità non preveda la rivoluzione in conseguenza di chiusure della società e dell’economia. Se molti no-vax perseguono ideologie libertarie, urge quindi informarli del vecchio detto: “attenti a quello che desiderate: potrebbe avverarsi”.

E comunque, no: non esistono, al momento, terapie domiciliari che vadano oltre la dimensione palliativa, con buona pace dell’altro tormentone della politica no-vax, che come detto emette fischi che sono standardizzati su scala planetaria. Da sempre, poi, ogni narrazione ha i suoi eroi sconfitti, uccisi o “suicidati”: quella cospirazionistica non fa eccezione, anzi.

Scendendo nella scala, da globale a locale, e occupandoci del nostro stagno tricolore, già emergono divaricazioni, che per ora restano agevolmente riconducibili alla dimensione della diversificazione dell’offerta e del marketing politico entro gli stessi soggetti partitici.

Mi pare si possa dire che, sin quando c’è modo di alimentare questo teatrino, significa che non siamo sotto il tallone di una variante particolarmente maligna. Ma non è sempre festa, ricordiamocelo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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